Crisi Governo: addio Letta ora c’è Renzi

renzi2Nessuna polemica nei confronti di Letta e ”nessun processo al governo”, ma serve una ”fase nuova” con un ”esecutivo nuovo” per portare l’Italia fuori dalla ”palude”.Matteo Renzi arriva al Nazareno al culmine di una giornata convulsa per le sorti del governo, con voci e smentite (come quella di un’offerta a Letta di guidare il dicastero dell’Economia di un governo Renzi, bollata come “una grandissima sciocchezza” dal quartier generale dem) e indica chiaramente la linea in un documento letto alla direzione del partito che poi lo approva. Immediata la nota in cui il premier annuncia che venerdì salirà al Quirinale per rassegnare le dimissioni.

“Ringraziamo Letta per il lavoro svolto alla guida del governo”, il Pd, “assume il documento ‘Impegno Italia’ come contributo e rileva la necessità di aprire una fase nuova con un esecutivo nuovo” scandisce Renzi in direzione.
Il segretario del Pd assicura che “la direzione non è un processo al governo. Io vorrei capire se siamo in condizioni o meno di aprire una pagina nuova” e non è “una staffetta perché la staffetta va nella stessa direzione, qui si prova a cambiare ritmo e velocità”. “Se la situazione in cui ci troviamo richiede l’energia, l’entusiasmo di un cambiamento radicale, questo non è un derby caratteriale” ma necessità di cambiare, evidenzia il leader dem.
La scelta di un “nuovo governo – osserva – è una scelta azzardata, ma può avere senso se hai il coraggio di dire che l’obiettivo è il 2018 con riforme elettorali, costituzionali e il tentativo di cambiare le regole”.
E “il rilancio radicale che immaginiamo non deve suonare come una polemica verso Letta – dice Renzi – né dal punto di vista personale nei confronti di Enrico, né verso il governo che ha affrontato momenti di grande incertezza e turbolenza nell’ultimo anno”.
Renzi ci tiene a puntualizzare che “il Pd si trova in questo bivio non per scelta della segreteria o per mancanza di correttezza del Pd nei confronti del governo. Mai – rimarca – il Pd ha fatto mancare il suo appoggio. Lo sport preferito degli ultimi giorni è dire che è tutta colpa del Pd, ma oggi dobbiamo decidere e dalle forze di coalizione ci si chiede che il Pd assuma le sue responsabilità”.
“So che mettersi in gioco adesso ha un elemento di rischio personale ma quello di oggi non è un rischio personale, è un rischio per il Pd” sottolinea Renzi. ”Trovai nel bosco due strade di fronte a me, scelsi la meno battuta”, dice il segretario recitando la poesia di Robert Frost citata nel film ‘L’attimo fuggente’.
“La strada che ho scelto – spiega – è sicuramente più difficile che aspettare un lento logoramento, che si compiano gli atti, come pure qualcuno ha suggerito. Le mail che ho ricevuto sono di vario genere, ma le più belle sono quelle protettive ‘attento che ti bruci’. Ma se non avessi rischiato in altri momenti sarei al secondo mandato della Provincia di Firenze…”.
“Qualcuno ha scritto in queste ore di ambizione smisurata di Renzi, di ambizione smisurata del Pd – ricorda il segretario – Vi aspetterete che io smentisca. Non lo farò. Io non lo smentisco: c’è un’ambizione smisurata che ciascuno di noi deve avere che è quella di pensare che l’Italia non può continuare a vivere nell’incertezza, instabilità, nella palude e nel tentennamento”.
Alla fine la direzione, chiamata ad esprimersi con un voto al quale non partecipano Paola De Micheli insieme ad altri esponenti dem vicini a Letta, approva il documento sul governo con 136 voti favorevoli, 16 voti contrari e due astenuti, con una percentuale dei voti favorevoli pari all’88 per cento.
Il premier Enrico Letta, assente in direzione, fa sapere in una nota che salirà venerdì al Colle per dimettersi. “A seguito delle decisioni assunte dalla direzione nazionale del Partito Democratico – scrive in una nota – ho informato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, della mia volontà di recarmi domani al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio dei ministri”.
Il premier salirà al Colle dopo il Cdm convocato per le 11.30.