Sicurezza: Serracchiani-Minniti, patto Stato-Fvg aperto a Comuni

Trieste, 5 set – Un patto con la Regione per la sicurezza da
mettere a punto entro ottobre.

È l’obiettivo emerso dall’incontro promosso oggi a Trieste nel
palazzo del Governo dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, con
la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani,
presente alla riunione assieme all’assessore Gianni Torrenti, ai
prefetti, ai vertici di tutte le forze dell’ordine e i sindaci
dei Comuni di Trieste, Gorizia, Pordenone, Udine e Gradisca
d’Isonzo.

La proposta delineata dal ministro ha come interlocutore del
Governo la Regione ma è rivolta anche ai Comuni rappresentati
nella riunione odierna dai rispettivi primi cittadini Rodolfo
Ziberna (Gorizia), Alessandro Ciriani (Pordenone), Roberto
Dipiazza (Trieste), Furio Honsell (Udine) e Lidia Tomasinsig
(Gradisca d’Isonzo).

Come ha spiegato il ministro, si tratta di affrontare il tema
della sicurezza in un contesto di “forte cooperazione tra lo
Stato e le realtà territoriali”, con un accordo
interistituzionale che segua e si colleghi al decreto sulla
sicurezza urbana, il quale porta la firma del ministro,
convertito in legge lo scorso aprile.

Nel corso della riunione in Prefettura, in continuità con il
focus sul tema dei migranti e dei richiedenti asilo, Serracchiani
ha richiesto una maggiore presenza delle forze dell’ordine in
Friuli Venezia Giulia, regione di frontiera dove è importante
rendere ancor più visibili i presidi della sicurezza e prevenire
ogni possibile infiltrazione criminale o terroristica.

“Da parte nostra – ha detto Minniti – c’è e ci sarà il massimo
dell’attenzione”. Il ministro ha del resto ricordato che nella
sua strategia politica sul tema dei migranti vi è il
coinvolgimento diretto dei Paesi contermini al Friuli Venezia
Giulia, come l’Austria e la Slovenia, che sono membri del gruppo
di contatto sul grande tema del Mediterraneo centrale. Di qui
l’importanza della collaborazione internazionale tra le forze di
polizia.

Minniti ha anche ricordato di essere stato definito criticamente
“uno sbirro” a fronte di risultati che segnano un forte
rallentamento del flusso dei migranti in Italia, per via della
semplificazione delle procedure dei ricorsi dei richiedenti
asilo. Una semplificazione cui la presidente del Friuli Venezia
Giulia ha detto di “guardare con favore” perché bisogna “evitare
tempistiche di rimpatrio che sono incompatibili con le esigenze
della sicurezza”.

Sul tema specifico dei richiedenti asilo, il ministro ha
rilanciato l’utilità del Cpr (Centro di per il rimpatrio, uno per
regione, destinato a non più di 80-100 persone), centro che
andrebbe a sostituire in Friuli Venezia Giulia il Cara di
Gradisca e non ad aggiungervisi, e ha osservato che una
disponibilità all’accoglienza diffusa superiore a quella degli
attuali 94 comuni su 216 risolverebbe gran parte dei problemi
percepiti in Friuli Venezia Giulia.

Minniti, dopo aver ascoltato i sindaci, ha rivendicato di aver
prospettato sul tema della sicurezza una visione complessiva e
organica, ma ha anche chiesto ai primi cittadini, al di là del
loro colore politico, una risposta franca e rapida alla proposta
di un patto per la sicurezza ampliato ai territori comunali.
ARC/PPH/fc

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