Udine: firmato accordo tra Comune e carcere per prestito libri ai detenuti

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I libri della biblioteca civica Joppi entrano nella casa circondariale di Udine. Grazie alla firma del protocollo stipulato oggi, 6 aprile, tra la biblioteca del Comune di Udine, la direzione della casa circondariale, il Centro territoriale permanente per l’età adulta e l’associazione di volontariato penitenziario “Icaro” i detenuti potranno godere infatti dei servizi offerti per il prestito dei libri.
“Negli ultimi anni – spiega il sindaco del capoluogo friulano, Furio Honsell – la nostra biblioteca si è sviluppata come un’istituzione sempre più aperta alla città, promotrice dell’integrazione dei nuovi cittadini e di un articolato programma di iniziative che riguardano la messa a disposizione di materiali bibliografici adatti a nuove fasce di residenti, ma anche la realizzazione di attività legate alla promozione della lettura. Ecco perché – prosegue – abbiamo deciso di mettere a disposizione anche dei detenuti della casa circondariale i 150 anni di storia della Joppi e il suo inestimabile patrimonio librario di oltre 500 mila documenti. Un’iniziativa che si aggiunge alle tante altre messe in campo con l’obiettivo della piena inclusione sociale e integrazione dei detenuti una volta scontata la pena”.

Alla firma del protocollo erano presenti, oltre al sindaco e all’assessore comunale alla Cultura, Luigi Reitani, il direttore della biblioteca cittadina, Romano Vecchiet, il direttore della casa circondariale, Francesco Macrì, il presidente dell’associazione Icaro, Maurizio Battistutta, e per il Centro territoriale permanente, la dirigente scolastica del complesso scolastico di via Petrarca, Roberta Bellina.

“Iniziative come questa – dichiara Macrì – sono importantissime perché la cultura e la scuola all’interno del carcere alimentano il senso critico delle persone e rappresentano uno dei principali trattamenti di riabilitazione dei detenuti, oltre al lavoro e la religione. E questo – prosegue il direttore della casa circondariale – soprattutto in una struttura come la nostra dove il problema del sovraffollamento è molto sentito visto che per una struttura costruita per 87 posti e dove si potrebbe al massimo arrivare a 166, la media dei detenuti di via Spalato si aggira sempre sulle 215 unità”.

Il Manifesto Unesco sulle biblioteche pubbliche riconosce la funzione di queste istituzioni come servizio disponibile a tutti i cittadini, compresa la popolazione carceraria, sottolineando la necessità dell’integrazione dei servizi bibliotecari del territorio e l’importanza che le biblioteche pubbliche hanno nell’istituire servizi specifici per i detenuti. Anche le linee guida dell’International Federation of Library Associations (Ifla) indicano la necessità di promuovere all’interno degli istituti penitenziari un servizio bibliotecario adeguato destinato all’utenza penitenziaria.

Forte di questi principi, la “Joppi” aveva già avviato, nel corso degli ultimi due anni, un rapporto di collaborazione con l’istituto penitenziario di Udine, attivando un primo sperimentale servizio di prestito di libri. Ora, con la firma di questo accordo di programma, la “Joppi” fornirà la consulenza biblioteconomica e l’assistenza per la gestione dei servizi di biblioteca agli educatori della casa circondariale, oltre all’individuazione del personale volontario con un’adeguata preparazione affinché garantisca la consulenza e l’assistenza al personale interno in materia di biblioteca. Ma anche la messa a disposizione del software per la gestione automatizzata utilizzato per le biblioteche civiche e il prestito di libri ai detenuti.

Da parte sua, la casa circondariale offrirà la propria disponibilità, in biblioteca, di strumentazioni tecnico-informatiche, favorirà proposte culturali e organizzerà iniziative di promozione della lettura all’interno dell’istituto di pena. Le due associazioni coinvolte, infine, oltre alla collaborazione con il Comune e con il carcere, incentiveranno nell’ambito del servizio di volontariato la promozione della lettura da parte dei detenuti oltre a programmare diversi progetti culturali con specifici moduli didattici istituiti all’interno dell’istituto penitenziario.

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