Ricordato l’eccidio di Porzus. Riccardi, “Aspettiamo il presidente Napolitano”

porzus15 febbraio 2012 – I partigiani ‘osovani’ hanno ricordato oggi, con una doppia cerimonia a Faedis e Canebola, i 20 ‘fazzoletti verdi’ trucidati il 7 febbraio 1945 alle malghe di Porzus e a bosco Romagno dai ‘gappisti’ comunisti guidati da Mario Toffanin, ‘Giacca’. Come avviene da 67 anni la cerimonia e’ stata sobria, ma particolarmente sentita anche se gli ultimi contributi degli storici hanno ormai chiarito ogni dubbio: quei ragazzi si immolarono per difendere l’italianita’ al confine orientale e per impedire che il comunismo jugoslavo potesse diventare ‘modello’ per la nuova Italia. Alla cerimonia, per la regione Friuli Venezia Giulia, e’ intervenuto l’assessore Riccardo Riccardi che ha reso noto ”l’ invito al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a visitare le malghe di Porzus per simboleggiare l’abbraccio del Paese a queste terre martoriate”. (ANSA)

“Il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha rinnovato l’invito al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a visitare le malghe di Porzus per simboleggiare l’abbraccio del Paese a queste terre martoriate. Confidiamo che il presidente, che avrebbe da tempo desiderato essere presente in questi luoghi, possa recarsi alle malghe nel prossimo mese di maggio”.
Lo ha reso noto oggi a Canebola, in comune di Faedis (UD), l’assessore regionale Riccardo Riccardi, che ha rappresentato l’Amministrazione regionale in occasione del 67° anniversario dell’eccidio delle malghe di Porzus, avvenuto il 7 febbraio 1945.
Per Riccardi “la cerimonia che si tiene qui ormai dal 1946 ha mantenuto il tono commosso che si addice alle occasioni in cui si ricordano amici o persone alle quali si deve molto, ma ormai da molti anni ha assunto anche il tono solenne che rivestono le occasioni ufficiali, nelle quali lo Stato in tutte le sue espressioni – Governo centrale, Regione, Province e Comuni – ricorda chi si è sacrificato per il bene di tutti”. Inoltre più recentemente “c’è stato qualcosa di nuovo: le riflessioni seguite alla caduta del Muro di Berlino del 1989, l’abbraccio dei due grandi vecchi (don Candido e Vanni) dell’agosto 2001, i successivi contatti da parte dell’Osoppo e dell’ANPI hanno lasciato il segno. Così come il riconoscimento dell’interesse storico-culturale del compendio delle Malghe da parte del Ministero, che possiamo definire pure Monumento nazionale anche se il timbro definitivo su tale riconoscimento lo potrà dare solo il presidente Napolitano”.
A tutto ciò, ha ancora sottolineato l’assessore Riccardi, si sono aggiunti “i contributi di importanti storici e studiosi di livello nazionale, che a partire dal 2010 hanno raccolto riflessioni significative, ormai condivise da parte dei più, cosa che avrebbe dovuto avvenire ben prima”.
“Bolla ed Enea, patrioti osovani che siete caduti alle Malghe e al Bosco Romagno, non siete morti invano, non siete stati dimenticati. Lo dice la gente e lo dicono gli storici che hanno riletto la vostra vicenda inserendola in un quadro molto più grande”, ha affermato Riccardi, aggiungendo che la loro testimonianza e il loro insegnamento sono ancora vivi e attuali.
Ecco dunque che per Riccardi “il cammino è quasi compiuto”. Manca solo un ultimo, importante riconoscimento, che “attendiamo con ansia: il pellegrinaggio ufficiale del presidente della Repubblica”.

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