Udine: Confartigianato chiede un piano energetico

Un grande piano di riqualificazione energetica è la proposta che oggi il presidente di Confartigianato-Imprese Udine, Graziano Tilatti, ha consegnato al presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga, nel corso del convegno organizzato dall’associazione di categoria al Cafc, dedicato al tema del momento: il caro bollette. Tema spinoso che se da un lato richiede interventi d’emergenza, dall’altro chiede politiche di medio periodo, capaci di progettare il domani. Da qui la sfida lanciata dagli artigiani friulani al Governatore: «Dopo questa legislatura, vissuta nell’emergenza, tra Vaia, Covid, caro energia e crisi economica, le proponiamo una legislatura di riscossa, all’insegna della riqualificazione ambientale di città, zone industriali e artigianali, della rigenerazione urbanistica e della riqualificazione energetica di tutto il patrimonio esistente. Potremmo fare del Fvg una regione green, smart, sicura da rischio sismico e idrogeologico» ha detto Tilatti rivolgendo un pensiero a Ischia, alla frana di Casamicciola e alle famiglie colpite dal lutti. «Insieme possiamo costruire una regione ancor più sicura in cui vivere e lavorare. Noi – ha concluso Tilatti – siamo pronti a fare la nostra parte». 

In materia di energia l’associazione si è già messa al lavoro. Il futuro passa dall’installazione di impianti per la produzione di energie da fonti alternative e dalla loro condivisione, nelle Comunità energetiche rinnovabili, che sono allo studio e sulle quali il direttore di Confartigianato Udine servizi, Elsa Bigai, dal palco del Cafc ha rilanciato l’invito a imprese e privati ad aderire. Oltre a promuovere le adesioni alle Cer, la srl avrà anche un ruolo di consulenza per accedere ai bandi nazionali e comunitari.

Lo scenario sul quale s’innestano queste attività non è all’anno zero come ha confermato anche il docente di Uniud Giulio Croce. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Fvg è pari a 7.792 Gwh, pari al  43,8% del totale, un dato superiore di 3,6 punti percentuali rispetto alla media nazionale, che si ferma al 40,2%, al 12esimo posto tra le 21 regioni italiane. A fare il punto sullo stato dell’arte della transizione energetica in regione è stato il responsabile dell’ufficio studi di Confartigianato-Imprese Udine, Nicola Serio. A pesare di più sul mix di approvvigionamento da rinnovabili sono idroelettrico e bioenergie, al terzo posto il fotovoltaico che negli ultimi 15 anni ha vissuto un vero e proprio boom, passando da meno di 400 impianti per 3 Mw di potenza a quasi 40mila impianti per 591 Mw di potenza. Un balzo in avanti al quale hanno dato un impulso decisivo le imprese: non tanto per numero di impianti, 6.303 “contro“  33.395 domestici, ma di potenza generata pari a 435 Mw contro 156 Mw. Circa il 7% delle imprese oggi ha un impianto con pannelli fotovoltaici. 

A dar gambe alla transizione verso fonti rinnovabili di produzione dell’energia c’è un esercito d’imprese che vede le piccole e piccolissime realtà giocare un ruolo di primo piano, realtà confortata anche dai dati illustrati oggi al Cafc da Enrico Raumer del Caem e da Giacomo Cantarella di Epq. In Fvg sono oltre 2.300 le imprese artigiane attive nel settore degli impiantisti (1.183 a Udine, 624 a Pordenone, 184 a Gorizia e 382 a Trieste) forti di 6.200 addetti 3.400 dei quali sono dipendenti. Per agevolare l’incrocio tra domanda e offerta, il comparto impiantisti ha promosso la creazione di una banca dati degli installatori di impianti fotovoltaici a cui si può aderire dalla homepage del sito: nella prima settimana ha già raccolto 35 adesioni e in breve sarà resa accessibile al pubblico. «Impianti fotovoltaici ma non solo. Dobbiamo prestare grande attenzione – ha ammonito Tilatti – anche alle piccole derivazioni idroelettriche e ai mulini sulle rogge che sono un patrimonio energetico ma anche e soprattutto un patrimonio ambientale e culturale». 

La corsa alla transizione che vede impegnate le imprese richiede investimenti e tempo per realizzarsi. E anche una volta compiuta, potrà rispondere solo in parte al tema dei rincari per le imprese maggiormente energivore. L’ufficio studi di Confartigianato-Imprese Udine, sulla base di un’indagine realizzata dall’ufficio studi nazionale dell’associazione, stima che in Fvg sia a rischio chiusura circa un’azienda su cinque che significa ben 17.500 aziende con 82mila addetti complessivamente a libro paga. Sono aziende, quelle che pagano di più il caro energia, operative nei settori di trasporti, linguistica e mobilità; ceramica, vetro e oreficeria; legno, arredo e sedie; alimentazione, In Fvg le medie e piccole imprese, sempre secondo le stime dell’Ufficio studi, hanno pagato 460 milioni di euro in più per energia elettrica e gas.