Udine: il mio rene per un lavoro

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UDINE, 17 AGO – “Offro rene per un lavoro o per 100.000 euro. Per favore, contattatemi. Ho bisogno di lavorare”: la fame, la disperazione – come lui stesso ha raccontato alla Polizia Postale di Udine – ha spinto un impiegato friulano di 52 anni, rimasto senza lavoro da più di un anno, a mettere in vendita un pezzo del proprio corpo “per continuare a vivere”. A leggere l’annuncio su un sito Internet, con tanto di numero di cellulare, è stata la Polizia Postale di Udine durante l’attività di controllo e monitoraggio della Rete. All’inizio gli investigatori hanno pensato a uno scherzo, a una vendetta, a un’operazione per screditare il proprietario del telefonino che, invece, una volta contattato, ha confermato tutto e ha svelato i particolari di un dramma umano e sociale nel quale, un po’ alla volta, la perdita del lavoro ha gettato lui e la sua famiglia. La Polizia, con la collaborazione del provider, ha subito fatto rimuovere l’offerta che, fino a venerdì scorso, era visibile da ogni parte del globo sulla pagina degli annunci locali di un sito nazionale. Ha inoltre inviato una dettagliata informativa alla Procura della Repubblica di Udine per ogni eventuale ulteriore valutazione della vicenda. Ora, senza ammetterlo esplicitamente, spera che qualcuno contatti l’impiegato per ridargli una speranza. L’uomo, fino a maggio di un anno fa, aveva un ruolo di primissimo piano in un’azienda privata friulana. Era il responsabile amministrativo dell’intera struttura, un ‘quadro’ di peso, che conduceva una vita più che agiata, con la sua famiglia, moglie e figli, tutti studenti sotto i 20 anni, e casa di proprietà nel comune di Udine. Poi la crisi, che – ha raccontato lui stesso alla Polizia Postale – colpisce duro e lo manda a casa. E’ l’inizio della fine: alla perdita del lavoro segue una grave crisi familiare. Lui non è più in grado di mantenere lo stesso tenore di vita; gli amici si diradano; la serenità svanisce e un nuovo lavoro non arriva. Alla fine, si separa dalla moglie, che resta a vivere in quella che era la casa di famiglia con i figli. Lui è costretto a prendere in affitto un minuscolo monolocale, sempre a Udine, e, sempre più solo e sempre più disperato, dopo aver esaurito anche le ultime risorse che aveva da parte, comincia a vivere di espedienti, in una condizione – riferisce la Polizia Postale – di progressivo degrado, fino al limite dell’indigenza, per lui che, per anni, al lavoro era andato ogni giorno, in giacca e cravatta, stimato e rispettato. Anche la ricerca di un nuovo posto di lavoro non fa che aggiungere frustrazione a frustrazione. La Polizia Postale ha accertato che quello con l’offerta del rene non era che l’ennesimo, disperato annuncio pubblicato sempre sullo stesso sito nel tentativo di trovare un lavoro, qualunque lavoro – ha raccontato alla Polizia Postale – pur di avere la possibilità di continuare a vivere in una casa. Un appello – riferisce la Polizia Postale – che resta in piedi anche oggi, anche senza annunci su Internet e senza rene in cambio.

Fonte: ANSA

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