Udine: la crisi ha tagliato undicimila posti di lavori. Ammortizzatori agli sgoccioli

dati occupazione udine
Nel 2013 l’occupazione ha tenuto, non come effetto di una ripresa che non c’è ma grazie alla rete di protezione degli ammortizzatori sociali. Ammortizzatori che sono però agli sgoccioli in molte aziende, come la Safilo, e il cui esaurimento rischia di appesantire ulteriormente un bilancio occupazionale che è già di oltre 11mila posti persi dall’inizio della crisi. Questo il quadro tracciato dal segretario uscente Alessandro Forabosco nel giorno di apertura del congresso provinciale della Cgil Udine, in programma oggi e domani a Tricesimo (hotel Belvedere) alla presenza di ben 188 delegati, in rappresentanza di oltre 37mila iscritti, sostanzialmente stabili nonostante la crisi.
LA CRISI SI ALLARGA. «Tra le novità emerse negli ultimi mesi – ha dichiarato Forabosco nella sua relazione introduttiva – un evidente allargamento della crisi ai settori più strettamente legati ai consumi delle famiglie, come il commercio e l’agroalimentare, ai servizi alle imprese e al welfare, visti i progressivi tagli alla spesa pubblica». A ridurre l’impatto occupazionale la cassa straordinaria, la cassa in deroga e i contratti di solidarietà, ma secondo la Cgil i posti a rischio immediato causa esaurimento ammortizzatori sono almeno altri 2mila. Nessun concreto segnale di ripresa dai due settori più colpiti dalla crisi, edilizia e legno, e anche la meccanica non registra significativi aumenti di produzione.
NUOVI MODELLI. Illusorio pensare, secondo la Cgil, che una risposta occupazionale possa arrivare da un’ulteriore espansione della rete distributiva e commerciale: «La costruzione continua di nuovi centri commerciali – ha detto ancora Forabosco – ha svuotato i centri storici e messo in ginocchio attività tradizionali e negozi di vicinato. Solo in apparenza, quindi, i megacentri possono rappresentare un salvagente occupazionale per i lavoratori espulsi dal manifatturiero. Quello che serve sono politiche concertate tra politica, forze imprenditoriali, parti sociali e istituti di credito, comprese le finanziarie pubbliche, per definire nuovi modelli di sviluppo».
LE MISURE. Lotta alla burocrazia, riduzione del costo dell’energia, agevolazioni d’imposta per ridurre il gap fiscale con Austria e Slovenia, allentamento del patto di stabilità per le opere pubbliche, messa in sicurezza del patrimonio immobiliare pubblico e delle scuole. Queste le misure rivendicate nei confronti della Giunta regionale, di pari passo con un piano specifico per il rilancio della montagna, «che punti – ha spiegato Forabosco – sul riordino degli enti, sugli interventi di messa in sicurezza del territorio, fondamentali non solo come volano per l’occupazione ma anche per il turismo, sull’estensione della banda larga e sul sostegno al progetto di filiera del legno». Quanto alla Bassa, il rilancio del manifatturiero passa per il decollo del progetto Halo nuovo polo chimico di Torviscosa e sull’avvio immediato dei dragaggi il potenziamento dello scalo di Porto Nogaro e sulla realizzazione di nuovi collegamenti stradali e ferroviari con l’Aussa Corno.

IL CONGRESSO. Il dibattito congressuale, aperto da Forabosco nel pomeriggio di oggi, sarà chiuso alle 15.30 di domani dalla relazione del segretario generale Franco Belci. Seguirà il voto dei documenti congressuali, l’elezione del nuovo direttivo, del segretario provinciale e dei delegati che rappresenteranno Udine al congresso regionale in programma a Zugliano il 27-28 marzo.

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