Teatro: Paolini porta “Ballata di uomini e cani” a Tolmezzo e Palmanova 1/2 aprile 2015

Ballata di uomini e cani 2_ph Marco Caselli NirmalUn canzoniere teatrale con brani tratti da racconti di Jack London e con musiche e canzoni a essi ispirate. Questo è Ballata di uomini e cani di Marco Paolini che il circuito ERT ospiterà mercoledì 1. aprile al Teatro Candoni di Tolmezzo e giovedì 2 aprile al Teatro Modena di Palmanova. Entrambe le repliche avranno inizio alle 20.45. Sul palco, a dare vita a questa Ballata, oltre a Marco Paolini, ci saranno tre musicisti: Angelo Baselli (clarinetto), Gianluca Casadei (fisarmonica) e Lorenzo Monguzzi (chitarra e voce), quest’ultimo spesso al fianco dell’affabulatore bellunese negli ultimi lavori.

Ballata di uomini e cani in versione “studio” era già stato ospite del circuito ERT due stagioni fa, ora arriva nella sua forma completa. Lo spettacolo è un tributo a Jack London, scrittore a cui Paolini deve una parte del suo immaginario di ragazzo. Jack London è certamente l’autore di Zanna Bianca e del Richiamo della foresta, ma la sua produzione letteraria è molto più vasta. Per questo spettacolo Paolini è partito da tre racconti del Grande Nord, raccontando le storie nei boschi, nei rifugi alpini, nei ghiacciai; si sono poi aggiunte le ballate musicate e cantate da Lorenzo Monguzzi.

Il primo racconto è ironico, lieve, parla di Macchia, un cane con un occhio nero, bello, simpatico e furbo, troppo furbo. L’unico cane da slitta che non sa, o non vuole, tirare. Un cane con sentimenti quasi umani, che sente come suoi i diritti degli uomini. Un cane che ha sempre fame, che ruba e uccide, per gioco e per furbizia, polli, conigli e quant’altro di commestibile. L’unico cane che annusa la carestia in tempo per andarsene prima di diventare cibo per gli umani. Il secondo racconto cambia il tono della narrazione. Bastardo è il cane protagonista, Black Leclère il suo padrone. Li lega l’odio. Cresceranno in simbiosi, nel freddo, nella fatica, nella paura reciproca, in un crescendo che sembra culminare in una lotta disperata tra i due, in cui il cane semi distrutto dalle bastonate ancora ringhia il suo odio. Leclère non lo finisce, ma lo cura, cura prima le sue ferite di quelle infertegli dal cane. Entrambi si riprendono, ciascuno coltivando la dipendenza dall’altro, fino a un inaspettato quanto tragico finale. Il terzo racconto è la scintilla da cui è scaturito lo spettacolo. To build a fire: Preparare un fuoco. La storia, più volte riscritta dallo stesso London, è quella di un uomo e del suo cane, che durante la corsa all’oro tentano una strada diversa, più breve ma più rischiosa. Gli errori, apparentemente piccoli, determineranno la fine del protagonista che non riuscirà a sopravvivere al gelo, ad accendere quel fuoco che potrebbe salvargli la vita. Il cane incredulo non riuscirà a cambiare le certezze ed assisterà all’arresa dell’uomo all’inevitabile, salvandosi… forse.

Il racconto originale non chiarisce questo punto. Lo fa Paolini, il quale rivela che se può raccontare questa morte è perché lui, in tutte queste storie, ha assunto un diverso punto di vista: “Se posso raccontarla la morte dell’uomo è perché io, in tutte queste storie, sono sempre stato il cane” .
Oltre ai racconti lo spettacolo si compone di due ballate: una dedicata al Jack London vagabondo per scelta, che negli anni della crisi (quella del 1896) sale abusivo sui treni, in cerca di una possibilità di futuro, rischiando la morte sotto le rotaie; l’altra dedicata a Zaher Rezai, un ragazzino afgano, uno dei tanti vagabondi che oggi per cercare un futuro sono costretti a passaggi abusivi, rischiando la vita in acque nere, in terre desolate o, come Zaher, sotto le ruote di un Tir, il 10 dicembre 2008, a due passi da Venezia.

Maggiori informazioni e prenotazioni chiamando l’Ufficio Cultura del Comune di Tolmezzo (0433.487961) e il Teatro Modena (0432.924148). Informazioni sullo spettacolo anche al sito www.ertfvg.it .