Sono 4000 i profughi ucraini in FVG

“Ad oggi si registrano circa 80mila profughi di cui 4mila in Friuli Venezia Giulia. Stiamo lavorando per dare loro delle risposte ma è necessario monitorare il fenomeno per capire se e come evolverà. La macchina organizzativa sta funzionando ma deve essere migliorata in particolare sull’identificazione sotto il profilo sanitario”. Lo ha detto il vicegovernatore con delega alla Protezione Civile del Fvg, Riccardo Riccardi, che ha visitato con Fabrizio Curcio, capo del dipartimento nazionale di Protezione Civile, il punto neve a Ugovizza trasformato in un presidio di primo arrivo per i profughi ucraini dove gli uomini della Polizia effettuano i primi controlli e nel quale sono presenti anche gli operatori di Unhcr – l’agenzia dell’Onu per i rifugiati – con i volontari della Protezione civile che si occupano della distribuzione di generi di prima necessità. Riccardi ha sottolineato due aspetti: la tenuta dell’accoglienza delle persone che scappano dalla guerra e la preoccupazione per l’altro flusso, quello della rotta balcanica, che ha caratteristiche diverse. Il vicegovernatore ha evidenziato la grande alleanza che permette di dare risposte ai profughi grazie alle Forze dell’ordine, al dipartimento nazionale di Protezione civile, ai volontari, ai Comuni, alle prefetture. Dal 26 febbraio scorso, in Friuli Venezia Giulia i controlli effettuati nei tre valichi di frontiera Fernetti, Ugovizza e Villesse, sono stati 47.585. “Tutti ne auspichiamo una riduzione – ha detto Riccardi – sarebbe un segnale concreto di una diminuzione della tensione in Ucraina”. “Sono ritornato in Friuli Venezia Giulia per vedere sul posto le problematiche – ha spiegato Curcio -, come sta procedendo l’organizzazione ed è fondamentale parlare con gli operatori che operano in loco”. Curcio ha rilevato come più del 60% delle persone che provengono da zone di guerra passa attraverso le frontiere di terra “quindi il modo in cui si verificano i controlli, si accolgono le persone è un elemento di assoluta rilevanza anche per l’accoglienza che viene fatta nel resto del Paese; è il nostro biglietto da visita”.