Trieste: ruba pistola a poliziotto e si spara. Video su Facebook rimosso

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Un video completo di quanto avvenuto all’esterno della Questura sarebbe stato girato con un telefono cellulare da una persona testimone dei fatti che l’ avrebbe anche caricato su Facebook. Nel video sono riprese, secondo un testimone che ha raccontato di averlo visto, anche le scene più cruente. Il filmato avrebbe raccolto tanti “Mi piace” in pochi minuti. Poco dopo, però, è stato rimosso dal social network.

Si è avvicinato a un poliziotto lasciando il proprio posto in fila nell’affollato atrio della Questura, gli ha sottratto la pistola, lo ha spinto facendolo cadere e, prima di scappare, gli avrebbe rivolto contro l’arma. Poi è fuggito, tra la gente spaventata, inseguito da un ispettore. Fatti pochi metri, ha messo il colpo in canna ed ha sparato, prima contro una chiesa poi alla propria testa. E’ morto in serata all’ospedale di Cattinara, dove era ricoverato. Protagonista della vicenda è un giovane afghano di 21 anni, forse affetto da squilibri psichici. Solo dai filmati delle telecamere di sicurezza si potrà capire se il giovane ha puntato la pistola contro i due poliziotti, ed eventualmente capire se intendeva sparare ma lo ha fermato il fatto che fosse innestata la sicura. Ma si tratta di un elemento secondario nella vicenda, che dovrà essere approfondito dagli investigatori. I quali dovranno sentire anche l’agente al quale è stata sottratta la pistola, che è stato portato in ospedale per leggere contusioni. La vicenda ha sconvolto la città giuliana. Il giovane afghano era stato preso in carico dal Consorzio Italiano di Solidarietà di Trieste dopo che era stato rintracciato in strada, in ottobre. Aveva chiesto asilo, ottenendo un permesso di soggiorno per motivi umanitari, scaduto ieri. Per questo oggi è andato in Questura, voleva chiederne il rinnovo. Qualcosa, però, è scattato nella sua mente, forse già da giorni in uno stato di eccitazione, secondo quanto si è appreso. E da accertamenti risulta che avesse già manifestato intenti suicidi. ”Un dramma della disperazione”, lo ha definito il questore, Giuseppe Padulano, che “poteva avere ripercussioni ben peggiori perché in quel momento nell’atrio e nei pressi della Questura c’erano molte persone”. Padulano ha lodato gli agenti: ”Si sono subito resi conto, con sangue freddo, che non potevano intervenire con le armi da fuoco proprio a causa della folla”. Certo, il ragazzo conosce l’uso delle armi: alla fine della corsa ha tolto la sicura ed ha scarrellato mettendo il colpo in canna. Un’operazione che, in un momento di grande concitazione, non è così automatica. Anche in questo caso, c’è un aspetto sociologico inquietante: un video completo di quanto avvenuto sarebbe stato girato con un telefono cellulare da un testimone che l’avrebbe caricato su Facebook. Immediatamente sono fioccati i “Mi piace”, nonostante la disperazione della vicenda. Qualcuno ha avuto il buon senso di rimuoverlo

(di Francesco De Filippo) (ANSA)