Il Friuli è la 4^ regione più vecchia d’europa

anzianiIn un’Italia primatista tra i 28 paesi Ue nella percentuale di over 65 (21,4%), sulla base di dati Eurostat il Friuli Venezia Giulia, con il 24,7%, è la quarta regione più anziana d’Europa dietro a Liguria (27,7%), la tedesca Chemnitz (26,3%) e la greca Ipeiros (24,8%). Posizione di classifica alta anche per Trieste, la cui provincia è quattordicesima per anzianità nel continente. Percentuali e graduatorie emergono da uno studio dell’Ires Fvg curato da Gianluca Masotti, Chiara Cristini, Paolo Molinari e Alessandro Russo.

Una regione divisa a metà: la Venezia Giulia è più vecchia del Friuli. La fotografia delle Uti
La dinamica dello stock di residenti ultrasessantacinquenni tra il 2005 e il 2015 evidenzia come le donne passano da 161.600 a 177.600 persone (+16.000, pari al +9,9%) e gli uomini da 105.800 a 130.400 unità (+24.600, il +23,3%). Ma il Fvg è una regione divisa a metà: l’area triestino-goriziana invecchia di più rispetto a quella friulana. Nelle province di Trieste e Gorizia si riscontrano non solo le maggiori percentuali di anziani (28,4% e 26,3% con 65 anni e oltre) e di over 85 (4,6% e 4,2%), ma anche un numero superiore di ultracentenari ogni 10.000 abitanti (6,9 e 4,7).
Inoltre, la quota di ultrasessantacinquenni nell’Uti Giuliana (28,4%) e nelle due Uti goriziane (26,8% Alto Isontino e 25,8% Basso Isontino) appare superiore o analoga a quella delle Uti montane del Friuli (26,8% Carnia, 26,4% Canal del Ferro–Val Canale e 26,1% Torre). La provincia di Pordenone mostra la minore incidenza strutturale di anziani (22,4%), ma la loro più alta dinamica di crescita nell’ultimo decennio (+21,2%), con punte massime nelle Uti Sile (da 7.882 a 10.198 unità, +29,4%) e Noncello (da 21.351 a 26.877, +25,9%). La maggior presenza di stranieri (10,8% nel gennaio 2015, contro l’8,9% di Gorizia, l’8,5% di Trieste e il 7,7% di Udine) abbassa la percentuale over 65, sebbene il fenomeno sia destinato ad attenuarsi nel medio periodo per effetto della diminuzione del numero di immigrati.
Solitudine e povertà: il doppio rischio delle donne anziane
Con la premessa che le donne vivono mediamente molto più a lungo degli uomini (la percentuale di over 65 sulla popolazione regionale è pari al 28,1% tra le femmine e al 22% tra i maschi e, dei 586 ultracentenari residenti, ben 512, 87,4%, appartengono al genere femminile), la proporzione delle persone non coniugate sul totale degli over 65 era pari, nel 2005, al 22,5% tra i maschi e al 62,9% tra le femmine. Nel 2010, invece, rimane invariata la quota maschile (pari al 22,5%), mentre diminuisce quella femminile (59,1%, -3,8%). Nel 2015, infine, si osserva un lieve aumento dell’incidenza tra gli uomini (22,9%) e un calo di quasi 4 punti percentuali tra le donne. Secondo i ricercatori dell’Ires Fvg, «le marcate differenze di genere si pongono in stretta connessione con il fenomeno della povertà femminile in età anziana. Avendo una vita media più lunga, infatti, le donne sopravvivono ai coniugi, ma in condizioni economiche non sempre soddisfacenti».
Pensionati “ricchi” nei centri capoluogo e poveri in montagna
I pensionati più “ricchi” risiedono nelle Uti Friuli Centrale (19.098 euro medi), Giuliana (18.575), Noncello (17.817), Basso Isontino (17.511) e Alto Isontino (16.463), in linea con uno scenario che, su scala comunale, colloca ai primi posti i capoluoghi regionali e, a livello provinciale, i territori di Trieste e Gorizia. Nelle Uti montane del Friuli, invece, l’offerta di servizi per anziani deve confrontarsi con un contesto socio-economico più critico in cui, rispetto ai valori medi regionali, la maggior quota di ultrasessantacinquenni si unisce alle più elevate difficoltà di spostamento per l’accesso alle strutture sanitarie e al basso livello degli importi pensionistici medi, compresi tra i 15.650 euro (Uti Canal del Ferro–Val Canale) e i 14.229 (Uti Carnia).
Dall’invecchiamento all’invecchiamento attivo: sempre più anziani lavorano
Sempre più anziani rimangono nel circuito produttivo anche in prossimità o dopo il raggiungimento della pensione, impegnandosi soprattutto in attività imprenditoriali, autonome o libero-professionali. Nella fascia d’età over 65, il numero di occupati in Fvg aumenta del 50,4% dal 2010 al 2014 (da 7.498 a 11.276 unità, +3.778), mentre il tasso di occupazione in età avanzata, nello stesso periodo, sale dal 2,6% al 3,7% (+1,1). Incidono contestualmente su questo fenomeno, particolarmente evidente tra le donne (da 1.308 a 3.117 occupate, +138,3%) la crisi economica e le più recenti riforme pensionistiche.
Conclusioni
Il report, concludono Masotti, Cristini, Molinari e Russo, «evidenzia la profonda trasformazione demografica in atto, delineando i possibili effetti sociali dell’impatto economico-finanziario. La capacità di individuare per tempo strategie efficaci rappresenta una delle grandi sfide con cui l’Ue già chiamata a confrontarsi. Appare interessante evidenziare il caso Fvg, che ha recentemente legiferato in materia di promozione dell’invecchiamento attivo, con la l.r. 22/2014, adottando in tal modo un approccio al fenomeno in base al quale i soggetti over 65 non sono più da considerare come semplici portatori di bisogni, bensì risorse che, se opportunamente sostenute, possono ancora dare un importante contributo alla società».