Udine: evasore da 100 mila euro e conti correnti all’estero, in due avevano bonus sociali per povertà!

finanzaLa Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Udine, nell’ambito dei controlli in tema di prestazioni sociali agevolate, ha individuato nei giorni scorsi due “finti poveri”, rispettivamente il titolare di un esercizio commerciale ed un professionista che godevano indebitamente di prestazioni sociali agevolate erogate con finalità assistenziali per soggetti meno abbienti dai Comuni di residenza, dalla Provincia di Udine e dalla Regione FVG.
Nel primo caso, il soggetto indebitamente fruitore era titolare di un esercizio commerciale posizionato in una via centrale di un noto comune della Provincia caratterizzato da un notevole flusso di clientela pur essendo, in ambito pluriennale, “fiscalmente” in perdita. Sottoposto a verifica fiscale, al termine dell’attività gli è stata contestata un’evasione fiscale di oltre 100 mila euro.
Il titolare dell’attività commerciale ispezionata, che inseriva nella propria dichiarazione dei redditi unicamente quelli derivanti da sue proprietà immobiliari ed essendo, quindi, “formalmente” povero beneficiava di prestazioni sociali agevolate erogate tramite la “Carta Famiglia” per le spese di trasporto e di acquisto per libri di testo dei figli.
Nel secondo caso, invece, le Fiamme Gialle friulane hanno effettuato una verifica fiscale nei confronti di un professionista che, dall’analisi delle banche dati in uso al Corpo, manifestava una capacità contributiva e tenore di vita superiore ai redditi formalmente dichiarati.
L’attività ispettiva, effettuata anche con l’ausilio degli accertamenti bancari, ha permesso di accertare che il professionista unitamente al coniuge risultava disporre di diversi conti correnti in Svizzera e in Austria di oltre 160 mila Euro (parimenti mai dichiarati al fisco).
Il predetto risultava tuttavia aver richiesto e ottenuto dal Comune di residenza prestazioni sociali agevolate per contributi per l’energia elettrica, per la TARSU e per l’acquisto di generi alimentari.
In aggiunta alle contestazioni fiscali (inoltrate per gli sviluppi di competenza all’Agenzia delle Entrate) nei confronti dei predetti sono state altresì rilevate violazioni all’art. 316 ter – 2° comma – del Codice Penale, che comporta oltre che alla richiesta di restituzione delle somme indebitamente erogate anche una sanzione pecuniaria da 5.164 a 25.822 Euro.