Trieste: la Polizia di Stato da avvio alla prima edizione del Corso di alta specializzazione per i suoi investigatori 

Questa mattina, presso la Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato di Trieste, alla presenza del Direttore Centrale Anticrimine, Prefetto Francesco Messina, è stata inaugurata la prima edizione del corso di alta specializzazione per operatore di tecniche investigative e metodologie di indagine patrimoniale in ambito penale e di prevenzione. 

Il percorso formativo – della durata di tre settimane – è destinato a poliziotti provenienti da ogni parte d’Italia, che già prestano servizio in strutture investigative come le Squadre mobili, le Divisioni anticrimine, le Digos, la Polizia Postale, le squadre investigative dei Commissariati e della Polizia stradale e ferroviaria.

Obiettivo del corso è accrescere ed affinare il sapere investigativo degli operatori e delle operatrici, che oggi sono chiamati a prevenire e contrastare fenomeni criminali sempre più complessi, dinamici e al passo coi tempi. 

Secondo il Prefetto Messina, “grazie al costante impegno della Direzione Centrale Anticrimine, è stato creato un corso altamente specializzato che mette a fattor comune l’esperienza investigativa maturata nel tempo, espandendola ed aggiornandola, allo scopo di formare un investigatore moderno e multitasking, che lavori in squadra e che padroneggi tutti gli strumenti giuridici e tecnologici che l’ordinamento gli mette a disposizione, con particolare riguardo al settore dell’aggressione ai patrimoni illeciti accumulati dalle organizzazioni criminali”. 

Proprio le indagini patrimoniali funzionali alle misure di prevenzione proposte dai Questori rappresentano uno degli argomenti a cui sarà dedicato maggiore spazio in queste tre settimane di formazione, come altre materie innovative che oggi un investigatore deve saper padroneggiare, come l’utilizzo dell’intelligenza artificiale associata alle nuove banche dati in uso alla Polizia di Stato, l’analisi massiva dei tabulati telefonici e dei nuovi sistemi di messagistica criptata, gli errori da evitare sulla scena del crimine, l’utilizzo del DNA, la ricerca dei latitanti pericolosi, la prevenzione delle infiltrazioni criminali nella concessione dei benefici economici varati per l’emergenza pandemica, ed altro ancora.

Un’offerta formativa eterogenea, grazie alla quale i nuovi investigatori non saranno più settorializzati ma diventeranno più performanti, in grado di poter meglio svolgere indagini di ampio respiro, rispondendo così alle aspettative dell’Autorità Giudiziaria, alle esigenze di tutela delle vittime dei reati e – in ultima analisi – alle istanze di giustizia e legalità provenienti dall’intera collettività.