CENTENARIO FUSILÂZ: BOLZONELLO, UNA COMUNITÁ CHE NON DIMENTICA

Cercivento (Ud), 01 lug – “La storia dei Fuzilâz di Cercivento,
per troppi anni dimenticata, deve diventare un passaggio della
nostra storia condivisa: nel centenario della Grande Guerra
questa è l’occasione per ufficializzare un gesto di umana
comprensione verso quattro ragazzi che scelsero la vita a una
morte insensata”.

Lo ha sottolineato il vicepresidente della Regione Sergio
Bolzonello, intervenendo oggi alla cerimonia – alla presenza del
senatore Franco Marini, presidente del Comitato storico
scientifico per gli anniversari di interesse nazionale – che ha
reso onore nei pressi del cimitero di Cercivento alla memoria dei
quattro alpini del battaglione Monte Arvenis – Giovanni Battista
Coradazzi da Forni di Sopra, Angelo Massaro da Maniago, Basilio
Matiz da Timau e Silvio Gaetano Ortis da Paluzza – condannati a
morte nel luglio del 1916 al termine di un processo sommario per
essersi rifiutati di compiere un’azione militare suicida.

“Non una mera commemorazione, ma un’occasione per riflettere e
per continuare a tramandare alle giovani generazioni la memoria
di quello che è accaduto”, ha puntualizzato Bolzonello,
ripercorrendo quello che è considerato uno degli episodi più
cruenti della Grande Guerra.

“C’era bisogno di dare un esempio estremo a tutti i giovani
militari che popolavano queste trincee, una punizione esemplare
per bloccare sul nascere ogni forma di contestazione sugli ordini
impartiti: in quelle circostanze tornarono buoni quattro ragazzi
della nostra regione che faticavano a capire il dovere di
combattere e di uccidere i loro dirimpettai carinziani, con cui,
tante volte, avevano diviso lavoro e amicizia. Quattro giovani
che, figli di queste montagne, comprendevano come molti ordini
impartiti erano azioni irrealizzabili che portavano a vere e
proprie carneficine”.

Il vicepresidente ha rimarcato come sia arrivato il momento di
accogliere nella memoria collettiva il nome di questi quattro
ragazzi e quello di tutti i soldati giustiziati nella prima
Guerra mondiale”, compiendo un ulteriore passo nel cammino di
riabilitazione di questa triste vicenda; un percorso – ha
ricordato Bolzonello – è stato tracciato ufficialmente anche dal
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha posto il
problema della memoria dei soldati italiani giustiziati da
plotoni di esecuzione durante la Grande Guerra.

Un passo per la restituzione dell’onore di tutti quei militari
caduti per “mano amica”, ma che fanno parte dell’enorme
sacrificio umano per la nostra Patria, ha aggiunto il
vicepresidente.

“Non possiamo permetterci di dare nessun giudizio sul sacrificio
militare a difesa della nostra libertà, oggi nostro diritto
ereditato, ma dobbiamo a distanza di molti anni applicare in ogni
lettura la compassione umana e il rispetto per ogni vita persa”,
ha concluso Bolzonello sottolineando, infine, l’apporto
fondamentale della comunità di Cercivento.

“Se oggi infatti siamo qui presenti per ricordare questi ragazzi
lo dobbiamo alla memoria della comunità di questi luoghi che non
ha mai abbandonato il ricordo dei loro figli. Gli occhi che
furono testimoni di quell’avvenimento, all’alba di quel giorno di
luglio, sono il corpus orale che ha consentito molti decenni
dopo, di ricostruire questa triste vicenda e tenere alto il
valore di una lezione così importante per noi”.

Nella cerimonia davanti al cippo, un masso di “grigio carnico”
voluto nel 1996 dall’allora sindaco Edimiro Della Pietra, alla
memoria dei Fusilâz, il primo cittadino di Cercivento Luca
Boschetti, rivolgendosi a Marini, ha chiesto aiuto affinchè “la
legge per la riabilitazione dei Fucilati non resti nel cassetto
del Senato” e ai colleghi sindaci, in primis al presidente
dell’Uti della Carnia Francesco Brollo, ha proposto di
sottoscrivere una petizione da sottoporre al Capo dello Stato.

Marini, concludendo i discorsi ufficiali, ha dichiarato come
l’Italia abbia il “dovere di fissare un punto di giustizia su
questi fatti con la serietà di un Paese maturo e spingere per far
riprendere alla commissione Difesa del Senato la discussione del
disegno di legge” e contemporaneamente lavorare per trovare
consenso anche con il ministero della Difesa e “chiudere così la
partita. Dobbiamo lavorarci, si deve fare”, ha esortato.

La cerimonia civile, moderata da Luciano Santin, da anni
promotore del comitato per i Fusilâz, con l’orazione affidata
allo storico Guido Crainz, si è svolta al termine della Santa
Messa in suffragio nella chiesa di San Martino gremita di fedeli,
autorità, sindaci della Carnia, gruppi Ana, concelebrata dal
parroco Harry Della Pietra assieme a don Pierluigi Di Piazza,
responsabile del Centro Balducci di Zugliano, che nell’omelia ha
annoverato i quattro alpini tra “i costruttori di pace” che hanno
testimoniato “il coraggio della coscienza”.
ARC/EP/RM

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