TERREMOTO FRIULI: SHAURLI, PULIZIA ETICA NELLA RICOSTRUZIONE

Inaugurata a Faedis mostra itinerante L’Identità di un Paesaggio

Trieste, 1 set – “Sicuramente c’è stata una pulizia etica del
popolo friulano nell’affrontare la ricostruzione post terremoto”.

Lo ha affermato l’assessore regionale Cristiano Shaurli
inaugurando, presso la sala consiliare del municipio di Faedis,
la mostra itinerante “L’Identità di un Paesaggio. La Memoria
della Ricostruzione”, aggiungendo che “vicino a queste indubbie
qualità c’è stata solidarietà da tutto il mondo e una classe
politica che ha fatto scelte intellettuali assolutamente
lungimiranti. Oggi i concetti del recupero del patrimonio
architettonico ci sembrano scontati, ma quarant’anni fa ciò non
era assolutamente così!”.

Fabio Di Bernardo, sindaco di Venzone e presidente
dell’associazione Comuni terremotati e sindaci della
ricostruzione del Friuli, ha quindi annunciato che martedì
prossimo, 6 settembre, saranno convocati proprio nella città
simbolo Venzone tutti i sindaci dei 137 Comuni dell’area sismica
per decidere insieme un programma unificato di aiuti alle
popolazioni terremotate dell’Italia centrale.

La mostra oggi ospitata a Faedis, voluta e organizzata dal
Servizio catalogazione, formazione e ricerca dell’ERPAC (Ente
regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia)
e dall’associazione Comuni terremotati e sindaci della
ricostruzione del Friuli, in collaborazione con l’Immaginario
Scientifico, da oggi a dicembre toccherà sette diversi centri del
territorio regionale.

Intende infatti proporre all’opinione pubblica una significativa
riflessione sulla ricostruzione in Friuli del patrimonio
culturale rappresentato dal paesaggio determinato dall’intervento
umano in tutte le sue diverse componenti: dettagli
architettonici, tecniche, materiali e modalità costruttive degli
edifici rurali e montani, pubblici e privati, religiosi e laici.
Tutti elementi fondamentali per l’identità di un popolo, colpito
gravemente nel cuore del suo territorio, ma che ha saputo
salvaguardare e ricostruire un’identità che rischiava di essere
persa per sempre.

Nella drammatica attualità del grave sisma che ha colpito
l’Italia centrale, di nuovo il Modello Friuli viene indicato come
il riferimento più utile alla ricostruzione e, in questo
contesto, appare significativa anche la particolare attenzione
alla cultura materiale del popolo friulano nel riconoscimento
delle diverse varietà locali grazie alle linee guida
dell’Amministrazione regionale che hanno stabilito di recuperare
e valorizzare, attraverso la corretta esecuzione delle opere di
riparazione e di restauro, i principali valori ambientali,
storici, culturali ed etnici connessi con l’architettura locale.

Si sono così realizzati oltre 1500 interventi nell’area centrale
del Friuli storico (tra questi, la mostra pone in evidenza quelli
dell’area di Faedis), facendo maturare complessivamente anche
nella società il recupero dei valori di fondo di una civiltà
unica perché posta all’incrocio delle grandi culture europee.
ARC/COM/fc

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