Fipe FVG: la prima causa degli incidenti è la velocità e non l’alcol

Parziale soddisfazione in merito alle modifiche al disegno di legge di riforma del codice della strada in materia di alcol. Inizialmente la proposta presentata in Parlamento prevedeva l’estensione a tutti i Pubblici Esercizi del divieto di somministrare alcolici dopo le due di notte, di dotarsi di alcol tester e di esporre le tabelle alcolemiche stabilite dal ministero.
“Oggi invece sappiamo – interviene il presidente regionale della Fipe Sergio Lucchetta – che grazie anche all’intervento della nostra federazione nella stesura finale dell’atto è stato cancellato il divieto di somministrazione dopo le due di notte, lasciando tale divieto esclusivamente a chi fa intrattenimento e spettacolo.
La Fipe sta lavorando, inoltre, affinché dalla normativa venga tolto l’obbligo agli esercenti di dotarsi dei rilevatori di tasso alcolemico. Oltre agli elevati costi da sostenere ci risulta che attualmente in commercio non ci siano i cosiddetti “precursori” omologati se non solo quelli in utilizzo alle forze dell’ordine.
L’attenzione dimostrata in questi anni dai nostri esercenti sul tema dell’alcol attraverso iniziative di prevenzione (corsi, locandine specifiche, ecc.), sono il segnale che la categoria si impegna continuamente nell’affrontare il problema. Non possiamo – prosegue ancora Lucchetta – essere ritenuti gli unici responsabili e vedere addossare solo a questa categoria obblighi e divieti.
Perché non ridurre, ad esempio, le cilindrate delle autovetture, dal momento che la prima causa degli incidenti mortali è la velocità? Perché non vietare la vendita di bevande alcoliche laddove ci si può rifornire senza alcun controllo e con minor costo?
La Fipe esprime viva preoccupazione di fronte a questo disegno di legge che se non modificato andrebbe a creare notevoli disagi economici e gestionali alle attività che operano nel settore.
Auspichiamo, pertanto – conclude Lucchetta – che il Governo non scarichi ancora solo ed esclusivamente sui Pubblici Esercizi colpe e responsabilità di un mancato presidio su un fenomeno sociale che non nasce certamente nel pubblico esercizio”.

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