SALUTE: ATTIVITÀ FISICA E IMPEGNO SOCIALE PER INVECCHIAMENTO ATTIVO

Trieste, 20 mag – Esistono delle “pillole” del tutto speciali,
in grado di ridurre sensibilmente il rischio di sviluppare
patologie anche severe (infarto, alcuni tipi di tumori, diabete,
osteoporosi, depressione,…) e di migliorare la qualità della
vita. Sono le “pillole” del movimento. Vale a dire che l’attività
fisica, un’alimentazione consapevole, insieme all’impegno in
attività sociali, sono la risposta ottimale alle sfide della
terza età, la garanzia di un invecchiamento attivo. A condizione
che esse siano (metaforicamente) assunte 7 giorni alla settimana,
356 giorni all’anno.

Diverse confezioni di queste “pillole” (movement pills) sono
state distribuite oggi a Trieste, in occasione del convegno
europeo promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia in
collaborazione con “Moving Age” e “Lunga vita attiva”. Un momento
di confronto e scambio di buone pratiche tra realtà culturali e
sportive che operano sulla frontiera dell’invecchiamento operoso.

All’interno della scatoletta, naturalmente, non compresse con
principi attivi, ma consigli utili: camminare, nuotare,
passeggiare in bicicletta, … Fare un sano movimento, insomma.
Un convegno che non a caso si svolge a Trieste, capitale
dell’invecchiamento attivo a livello europeo, come ha
sottolineato la moderatrice, Ariella Cuk, per la sua altissima
presenza di “senior”, per un diffuso e vivace associazionismo
culturale e una consolidata attitudine al movimento e allo sport.
E capitale del Friuli Venezia Giulia, seconda regione italiana
dopo la Liguria e quarta in Europa per presenza di
ultrasessantacinquenni e, anche per questo, all’avanguardia nel
panorama nazionale per aver dato vita due anni fa ad una legge
finalizzata proprio alla promozione dell’invecchiamento attivo
(L. 22/2014).

All’incontro, in rappresentanza della Regione, sono intervenuti
la consigliera Renata Bagatin e l’assessore alla Salute, Maria
Sandra Telesca. La quale ha ribadito come la vecchiaia può
diventare una fase importante nella vita. La legge, pertanto, non
vede gli anziani come dei portatori di bisogni ma come
un’autentica risorsa. Persone che possono dare un contributo
importante alla società. E se uno stile di vita sano è il
presupposto del mantenimento di capacità fisiche, intellettive,
lavorative, parallelamente il coinvolgimento degli anziani in
attività di vario tipo ne promuove la partecipazione,
contribuisce a sviluppare le relazioni.

E’ questo lo spirito della legge 22, che è stata declinata in un
programma triennale di interventi, superando una precedente
visione assistenziale e sanitaria nei confronti dei “vecchi”, per
rafforzare le iniziative sul versante del sostegno all’autonomia
e all’indipendenza. Un’ottica di prevenzione consapevole delle
malattie che si traduce in una migliore qualità dell’esistenza e,
molto probabilmente, anche in risparmi in termini di spese
sanitarie.

Più nel dettaglio, come ha ricordato l’assessore a margine del
convegno, nel promuovere l’invecchiamento attivo la Regione
collabora con gli enti locali, le aziende sanitarie e quelle di
servizi alla persona, le istituzioni scolastiche e le Università
delle LiberEtà e della Terza Età, associazioni e organizzazioni
no profit. Insieme a essi pianifica interventi coordinati e
integrati negli ambiti di salute e sicurezza, partecipazione,
formazione, tempo libero e sport, cultura e turismo sociale,
volontariato.
ARC/PPD/EP

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