Salute: disturbi alimentari richiedono risposte articolate

La Regione è impegnata a fronteggiare i disturbi del comportamento alimentare, sempre più diffusi, e a
farlo con strumenti e intensità crescenti, tenendo ben presente che l’intervento non può essere solo medico e neuropsichiatrico perché i nostri ragazzi alle prese con bulimia o anoressia stanno lanciando un grido di aiuto e di richiesta di amore che pone una domanda più complessa alle famiglie e alla società. È quanto ha affermato l’assessore regionale ai Servizi informativi in occasione della presentazione dei nuovi spazi per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare (Dca) all’auditorium dell’ospedale di Monfalcone, nella ricorrenza della Giornata del fiocchetto lilla.

Nell’area del San Polo, dotata ora di tre ambulatori, sono trattati attualmente 200 pazienti tra ragazzi e adulti. Come è stato rilevato dai responsabili di Asugi, i fenomeni patologici hanno subito un forte incremento nel periodo del Covid con una crescita stimata del 30 per cento delle prese in carico, che si traducono in una prima fase in una visita una volta alla settimana, per raddoppiare quindi e trasformarsi in caso di necessità di un trattamento quotidiano. In Italia sono 3 milioni gli adolescenti che soffrono di disturbi del comportamento alimentare. Attiva a supporto dei pazienti è in Friuli Venezia Giulia l’associazione Fenice, che opera nelle scuole e in ausilio alle famiglie e che ha contribuito a promuovere l’evento odierno a Monfalcone.

Secondo l’assessore ai Servizi informativi, nel tracciare gli elementi multifattoriali dei Dca bisogna avere il coraggio di riconoscere anche che i social, quando propongono modelli di comportamenti irrealistici e insostenibili, sono un grandissimo nemico degli adolescenti più fragili. In particolare per le ragazze la ricerca della bellezza, anziché un percorso verso la consapevolezza e la realizzazione di sé stesse, diventa la comparazione frustrante con modelli inarrivabili. Ecco perché, a giudizio del rappresentante della Giunta, accanto a un’azione di salute imperniata su competenze trasversali, è indispensabile una
mobilitazione culturale e affettiva che investe famiglia, scuola e società. Chi soffre di Dca, infatti, come è stato rilevato all’auditorium del San Polo, tende non soltanto a soffrire di problemi di ansia e di depressione, ma anche a isolarsi dalla società.

Per il contrasto ai Dca Asugi ha attive equipe funzionali composte da psicologi, dietisti, educatori professionali, terapisti della riabilitazione psichiatrica, infermieri e psichiatri e neuropsichiatri. La collaborazione con l’Irccs Burlo Garofolo di Trieste è sistematica – è stato detto – ed è necessaria anche per l’abbassarsi dell’età media delle affezioni di bulimia e anoressia già a ridosso dei dodici anni. La sfida
successiva, è stato ricordato al San Polo, potrà essere data dall’attivazione in Friuli Venezia Giulia di strutture di livello residenziale in grado di fronteggiare i casi più gravi.