Regeni, il Consiglio comunale chiede verità e giustizia

consiglio comunaleSollecitare l’ufficio di presidenza del Senato affinché venga al più presto calendarizzata la proposta di legge per l’introduzione del reato di tortura. Rinnovare la richiesta a tutte le autorità competenti di profondere ogni sforzo per l’accertamento della verità. Invitare Parlamento e Governo ad attivarsi in tutte le sedi internazionali preposte e mantenere il ritiro dell’ambasciatore italiano in Egitto fino a quando non sarà fatta piena luce sulla scomparsa di Giulio Regeni. Sono questi i contenuti salienti della mozione di sentimenti approvata quasi all’unanimità – 29 favorevoli, 1 astenuto – nel corso del Consiglio comunale di mercoledì 1° febbraio, per chiedere verità a giustizia per il giovane ricercatore friulano a un anno dalla sua scomparsa. “Il Comune di Udine è sempre vicino alla famiglia Regeni nella sua battaglia per Giulio e per la giustizia – spiega il sindaco di Udine, Furio Honsell, che ha presentato la mozione come primo firmatario insieme con la consigliera comunale Monica Paviotti –, così come è al fianco delle persone che si battono in nome di chi viene torturato e ucciso nel mondo. Questa mozione vuole tenere viva l’attenzione su questa grave vicenda e sulla questione del reato di tortura”.

L’amministrazione comunale di Udine aveva già aderito, il 25 febbraio 2016, alla campagna di Amnesty International Italia con l’esposizione dello striscione “Verità per Giulio Regeni” sul balcone di palazzo D’Aronco e all’interno dell’aula del Consiglio comunale. Lo stesso Consiglio, inoltre, aveva già approvato all’unanimità, il 7 marzo 2016, una prima mozione di sentimenti per chiedere che venisse fatta piena luce sulla vicenda che aveva portato al barbaro assassinio del giovane ricercatore friulano. Con questo nuovo documento si continua a chiedere a tutte le autorità coinvolte – Parlamento e Governo italiani, ambasciata egiziana in Italia – di profondere ogni sforzo per accertare la verità. In particolare al ministro degli Esteri si chiede che venga mantenuto il ritiro dell’ambasciatore italiano dall’Egitto fino a quando non sarà fatta piena luce sulla scomparsa di Giulio Regeni. Nel testo della mozione il Consiglio comunale chiede inoltre che si solleciti l’ufficio di presidenza del Senato affinché venga al più presto calendarizzata la proposta di legge relativa all’introduzione nell’ordinamento giuridico italiano del reato di tortura, un tema che l’assemblea di palazzo D’Aronco aveva già affrontato nel luglio 2015 su iniziativa del consigliere comunale del Pd, Mario Barel. Il documento approvato sarà inviato al ministro degli Esteri e ai presidenti di Camera e Senato, nonché all’ambasciatore egiziano in Italia e al console generale di Milano.

 

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consiglio comunaleSollecitare l’ufficio di presidenza del Senato affinché venga al più presto calendarizzata la proposta di legge per l’introduzione del reato di tortura. Rinnovare la richiesta a tutte le autorità competenti di profondere ogni sforzo per l’accertamento della verità. Invitare Parlamento e Governo ad attivarsi in tutte le sedi internazionali preposte e mantenere il ritiro dell’ambasciatore italiano in Egitto fino a quando non sarà fatta piena luce sulla scomparsa di Giulio Regeni. Sono questi i contenuti salienti della mozione di sentimenti approvata quasi all’unanimità – 29 favorevoli, 1 astenuto – nel corso del Consiglio comunale di mercoledì 1° febbraio, per chiedere verità a giustizia per il giovane ricercatore friulano a un anno dalla sua scomparsa. “Il Comune di Udine è sempre vicino alla famiglia Regeni nella sua battaglia per Giulio e per la giustizia – spiega il sindaco di Udine, Furio Honsell, che ha presentato la mozione come primo firmatario insieme con la consigliera comunale Monica Paviotti –, così come è al fianco delle persone che si battono in nome di chi viene torturato e ucciso nel mondo. Questa mozione vuole tenere viva l’attenzione su questa grave vicenda e sulla questione del reato di tortura”.

L’amministrazione comunale di Udine aveva già aderito, il 25 febbraio 2016, alla campagna di Amnesty International Italia con l’esposizione dello striscione “Verità per Giulio Regeni” sul balcone di palazzo D’Aronco e all’interno dell’aula del Consiglio comunale. Lo stesso Consiglio, inoltre, aveva già approvato all’unanimità, il 7 marzo 2016, una prima mozione di sentimenti per chiedere che venisse fatta piena luce sulla vicenda che aveva portato al barbaro assassinio del giovane ricercatore friulano. Con questo nuovo documento si continua a chiedere a tutte le autorità coinvolte – Parlamento e Governo italiani, ambasciata egiziana in Italia – di profondere ogni sforzo per accertare la verità. In particolare al ministro degli Esteri si chiede che venga mantenuto il ritiro dell’ambasciatore italiano dall’Egitto fino a quando non sarà fatta piena luce sulla scomparsa di Giulio Regeni. Nel testo della mozione il Consiglio comunale chiede inoltre che si solleciti l’ufficio di presidenza del Senato affinché venga al più presto calendarizzata la proposta di legge relativa all’introduzione nell’ordinamento giuridico italiano del reato di tortura, un tema che l’assemblea di palazzo D’Aronco aveva già affrontato nel luglio 2015 su iniziativa del consigliere comunale del Pd, Mario Barel. Il documento approvato sarà inviato al ministro degli Esteri e ai presidenti di Camera e Senato, nonché all’ambasciatore egiziano in Italia e al console generale di Milano.

 

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