SALUTE: CONVEGNO AL GERVASUTTA SU GIORNATA INTERNAZIONALE DISABILITA'

Udine, 3 dic – La disabilità è al primo posto dell’agenda
sociosanitaria del Friuli Venezia Giulia e si presta in maniera
ideale a mettere in atto le azioni previste dalla riforma
regionale della sanità, in quanto essa s’impernia sul concetto di
“prendersi cura”.

E’ la tesi di fondo espressa dall’assessore regionale alla
Salute, Integrazione socio-sanitaria, Politiche sociali e
Famiglia Maria Sandra Telesca al seminario che si è tenuto oggi
all’Istituto di medicina fisica e riabilitazione Gervasutta di
Udine in occasione della Giornata internazionale delle persone
con disabilità.

Il fatto che la “Consulta regionale delle associazioni di persone
disabili e delle loro famiglie del Friuli Venezia Giulia” sia
riconosciuta sin dalla legge regionale 41 del 2006 come organismo
non solo rappresentativo ma anche di coordinamento è, secondo
Telesca, un valore aggiunto. Il Friuli Venezia Giulia – così il
presidente della Consulta Vincenzo Zoccano – è un modello da
esportare e da ampliare, intensificando quello che già oggi è un
dialogo costante con l’Amministrazione regionale, che deve
portare a politiche sempre più estese e interdisciplinari.

La Consulta esercita un ruolo di stimolo ad applicare i 17
obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 per uno sviluppo
sostenibile, ratificata da 153 Paesi del mondo.
Sulle politiche rivolte alla disabilità in Italia, secondo
Zoccano, pur in presenza di alcune eccellenze, si registrano
ritardi e disomogeneità. In particolare, l’Osservatorio nazionale
sulla disabilità, a giudizio del presidente della Consulta,
dovrebbe essere un organismo indipendente e maggiormente
collegato al territorio. Tra le risorse in più del Friuli Venezia
Giulia è stato evidenziato nel seminario odierno il ruolo del
Criba (Centro regionale di informazione sulle barriere
architettoniche), sostenuto e finanziato dalla Regione, servizio
tecnico-operativo di supporto a Enti pubblici, progettisti e
cittadini rispetto ai problemi dell’accessibilità, che
nell’ultimo anno ha fornito 500 consulenze.

Dalle testimonianze delle Consulte territoriali è emerso un
quadro articolato. Ernesta Tam, presidente del Comitato Disabili
della provincia di Udine, ha insistito sulla necessità di dare
risposte a domande pubbliche e private secondo una regia e di
favorire il più possibile l’autonomia delle persone disabili. Tra
i buoni esempi, due strutture sorte su iniziative di genitori: il
centro sull’autismo di Tavagnacco e la struttura per disabili di
Gorizia che attualmente ospita cinque ragazzi, sulla quale si è
soffermato Gabriele Grudina, presidente dell’Associazione
genitori consapevoli e della Consulta disabili territoriale Bassa
Friulana-Isontina.

Domotica e assistenza personale, lo ha ricordato Sergio Raimondo
della Consulta di Pordenone, devono sostenere l’obiettivo di una
vita indipendente e il diritto del disabile di vivere in libertà.
Questa prospettiva, secondo Mauro Morassut della Consulta
triestina, si è giovata negli ultimi dieci anni di un cambiamento
culturale importante che segna oggi un approccio più maturo,
visibile ovunque: nei trasporti, negli esercizi commerciali e
nella disponibilità dei giovani. Anche l’ospitalità, come ha
spiegato il direttore marketing di PromoTurismoFVG Bruno Bertero,
si sta adeguando: i corsi di formazione organizzati per le guide
autorizzate, al via il prossimo 5 dicembre, saranno all’insegna
del “turismo per tutti”, mentre già vengono mappati gli edifici
turistici che figurano nei percorsi delle visite guidate, con
l’obiettivo di fornire dettagli codificati di accessibilità. Tra
le altre iniziative in proposito, PromoTurismo ha in programma la
predisposizione di un video sull’accoglienza turistica in Friuli
Venezia Giulia destinato alle persone non udenti.

Accanto all’impegno dei Vigili del Fuoco per la formazione dei
soccorsi alle persone disabili, illustrato dal direttore del
Comando di Pordenone Stefano Zanut, sono stati i dirigenti
comunali di Pordenone, Trieste e Udine a tratteggiare i percorsi
intrapresi dagli Enti locali nell’abbattimento delle barriere
architettoniche verso nuovi modelli di vivibilità. Si tratta di
politiche fatte, ad esempio, di piccole rampe in vetroresina che
sostituiscono i gradini (Udine) oppure anche solo di cartelli che
segnalano percorsi per le carrozzine (a piazzale Marcolin a
Pordenone) oppure a Trieste di strumenti di comunicazione con la
Polizia Locale per non udenti.
Accanto agli interventi di quotidianità, lo sforzo è però di
progettare e ripensare le città, tema su cui si è soffermata la
moderatrice Christina Conti, docente di Tecnologia
dell’architettura all’Università di Udine. Gli atenei di Trieste
e Udine sono particolarmente attivi nella formazione accademica,
nel supporto progettuale, nell’attività di ricerca, di rete con
altre università e di sensibilizzazione su modelli di
accessibilità e inclusione. Tra le iniziative si segnala il
progetto Labac (Laboratorio di accessibilità), cui hanno
collaborato istituzioni e ateneo triestino accanto alla Consulta
disabili.

Sul versante dell’esperienza sociosanitaria, Annalisa Chiappa ed
Elena De Paoli, assistente sociale e fisioterapista del
Gervasutta, hanno portato la loro testimonianza sui casi in cui
la disabilità, per effetto di mali o incidenti, irrompe nella
vita delle persone, segnando una “frattura esistenziale”.
Fondamentale nel percorso di accompagnamento, è stato detto, è il
ruolo delle visite domiciliari che deve coinvolgere anche i
distretti per riorganizzare l’ambiente domestico in cui il
neo-disabile tornerà a vivere dopo la dimissione ospedaliera.

La disabilità – è la tesi sostenuta coralmente nel seminario di
Udine – può essere una condizione di chiunque. Come ha ricordato
il direttore del Dipartimento di medicina riabilitativa del
Gervasutta Agostino Zampa nella sua introduzione seguita al
saluto del sindaco di Udine Furio Honsell, nel mondo si contano
650 milioni di disabili – che comporrebbero la terza nazione più
popolosa dopo Cina e India -, 6 milioni dei quali in Italia –
secondi solo al numero di abitanti della Lombardia. In Friuli
Venezia Giulia, secondo le stime della Consulta regionale, le
persone in condizione di disabilità sono 60mila.
ARC/PPH/ppd

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