Udine: Mons. Mazzoccato incontra i detenuti di Udine. Guarda il VIDEO


“Il carcere è il luogo del silenzio, talvolta assordante, delle ripicche e delle vendette, é un luogo di grande sofferenza ma anche di grande solidarietà, come non ho mai visto fuori. Occorre che sia anche un percorso di riabilitazione”. Con queste parole la direttrice del carcere di Udine, Irene Iannucci, ha accolto sotto un gazebo giallo allestito nel cortile della Casa circondariale, il vescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzoccato. Non si tratta della prima volta: il vescovo ha officiato qui la messa a Natale e a Pasqua, ma oggi ci è tornato in visita pastorale; quindici giorni aveva incontrato il personale (120 soltanto gli agenti penitenziari), oggi i detenuti. Sono circa 220 i reclusi nel carcere udinese (di cui la metà migranti), su un numero previsto di 160; tra di loro nessun elemento di spicco di criminalità organizzata o di reati particolarmente gravi. Il vescovo ha stretto le mani di tanti del centinaio di detenuti che, liberi nel cortile,hanno partecipato all’incontro. Mons.Mazzoccato è stato anche protagonista di un simpatico siparietto quando ha scambiato un prete, padre Giuseppe, con la chitarra nel gruppo di musicisti composto di detenuti, per un ospite della struttura. “Qui siamo l’ultima parrocchia”, ha detto un recluso nel suo breve intervento. Anche Mario, che sta scontando una pena per narcotraffico per la quale è già stato in dieci carceri, ha chiesto la parola: presentatosi come “comunista senza partito cresciuto tra l’Africa e il Sud America”, si è soffermato sul valore dell’incontro citando il Vangelo, Sant’ Agostino, Euripide, Dostojevski e Sofocle, per poi concludere con “hasta la victoria siempre, sul male”. Tra le richieste fatte a mons.Mazzoccato, quella di un giovane musulmano, perché, almeno in occasione delle feste, un imam possa incontrare in carcere i fedeli islamici.

Dopo gli interventi si è esibito un gruppo musicale composto da chitarre, voce e percussioni (queste ultime suonate da africani) che ha eseguito rifacimenti di note canzoni italiane, un ‘Bruno rap’ dedicato al vescovo e altri rap e musiche africane con tanto di break-dance ballata da un migrante marocchino

Qui le foto dell’incontro all’interno del carcere di Udine

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