Safe Chain Tech, startup made in Friuli per il tracciamento

Si chiama Safe Chain Tech. E’ una startup made in Friuli ed è nata per gestire il tracciamento di tutte le interazioni tra le persone presenti in azienda o in cantiere, per segnalare potenziali assembramenti e per monitorare l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, Covid e non, in modo da tutelare la salute dei lavoratori e supportare il datore di lavoro o il responsabile della sicurezza in questa attività di controllo.

“Ovviamente – racconta Filippo Veronese amministratore e socio di SaFe Chain Tech Srl – questo è stato il primo obbiettivo della startup, ma è bastato muovere i primi passi nelle aziende per capire che con l’IoT si può veramente rivoluzionare il modo di lavorare e quindi l’attività si è rapidamente allargata. Grazie alla piattaforma sviluppata in tempi da record e all’uso di varie tipologie di sensori (es. beacon, Rfid, NFC) vengono monitorati tutti gli asset aziendali, tracciati i luoghi e chi è presente in quei determinati luoghi, oppure si può monitorare l’utilizzo dei mezzi o gli spostamenti in linea produttiva. Insomma l’IoT offre tante possibilità e Safe Chain vuole essere un punto di riferimento in quest’ambito”.

La pandemia da coronavirus, con le sue esigenze in materia di tutela e sicurezza dei lavoratori nei cantieri e in azienda, ha spinto le imprese più organizzate e che negli ultimi anni hanno sviluppato una forte propensione alla digitalizzazione a mettere a valore l’innovazione per razionalizzare e rendere più semplice la gestione post Covid 19 ed ecco che Safe Chain ha trovato subito applicazione in alcune importanti aziende del territorio come I.CO.P Spa, Maddalena Spa, Midolini Spa e numerose altre.

“In pochi mesi – conferma Veronese – con una soluzione facile ed economica per il Covid-19, abbiamo conquistato molte importanti realtà produttive, ma fin da subito gli imprenditori hanno intuito che con l’IoT si può veramente rivoluzionare il modo di lavorare portando efficienza, controllo e sicurezza. Così sono già partite diverse sperimentazioni, per esempio sul monitoraggio di tutti gli asset aziendali tracciandone la posizione, l’utilizzo, prevedendone le manutenzioni e quant’altro”.

Il caso delle aziende edili è forse uno dei più complessi nella gestione del protocollo Covid-19 in piena sicurezza e, come spiega Piero Petrucco, vicepresidente di ICOP “è tenendo conto di tutta questa complessità che abbiamo deciso di intraprendere il percorso Safe Chain, una App da installare sul cellulare in grado di gestire in modo semplice l’applicazione dei protocolli in materia di sicurezza condivisi e indicati dalle parti sociali”.

“L’applicazione web-based – prosegue Petrucco – consente di gestire dalla consegna dei DPI alla rilevazione e segnalazione immediata del rispetto della distanza minima prevista tra le diverse squadre che operano nel cantiere, fino alla compilazione in tempo reale e digitalizzata del registro dei contatti. Con il semplice utilizzo di RFID da applicare sulle strutture, come i servizi igienici, è inoltre possibile garantire l’uso degli stessi unicamente da parte della squadra prevista, evitando eventuali errori occasionali dei lavoratori. Ma non ci fermeremo qua, grazie all’utilizzo di questa piattaforma e dei vari sensori potremo raccogliere molteplici tipologie di dati utili dai nostri cantieri, che ci permetteranno di aumentare l’efficienza dell’azienda”.

In questi giorni Safe Chain Tech ha fatto ingresso anche in Confindustria Udine. Gli Industriali friulani, infatti, già da tempo hanno deciso di dare spazio all’innovazione e allo spirito imprenditoriale, selezionando sul territorio le startup più meritevoli, permettendo loro l’ingresso gratuito per due anni in Associazione e offrendo servizi specificamente dedicati alla loro crescita.