Trieste: rigassificatore, Ministro Clini frena il progetto del rigassificatore

Il 5 aprile scorso lo stesso Clini aveva sospeso la Valutazione di impatto ambientale (Via) per 180 giorni e nuovo sito da individuare per l’altro progetto di rigassificatore, quello proposto da Gas Natural. Nel decreto sulla proposta dei tedeschi della E.On, Clini segnala che nel progetto di terminale offshore di rigassificazione del metano liquido (Gnl) al largo di Trieste “mancano i dati sulle conseguenze dell’istituzione della fascia di sicurezza attorno all’ impianto” per stabilirne la compatibilità ambientale. Area che potrebbe estendersi alla Slovenia e “che potrebbe condizionare in modo rilevante il traffico marittimo nel porto di Trieste e nel golfo”. In altre parole, “non sono disponibili i dati relativi all’estensione della zona di sicurezza attorno al rigassificatore, come la cosiddetta safety zone, la separation zone e il corridoio di sicurezza, anche in relazione con le direttive dell’Imo, l’International maritime organization”. A tal proposito Clini cita un impianto analogo, quello realizzato negli anni scorsi al largo del delta del Po di fronte a Porto Levante (Rovigo), per il quale la capitaneria di porto di Chioggia ha stabilito sulla base delle direttive Imo prescrizioni di sicurezza che – se applicate al progetto offshore di Trieste – “avrebbero impatti significativi sul traffico portuale di Trieste e sulle acque territoriali dei Paesi vicini”. L’impianto proposto dalla E.On per il ministro va “visto in una chiave complessiva insieme con altri progetti simili in corso in Slovenia e in Croazia”. E’ per questa ragione che ha scritto una lettera al suo omologo sloveno, Dejan Zidan, proprio perché si considerino “le problematiche ambientali dell’Alto Adriatico in un contesto unitario e allargato, che tenga conto anche della necessità di approvvigionamento e di diversificazione energetica dei Paesi rivieraschi”.

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