TIRzan e l’incrocio delle braccia

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Dopo lunga pausa festiva, si cerca di riprendere i soliti ritmi con l’augurio di smaltire velocemente gli eccessi enogastronomici tipici del periodo. Ahime? l’intento si preannuncia arduo.
Intanto il nuovo anno, per l’autotrasporto, regala aumenti di carburante, assicurazioni e autostrade che mettono a serio disagio il comparto. Con un 20% della flotta nazionale impossibilitata a partire dopo le feste, strangolata dalla cura Monti.

Camion fermi, autisti che prolungano forzatamente le ferie e che perderanno il lavoro. A catena tutte le conseguenze. Anzi, direi piu? che a catena, a valanga. Da tempo programmato, lo sciopero dell’autotrasporto iniziera? gia? il 16 gennaio dalla Sicilia, per poi trovar seguito in ambito nazionale, dal 23 al 27 gennaio.

Comunque la si pensi, si preannuncia un braccio di ferro poderoso. Personalmente, lo spero vivamente. L’Italiani tutti sono stati chiamati per l’ennesima volta a risolvere problemi economico finanziari creati da altri e tra questi Italiani ci sta il mondo del camion che con il solo gasolio a un Euro e settanta, e? destinato a schiattare in breve tempo. Nessuno, nella filiera del trasporto sembra disposto a pagare tariffe piu? alte, proporzionate all’aumento dei costi.

Vi piaccia o no, l’Italia ha una conformazione tale da impedire una vera e seria crescita di trasporto alternativo, l’80% delle merci viaggia su gomma, arriva a tutti su gomma. Penalizzare fino a far chiudere, tante aziende di trasporto, vuol dire dar un colpo ferale all’economia anche perche? c’e? tutto un indotto che ne paga le conseguenze in maniera altrettanto triste.

A differenza di altre volte, spero che gli scioperi che stanno per esser messi in atto, si prolunghino fino a che non venga fatto qualcosa di concreto e spero, se non bastasse, che dopo i camion si fermino tutte le categorie di lavoratori. Hanno sempre parlato di riforme e rilancio dell’economia. Ma io vedo solo tasse dirette e indirette salire, costi sempre piu? alti a fronte di servizi sempre piu? scarni.

PS: buon anno!

Fabrizio Piras

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