Rio De Janeiro festeggia 60 anni di Zico

Domenica festeggeranno perfino i tifosi avversari. Si gioca Botafogo-Flamengo, uno dei derby carioca piu’ sentiti, ma soprattutto sarà il giorno del Natale rossonero, ovvero i 60 anni di Zico, una festa che accomunerà la nazione ‘flamenguista’ alla ‘torcida’ rivale perché per i brasiliani Zico è qualcosa che va al di là della bandiera di una squadra. Da giorni a Rio de Janeiro non si parla d’altro, e nella ‘cidade maravilhosa’é un fiorire di bandiere alle finestre, ‘outdoor’, cartelloni pubblicitari con la scritta “grazie per le emozioni che ci hai regalato” e striscioni, come quel “il tuo valore rimarrà nei nostri cuori” messo sulla strada che porta verso Jacarepaguà. Domani invece, nella sede del Flamengo, alla Gavea, verrà inaugurata una statua del ‘Galinho’. E’ la seconda della sua carriera, dopo la prima che gli dedicarono in Giappone, all’ingresso dello stadio del Kashima Antlers, la squadra di cui l’idolo eterno della ‘torcida’ del Flamengo è stato prima allenatore e poi tecnico. Il terremoto l’ha distrutta ma i nipponici la stanno ricostruendo, perché anche per loro Zico è qualcosa che non si dimentica (lo fecero anche ct della nazionale), e resterà per sempre nel cuore, campione non solo sul campo ma anche nei rapporti umani. Zico è ciò che è stato Del Piero per i tifosi della Juventus e come sarà per sempre Totti per chi ama i colori della Roma. E’ più di un campione o un idolo: per quelli del Flamengo è impossibile discutere del club se non si parla anche di lui. Il ‘galletto’ è un’icona, una specie di messia e per questo il giorno del suo 60/mo compleanno è stato ribattezzato il Natale ‘rubro-negro’. Ma è anche il simbolo del calcio brasiliano, un campione che riscuote stima unanime in tutta la nazione, immortalato in tante canzoni, come “Camisa 10 da Gavea” di Jorge Ben Jor o quel “Saudades do Galinho” che il grande Moraes Moreira, baiano ma ‘flamenguista’ fanatico, compose quando l’idolo rossonero venne ceduto all’Udinese: “e ora come rimango la domenica pomeriggio – era il ritornello della canzone – senza Zico al Maracanà?”. Intanto a Rio in molti compravano la maglietta della squadra friulana con il numero 10 e la scritta dello sponsor Agfacolor. Ci sono stati anche ‘Flamengao’ di Bebeto, cantante omonimo del calciatore, e il rap di Marcelo D2, un maestro del genere in Brasile, un altro rossonero fanatico che ha mischiato la musica alla sua passione per il campione preferito, quello immortalato anche dalla scuola di samba Estacio de Sà, che nel Carnevale di Rio del 1995 lo ha fatto sfilare e gli ha dedicato il suo ‘enredo’ per celebrare il centenario del Flamengo. Gli ha dedicato una musica al ritmo del ‘pagode’ anche l’ex compagno di squadra Leo Junior, che non ha fatto solo il campione di calcio ma anche il musicista, e con discreto successo. Peccato solo per Paolo Rossi, ancora l’incubo di milioni di brasiliani, per quella tripletta al Sarrià che distrusse i sogni di una delle migliori squadre di sempre. La Selecao del 1982, dream team senza titolo mondiale, è l’unico rimpianto che Zico, fuoriclasse per il resto vincente in tutto, si porta ancora dentro, sperando di rifarsi, almeno da tifoso, al Maracanà (in cui lui ha segnato 333 gol) tra poco più di un anno.