Salvare la più antica gru galleggiante del mondo

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Il pontone gru Ursus, interamente costruito nei cantieri triestini, giace abbandonato in un angolo del Porto Vecchio del capoluogo giuliano. Cosi’ oggi a bordo del pontone, la piu’ grande e antica gru galleggiante del mondo, e’ stata presentata l’iniziativa ‘Salviamo I’Ursus’, lanciata dalla Guardia Costiera Ausiliaria del Friuli Venezia Giulia.

La gru e’ un importante manufatto di ingegneria meccanica e navale che ha contribuito all’edificazione di opere portuali e costiere, utilizzato anche nella realizzazione di progetti navali che hanno assegnato alla nostra cantieristica un primato di qualita’ che possiede tuttora.

Per la struttura si sono ipotizzate numerose destinazioni, culturali, economiche e turistiche, ma alle parole non sono seguiti i fatti. Si e’ parlato di Torre Eiffel triestina, di una terrazza con vista panoramica raggiungibile con ascensori a cremagliera, di sede museale… Ma finora nulla di tutto cio’ si e’ avverato. Il grido di dolore per il destino della gru arriva dalla Guardia Costiera Ausiliaria del FVG, che finora si e’ fatta carico della gestione dello storico pontone.

Ora l’Ursus, privo di qualunque sostegno economico che ne consenta la manutenzione e il riuso, e’ abbandonato, ormeggiato fino a qualche giorno fa al Molo 23 all’interno del Porto Vecchio e spostato in questi giorni nei pressi della Stazione Marittima per la manifestazione ‘Expo Barca’. In mancanza di interventi, la struttura e’ destinata a una sicura fine, per quanto molti esponenti politici si siano espressi a piu’ riprese a favore di un suo riutilizzo in chiave moderna.

“E’ necessaria percio’ un’azione forte – hanno affermato il presidente Roberto de Gioia e i membri del Consiglio direttivo della Guardia Costiera Ausiliaria del FVG – che sia in grado di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e susseguentemente degli enti preposti per salvare questa importanza testimonianza storica di architettura industriale. Come Guardia Costiera Ausiliaria del FVG ci facciamo promotori di una raccolta di firme per sensibilizzare chi di dovere e richiamare l’attenzione sul destino dell’Ursus”.

La petizione verra’ consegnata alle istituzioni e agli enti competenti sul territorio, ma anche a potenziali sponsor privati, con la speranza che si adoperino per salvare questo autentico monumento all´operosita’ Triestina. L’architetto Claudio Visintini, autore di uno dei progetti per il recupero dell’Ursus, ha spiegato che con 1 milione di euro potrebbe esserne attuata una prima tranche di lavori, che consentirebbe la messa in sicurezza del Pontone e la realizzazione di un percorso di vistata aperto al pubblico completo di punto di ristorazione.

Fonte: Adnkronos

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