Udine: bracconaggio, uccelli in casa per richiamo e strumenti illegali

Due maxi-operazioni condotte dagli uomini della Polizia Provinciale di Udine, guidato dal comandante Stefano Verri, impegnati nella repressione del reato di uccellagione, hanno permesso di scoprire un impianto a Rive d’Arcano e di cogliere in flagranza un bracconiere a Majano. Scattati immediatamente i provvedimenti: comunicazione della notizia di reato – di rilevanza penale – alla Procura di Udine, sequestro del materiale, animali, detenuti illegalmente, rimessi in libertà. Nel periodo autunnale, quando si verifica le migrazioni, il Corpo di Polizia Provinciale intensifica ovviamente l’attività al fine di contrastare il reato di uccellagione e detenzione illegale che, per la maggior parte delle volte, si consuma in pertinenze private con l’obiettivo di eludere i controlli. Di particolare importanza la collaborazione con il Comando della Polizia Provinciale da parte dei cittadini che, garantiti dall’anonimato, effettuano le segnalazioni.
A Rive D’Arcano le pattuglie, intervenendo nelle pertinenze di una casa privata, hanno trovato un impianto di uccellagione costituito da reti, vergoni e panie invischiate. Sono state trovate anche numerose gabbie al cui interno erano rinchiusi uccelli detenuti illegalmente – merli, tordi, cardellini, fringuelli, lucherini e frosoni usati come richiami vivi per aumentare le catture – , subito liberati. Fra l’altro, le specie cardellini, lucherini e frosoni risultano protette dalla legislazione italiana (Convenzione di Berna, allegato II). Sottoposto a sequestro penale tutto il materiale nell’impianto e a carico del bracconiere è stata mandata la notizia di reato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine (le sanzioni possono arrivare fino all’arresto, sia per la pratica dell’uccellagione, sia per la cattura e per la detenzione illegale di specie di avifauna protette).
Il secondo intervento è stato effettuato a Majano: colto in flagranza di reato un bracconiere che aveva attivato reti per uccellagione nell’orto della propria casa. Sul posto collocate anche delle gabbie con uccelli da richiamo detenuti illegalmente e liberati. Nel corso dell’intervento gli operatori hanno trovato impigliate nelle reti due cinciallegre che sono state reintrodotte in natura. La perquisizione dell’abitazione ha permesso di scovare un altro corpo di reato, la capinera, sequestrata al pari delle reti. A carico del bracconiere è stata inviata la notizia di reato alla Procura di Udine.
Complessivamente, nelle due operazioni, sono state trovate 120 panie invischiate e non, e 31 uccelli vivi liberati sul posto, così suddivisi: 2 vergoni invischiati, 4 reti per uccellagione, 4 fringuelli, 2 cinciallegre, 2 frosoni, 6 lucherini, 2 cardellini, 7 tordi bottacci, 1 tordo sassello, 1 merlo, 1 capinera morta.