Siria: Assad minaccia ” Se attaccati ci sarà guerrà in tutto il medio oriente”

Mosca, 2 set. (Adnkronos/Ign) – Con la degenerazione del conflitto siriano “esiste il rischio di una guerra in tutta la regione” mediorientale. A dichiararlo è il presidente siriano Bashar al-Assad in un’intervista esclusiva a ‘Le Figaro’.”Il Medio Oriente e’ una polveriera che oggi e’ minacciata dal fuoco”. Di fronte alla prospettiva di un attacco contro la Siria, dice Assad, “non bisogna pensare solamente alla risposta siriana, ma piuttosto a cosa puo’ accadere dopo il primo attacco. Nessuno puo’ sapere cio’ che accadra’. Quando la polveriera esplodera’ tutti perderanno il controllo della situazione. Il caos e l’estremismo dilagheranno”. Per questo, aggiunge, “esiste il rischio di una guerra regionale”.

Assad respineg le accuse sulle armi chimiche. Utilizzarle, dice, sarebbe stato illogico. “Supponiamo che il nostro esercito voglia usare armi di distruzione di massa – dice Assad all’intervistatore – e’ plausibile che lo faccia proprio in una zona in cui e’ dispiegato e dove i suoi stessi soldati sono stati feriti da queste armi, come hanno constatato gli ispettori delle Nazioni Unite che li hanno visitati negli ospedali dove sono in cura? Dove sta la logica?”.Un forte no alla guerra in Siria viene intanto dal Vaticano, che ribadisce la sua contrarietà all’ipotesi di un attacco militare a Damasco mentre la Russia esplicita tutto il suo scetticismo sulle prove americane riguardo l’uso di gas da parte del regime di Bashar al Assad.

Le prove dell’utilizzo di armi chimiche in Siria fornite alla Russia dagli Stati Uniti non sono tangibili e non convincono Mosca, ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, citato dall’agenzia di stampa Interfax.La Russia ha chiesto nuovamente che gli Usa presentino delle prove che il regime di Bashar al-Assad ha utilizzato armi chimiche contro i civili. “Washington ci ha consegnato del materiale, ma non contiene nulla di preciso schi ha raccolto le prove e dove”, ha detto Lavrov da Mosca. “Quando abbiamo chiesto ulteriori dettagli – ha aggiunto il capo della diplomazia russa citato dall’Interfax – i nostri partner americani ci hanno risposto che erano segreti. Questo non ci convince. Così non è possibile una cooperazione”.

“Il gas sarin citato dal segretario di stato americano John Kerry – ha affermato il presidente della commissione esteri della Duma di stato russa, Alexei Pushkov – puo’ essere utilizzato anche dai ribelli”. Nel frattempo, dal porto della flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli e’ salpata una nave militare. Secondo fonti della Marina sarebbe diretta alla base russa del porto siriano di Tartus.

Dall’Italia il premier, Enrico Letta, esprime “comprensione per l’atteggiamento americano e francese perché crediamo che non si possa lasciare impunito l’uso delle armi chimiche”. il ministro della Difesa Mario Mauroplaude però alla decisione del presidente Obama di rinviare l’attacco in attesa del via libera del Congresso, ”una pausa di riflessione che non può far che bene” a tutti.

Un forte appello alla pace, contro l’ipotesi di un intervento militare, è venuto dal Pontefice. “Mai più la guerra! Mai più la guerra!”, ha twittato oggi Papa Bergoglio dal suo account @Pontifex, all’indomani della proclamazione per il 7 settembre una giornata di digiuno e preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo. Il no del Vaticano all’attacco militare in Siria è netto. “La via di soluzione dei problemi della Siria non può essere quella dell’intervento armato: il conflitto contiene tutti gli ingredienti per esplodere in una guerra di dimensioni mondiali e, in ogni caso, nessuno uscirebbe indenne da un conflitto e da un’esperienza di violenza”, avverte monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio ‘Giustizia e Pace’, intervistato da Radio vaticana.

“Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace: la guerra chiama guerra -sottolinea monsignor Toso, riprendendo le parole del Pontefice. Per l’esponente del Vaticano, “c’è il rischio che la situazione di violenza deflagri e dalla Siria si estenda anche ad altri Paesi”. Insomma ”occorre cambiare strada , occorre imboccare senza indugio la via dell’incontro e del dialogo che sono possibili sulla base del rispetto reciproco e dell’amore. Al potere ideologico della violenza che annienta l’avversario va sostituito il potere dell’amore che sollecita alla cura di cio’ che e’ comune”.