The Tempelhof Project: il fotografo Eugenio Novajra racconta il recupero partecipato delle aree urbane

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Dal 6 febbraio, allo spazio espositivo Interazioni, la mostra del fotografo friulano sulla riconversione di un vecchio aeroporto che ha coinvolto 10mila cittadini di Berlino
Raccontare con le immagini il genius loci e la partecipazione attiva tra gli abitanti e la città per salvare un parco di alto valore sociale, diventato simbolo di libertà: ecco The Tempelhof Project, la mostra del fotografo friulano Eugenio Novajra che sarà inaugurata il 6 febbraio alle ore 18 nello spazio dell’associazione culturale Interazioni (in via della Rosta a Udine), con una presentazione di Antonio Giusa, docente di storia della fotografia dell’Università di Udine. L’esposizione, che oltre al materiale fotografico propone una serie di interviste video ai protagonisti della vicenda, punta a ricostruire la storia del Tempelhof, ex aeroporto militare e civile di Berlino (la pista di atterraggio fu usata dal ponte aereo americano nel 1948-’49) il cui recupero ha coinvolto in modo partecipato migliaia di cittadini. “Tempelhof – spiega il fotografo -, è un’importante area, oggi viva, memoria di un passato e quindi documento storico-architettonico. Di proprietà del Comune dal 2009, dopo alcune proteste cittadine, causate dalla paura di vedere lo spazio oggetto di “gentrification”, l’amministrazione pubblica aprì il dialogo con la cittadinanza per discutere sulle possibili opzioni d’uso dell’area. Furono organizzate campagne on line, workshop, eventi e concorsi che coinvolsero più di 10mila berlinesi: la partecipazione attiva da parte dei cittadini è stata determinante nella definizione del piano di sviluppo dello spazio”. Proprio grazie a queste coinvolgimento, l’area verde tra i quartieri di Kreuzberg e Neukölln, una delle più grandi d’Europa, ospita ora orti biologici urbani ed é frequentato da molti sportivi, da famiglie, artisti e da appassionati dell’arte del volo degli aquiloni. “Il progetto, che ho elaborato con la collaborazione dell’artista Francesco Jodice, è nato perché quando lessi storia di Tempelhof, così piena di presenza sociale attiva sulla salvaguardia del territorio, ne fui rapito – spiega Novajra -. E la sua stagione di libertà e anarchia furono subito motivo di un nuovo viaggio di indagine fotografica”. La mostra sarà visitabile fino al 28 febbraio, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 19; sabato e domenica su appuntamento.
Eugenio Novajra è un fotografo freelance che vive tra il Friuli e Berlino. Si è formato presso l’Academy of Art College di San Francisco e lo IED di Milano. Dopo l’apprendistato in vari studi fotografici di Milano, tra cui il Superstudio, nell’87 ha aperto il suo primo studio fotografico e da allora ha lavorato soprattutto nei settori dell’editoria, corporate e reportage. Da sempre in viaggio ha elaborato la sua meta-fotografia tra l’Europa e le Americhe; dal 2007 realizza progetti personali con tematiche che riguardano il sociale, l’ambiente e l’antropologia urbana metropolitana con esposizioni anche all’estero. Continua a collaborare con enti pubblici e imprese oltre a dedicarsi all’insegnamento.

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