Reporter fermati a Cuba pronti al rientro in Italia


Sembra avviata verso la conclusione la vicenda dei quattro giornalisti italiani arrestati ieri a Cuba. Ai cronisti sono stati riconsegnati i passaporti e probabilmente già domani potrebbero lasciare l’isola caraibica per rientrare in Italia. Sono stati loro stessi a riferirlo, in contatto con le testate per cui scrivono che hanno poi rilanciato le loro dichiarazioni. In un primo tempo si era parlato, per loro, di un decreto di espulsione. “Non c’è stato alcun decreto di espulsione – ha fatto sapere invece la giornalista di Mediaset, Ilaria Cavo, a Tgcom 24 -. Abbiamo ancora un visto valido fino alla data dei nostri voli normali, ma abbiamo deciso di anticipare il nostro rientro, saremo domani in Italia nel primo pomeriggio”. Dopo l’arresto, il Ministero degli Esteri si è attivato per assicurare una veloce soluzione e su istruzione del ministro Giulio Terzi, funzionari del ministero hanno “preso contatto con l’Ambasciatore di Cuba a Roma per esprimere l’auspicio che la vicenda possa concludersi con il rapido rientro dei giornalisti in Italia, confidando nella collaborazione da parte cubana”, hanno fatto sapere fonti della Farnesina. Da parte sua, l’Ambasciatore ha assicurato che la questione è seguita con la massima attenzione dalle autorità dell’Avana. Ilaria Cavo e con lei il cronista del Messaggero Veneto, Domenico Pecile, il fotoreporter del Corriere della Sera, Stefano Cavicchi, e l’operatore Fabio Tricarico, erano andati a Cuba sulle tracce di Reiver Laborde Rico, fratello di Lisandra Aguila Rico, la donna in carcere a Trieste per l’omicidio di Paolo Burgato e Rosetta Sostero, la coppia di anziani coniugi massacrati nella loro villetta a Lignano, in provincia di Udine, la notte tra il 18 e il 19 agosto scorso. Laborde Reiver Rico, detto “Tyson”, è sospettato di essere stato suo complice nella rapina finita in tragedia, ma è riuscito a fuggire dall’Italia. I cronisti sono andati a Cuba sulle sue tracce, sono riusciti a trovarlo e a intervistarlo. Poi il fermo per “violazione dello status migratorio” perché erano entrati a Cuba con un visto turistico, senza specificare la vera ragione del viaggio. I cronisti sono stati sottoposti a diversi interrogatori. “E’ stato faticoso. Forse eravate più informati voi dall’Italia che noi lì – racconta Ilaria Cavo – Sono state ore complicate”, “ma siamo stati trattati con dignità”.

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