SUOLO AGRICOLO, BENE COMUNE DA DIFENDERE

L’eccessiva spinta impressa alla liberalizzazione delle attività commerciali e, più in generale, all’espansione del settore dell’edilizia sta sottraendo al settore primario, purtroppo anche nel territorio regionale, la sua più importante risorsa: il suolo agricolo.
I dati divulgati dall’Ispra non sono certamente incoraggianti e segnalano come, nonostante sia da tempo in atto un costante calo demografico, il consumo di suolo in Italia stia toccando soglie preoccupanti, tanto da far ritenere che la continua perdita di terreno agricolo porterà ben presto l’Italia a dipendere sempre più dall’estero per l’approvvigionamento di risorse alimentari.
Tra le numerose attività che la Federazione regionale della Coldiretti sta portando avanti, nell’interesse dei propri consociati e delle future generazioni, si segnala la predisposizione di una specifica proposta di legge, sottoposta negli scorsi mesi all’attenzione della presidente della Regione.
Una proposta tesa a rimarcare l’obiettivo prioritario di una progressiva riduzione nel consumo della superficie agricola attraverso puntuali misure, tra le quali: la classificazione dei terreni agricoli, in ragione del relativo pregio, fertilità e valore paesaggistico, l’inserimento di una clausola di “invarianza” che imponga ai Comuni, in tutti i casi in cui intendano utilizzare aree agricole per l’espansione delle strutture commerciali, di reperire altrove aree di pari estensione e caratteristiche da destinare alle attività agricole. Una tutela estesa alle superficie agricole, qualificate come tali dagli strumenti urbanistici, nonché alle aree di fatto utilizzate a scopi agro-silvo-pastorali indipendentemente dalla destinazione urbanistica e a quelle, comunque, libere da edificazioni e infrastrutture, e suscettibili di utilizzazione agricola. Un ruolo importante verrebbe svolto dalla giunta regionale, chiamata innanzitutto a fotografare lo stato dell’arte e a suddividere la superficie agricola edificabile nel territorio regionale, indicando il limite massimo di edificabilità e ripartendola tra i Comuni della Regione. Per conseguire tali finalità, la proposta di legge prevede venga incentivato il ruolo attivo dei Comuni, che in quanto promotori di azioni per la realizzazione di interventi di rigenerazione urbana, nonché di interventi volti a favorire l’insediamento di attività agricola urbana e il ripristino delle colture nei terreni agricoli incolti, abbandonati, inutilizzati, potrebbero fruire dei finanziamenti regionali erogati in materia di governo del territorio. Incentivi anche per i privati che, singoli o associati, intendano effettuare il recupero di edifici e di infrastrutture nei nuclei abitati rurali, nonché il recupero del suolo a uso agricolo mediante la demolizione di capannoni o altri fabbricati rurali abbandonati.
In buona sostanza, l’idea di fondo di cui Coldiretti si fa portatrice è che il consumo di suolo agricolo venga consentito esclusivamente nei casi in cui non sia possibile riutilizzare le aree già urbanizzate o la rigenerazione delle stesse. Questo per non compromettere le funzioni vitali e insostituibili della risorsa, che vanno dal mantenimento dell’equilibrio ambientale alla salvaguardia della salute umana e animale, dalla produzione agricola alla tutela degli ecosistemi naturali, dalla difesa dal dissesto idrogeologico alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici.
Una presa di posizione resasi necessaria per la scarsa incisività degli strumenti, pur adottati dal legislatore regionale negli scorsi anni, ma i cui apprezzabili propositi erano rimasti lettera morta a causa della mancata adozione di una prospettiva d’azione forte, unitaria e organica.
Da un lato rimaneva infatti del tutto inattuato l’obiettivo della promozione dello sviluppo sostenibile e del recupero delle aree industriali e commerciali non utilizzate nonché del riuso del patrimonio edilizio esistente, di cui alla legge regionale 11/2015. Egualmente vanificato ogni effetto utile atteso in conseguenza della modifica del procedimento di approvazione delle varianti urbanistiche di livello comunale, introdotto con la legge regionale 21/2015.
Nei prossimi mesi la Federazione regionale della Coldiretti monitorerà l’effettiva presa in carico della proposta di legge in parola da parte delle autorità preposte, curando ogni ulteriore iniziativa utile in tale direzione.

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