SANITÀ: TELESCA, CON REFERENDUM RISCHIO PARALISI SERVIZI

Udine, 3 lug – “È irresponsabile nascondere i veri e immediati
effetti dell’abrogazione della legge o dell’indizione del
referendum, a cominciare dalla paralisi delle nuove aziende
sanitarie che sono partite da un anno con fusioni e accorpamenti”.

Lo afferma l’assessore alla Salute Maria Sandra Telesca,
commentando la richiesta di indire un referendum di abrogazione
della riforma regionale.

“Le nuove cinque aziende sanitarie vivrebbero il periodo del
referendum con un’inevitabile stato di incertezza che avrebbe un
effetto devastante sui servizi ai cittadini”, aggiunge
l’assessore, ricordando che “l’effetto di un’eventuale
abrogazione sarebbe che le Aziende da 5 dovrebbero tornare 9 e
bisognerebbe nominare quattro direzioni nuove con tempi che
inevitabilmente rallenterebbero l’attività sanitaria”.

“Inoltre, si bloccherebbe l’attivazione dei centri di assistenza
primaria sui quali si sta lavorando da un anno e – sottolinea – i
piccoli ospedali salvati dalla riconversione finirebbero per
chiudere davvero perché non rientrano negli standard previsti
dalle norme nazionali”.

“A titolo di esempio – spiega Telesca – in caso di abrogazione
della legge, l’azienda Bassa friulana-Isontino dovrebbe
ri-scomporsi in due aziende e quindi si bloccherebbero i servizi
di prenotazione delle prestazioni, i reparti riorganizzati su
un’unica azienda dovrebbero essere divisi con disagi per il
personale che si è appena riorganizzato. I nuovi posti attivati
di riabilitazione e Rsa dovrebbero essere scomposti in due
aziende e anche i posti da assegnare all’Ospizio marino di Grado
verrebbero messi in discussione”, puntualizza l’assessore.

“Queste sono fatti concreti che devono essere puntualmente
esposti da chi chiede il referendum, ma soprattutto devono essere
conosciuti dai cittadini della nostra Regione. Perché qui non è
in discussione la democrazia ma – conclude Telesca – il diritto a
continuare a ricevere cure e servizi sanitari”.
ARC/EP/com

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