Udine: il giallo dell 15enni, la ricostruzione della giornata; in autogrill erano sole

Hanno trascorso il sabato notte insieme, a casa di una di loro, le due quindicenni indagate per l’omicidio di Mirco Sacher. La domenica mattina hanno telefonato al pensionato delle ferrovie che per una delle due era una sorta di nonno acquisito e gli hanno chiesto di accompagnarle in gelateria, a Remanzacco (Udine). Erano le 10.30. Mirco Sacher ha accettato subito, d’altronde l’uomo sarebbe stato solito anche fare molti doni e favori alla ‘nipotina’. Non era la prima volta che accompagnava la ragazzina in auto, anche con l’amica. Gli agenti della Squadra mobile di Udine, diretta da Massimiliano Ortolan, stanno attendendo le immagini delle telecamere dell’esercizio pubblico per analizzare i fotogrammi dei tre insieme. La mattinata è proseguita in un supermercato della città, dove le ragazzine e Sacher hanno acquistato qualcosa per il pranzo che, stando sempre al racconto delle minorenni, avrebbero consumato tutti insieme nell’abitazione di lui, in via Strassoldo. Alle 14 le ragazzine hanno chiesto all’uomo un altro favore: un passaggio per il centro città, dove volevano fare una passeggiata.
Lungo il tragitto, però, l’inspiegabile deviazione verso il campo di via Buttrio. Alle 14.30 un testimone nota la Fiat Punto nel campo e in piedi, dietro l’auto, l’uomo e le due ragazze; parlano tranquillamente. I capelli rossi di una di loro attirano l’attenzione del passante. La stessa scena è descritta da un secondo testimone che li nota un quarto d’ora dopo, alle 14.45, sempre lì. Il tentativo di violenza e l’aggressione descritta dalle ragazze potrebbe essere avvenuta solo tra quell’ora e le 15.30 quando il primo testimone, ripassando, scopre il cadavere.
La Fiat Punto non c’é più. Le ragazzine dicono di essere salite in auto, una di loro al volante, e di essere scappate in preda al panico. Avrebbero girato per circa un’ora e mezza senza saper bene dove andare, alla ricerca dell’autostrada, con l’idea di allontanarsi. La giovane al volante ha detto di non aver mai guidato prima e di aver proceduto a fatica, anche in autostrada.
Tanto che, ancora a Udine, infilatesi in una strada senza uscita, avrebbero dovuto chiedere aiuto a un passante per fare la manovra di inversione. Questo girovagare spiegherebbe il ‘buco’ di due ore, dalla scoperta del corpo al transito in autostrada ripreso dal tutor nel tratto Udine-Palmanova alle 17.20. Poco dopo, la sosta in un primo autogrill, dove rimangono circa mezz’ora. A conferma, ci sono immagini delle telecamere dell’area di servizio che le hanno riprese mentre stazionano all’intero. Pare fossero sole, come hanno sempre sostenuto.
Subito dopo, rimessesi alla guida, giungono alla stazione di servizio di Limenella (Padova), dove chiudono l’auto, ormai senza benzina, e chiedono un passaggio a uno sconosciuto che le accompagna fino alla stazione di Vicenza. E da lì comincia il viaggio di rientro verso il Friuli: giungono alla stazione di Venezia Mestre, dove incontrano due ragazzi con i quali chiacchierano a lungo. Confessano loro di aver ucciso un uomo e loro, dapprima increduli poi sempre più persuasi, le convincono a costituirsi ai carabinieri, dove vanno tutti insieme, a Pordenone, alle due di notte. Dal momento della morte del pensionato, che viene trovato senza documenti né soldi e con i pantaloni sbottonati (e non abbassati), le due ragazzine trovano il tempo per fare un prelievo di soldi con la carta bancomat della vittima.

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