BASOVIZZA 1930: PANARITI, NON RINUNCIARE A CULTURA ANTIFASCISTA

Basovizza (Ts), 11 set – Il richiamo ad evitare “rimozioni ed
omissioni” sulle violenze perpetrate durante gli anni del
fascismo e l’esortazione a “non rinunciare alla cultura
antifascista” sono stati i contenuti centrali dell’odierno
intervento a Basovizza, sul Carso triestino, dell’assessore
regionale all’Istruzione, Loredana Panariti, nel corso della
cerimonia di commemorazione in ricordo di Ferdo Bidovec, Franjo
Marusic, Zvonimir Milos e Alojz Valencic, i quattro antifascisti
sloveni condannati a morte, nel settembre del 1930, dal Tribunale
speciale per la difesa dello Stato. In quell’occasione l’organo
di giustizia del regime fascista in via eccezionale si trasferì
da Roma a Trieste.

“Non deve essere stato facile per questi ragazzi rinunciare alla
propria giovinezza”, ha detto l’assessore. “Non dico che sono
stati coraggiosi: nei tanti racconti che ho ascoltato e nelle
memorie che ho letto, la scelta di resistere è stata sempre, come
ha scritto Vittorio Foa, indicata come una disperata necessità”.

Infatti, come ha ricordato Panariti, il regime fascista attuò già
dagli Anni Venti, contro gli sloveni e i croati, una politica
repressiva attraverso l’italianizzazione dei nomi e dei cognomi,
la negazione totale del diritto all’uso della lingua madre, la
messa fuori legge di tutte le organizzazioni culturali, sportive
e sociali, la soppressione della stampa, la chiusura delle
biblioteche e un’opera di snazionalizzazione che colpì anche il
clero.

“La nostra – ha dunque sottolineato l’assessore regionale – è una
regione dove il fascismo si è contraddistinto per la precocità e
per la violenza”. Pertanto “proprio perché conosciamo così bene
le derive del linguaggio, dovremmo ripudiare, in onore delle
persone che hanno combattuto perché noi potessimo vivere in pace
e in democrazia, ogni uso di parole aggressive, discriminatorie,
stereotipate”.

Da qui, da parte di Panariti, il collegamento con l’attualità e
in particolare le difficoltà in cui versa l’Unione europea. “La
paura – ha commentato – prevale sui diritti mentre crescono
formazioni xenofobe se non apertamente razziste. Muri e recinti
compaiono da più parti e, più che difenderci, mi pare ci isolino,
ci dividano e ci facciano dimenticare chi siamo”.

“Inseguire e alimentare populismi e nazionalismi – ha aggiunto
nel suo intervento – non è la risposta. La risposta è recuperare
e mettere in pratica quelli che sono i principi fondanti
dell’Europa e, tra questi, l’antifascismo va messo in primo
piano”.

Poi, citando una frase del presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella, Panariti ha concluso affermando che “è sempre tempo
di Resistenza, spetta a noi allargare il sentiero della concordia
in Europa”.

Alla tradizionale cerimonia hanno preso parte circa 500 persone,
tra le quali il ministro per gli sloveni all’Estero del governo
della Repubblica di Slovenia, Gorazd Zmavc, la console generale
slovena a Trieste, Ingrid Sergas, l’onorevole Tamara Blazina,
numerosi parlamentari sloveni, il vicepresidente del Consiglio
regionale del Friuli Venezia Giulia, Igor Gabrovec, il
consigliere regionale Stefano Ukmar e molti amministratori locali
delle province di Trieste e Gorizia e di diversi Comuni.

A Basovizza era presente anche la presidente del Comitato
istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena,
Ksenija Dobrila, che si è espressa in lingua slovena
sottolineando la necessità che i crimini fascisti non vengano
dimenticati ma, al contrario, messi al centro di un’analisi
critica e di un esame di coscienza. Facendo ciò, ha detto
Dobrila, sarebbe molto meno faticoso attuare il diritto, sancito
da più leggi, all’uso dello sloveno nella pubblica
amministrazione.
ARC/PV/fc

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