Udine: Honsell “Per non alzare la TARESai cittadini il comune versa 300mila euro”

Babele/Italia

Per mitigare gli squilibri che si creano applicando la nuova tassa decisa dal Governo, impiegati 300 mila euro di fondi comunali” Una tariffa, suddivisa tra utenze domestiche e non, articolata in una parte fissa, determinata in relazione ai componenti essenziali del costo del servizio, e in una parte variabile rapportata alla quantità di rifiuti conferiti. È la Tares, la nuova tassa prevista dal decreto “Salva-Italia” approvato dal Governo Monti che sostituisce la Tarsu e la Tia, ovvero le precedenti tasse sui rifiuti. Per questo motivo, anche i Comuni devono adeguarsi predisponendo un nuovo regolamento e una nuova tabella per le tariffe. È così che anche la giunta comunale, nella seduta di oggi, 19 febbraio, ha approvato regolamento e tariffe della nuova Tares per l’anno 2013. “Abbiamo mantenuto inalterata la massa totale delle entrate finanziarie – spiega il sindaco Furio Honsell – , ma il decreto Salva Italia impone di rivedere alcune tariffe sulla base del metodo normalizzato. Per mitigare gli squilibri che si sarebbero venuti a creare abbiamo così deciso di investire ulteriori 300 mila euro del bilancio comunale a favore delle categorie penalizzate. Negli anni precedenti – prosegue Honsell – avevamo già ridotto la Tia sulle utenze domestiche, diminuite di fatto del 4% nel 2010, di 7,5% nel 2011 e del 2% nel 2012”. L’importo globale della Tares rimarrà dunque sostanzialmente inalterato rispetto alla precedente Tia. A questo importo però si devono sommare 30 centesimi di euro a metro quadro previsti dal decreto legge. Importo che, tuttavia, transita solo temporaneamente nelle casse comunali. I comuni, infatti, devono poi versarle allo Stato visto che l’importo, chiamato Isi, è di fatto un’altra imposta straordinaria per i servizi indivisibili (ad esempio l’illuminazione). “La legge – spiega ancora Honsell – ci darebbe la facoltà di aumentare fino a 40 centesimi a metro quadro l’Isi. Tuttavia, così come scritto espressamente nella delibera approvata, abbiamo deciso di non aumentare questo importo per i servizi indivisibili, lasciandolo inalterato rispetto a quanto prevede il decreto Salva Italia. Sia chiaro dunque che questa ulteriore tassa deve essere completamente versata allo Stato”