Udine: omicidio Gobbato, Garbino “Avevo tentato due rapimenti, volevo staccarmi dalla famiglia”

nicola garbino15 luglio 2014- E’ stato un appuntamento con un destino infame e forse con la follia di un’altra persona. Mentre correva lungo l’ippovia Silvia Gobbato, una ragazza di Udine è stata aggredita e uccisa. E’ passato circa un anno. Il giallo si risolse in pochi giorni con l’arresto di Nicola Garbino 37enne di Zugliano ancora iscritto all’Università di Udine. Dopo l’arresto Garbino dichiarò di aver aggredito Silvia Gobbato non per ucciderla ma per rapirla. Piano che sembrava privo di ogni logica. Dopo i lunghi colloqui con il professor Andreoli, psichiatra incaricato dalla procura per stabilire la capacità di intendere e di volere di Garbino; ebbene lo psichiatra ha riconosciuto Garbino pienamente capace di intendere e volere oltre che di stare in giudizio, privo di una patologia mentale significativa. Garbino, secondo il perito è affetto da una serie di sintomi (“depressione narcisistica, distacco affettivo, spunti interpretativi di tipo persecutorio”) che “l’hanno paradossalmente aiutato a compiere l’azione con maggiore freddezza e determinazione”. Per il perito, Garbino è una persona “fortemente pericolosa”. L’imputato sarà sottoposto a una nuova perizia nella forma della consulenza tecnica d’ufficio a cui la difesa ha condizionato il rito abbreviato. 

I tentativi di sequestro precedenti all’aggressione a Silvia Gobbato sarebbero addirittura due A rivelare i precedenti è stato lo stesso Garbino, studente fuoricorso di ingegneria, 37 anni, che ne ha parlato con lo psichiatra Vittorino Andreoli, incaricato della perizia per la Procura di Udine. Il giorno dell’omicidio, l’uomo era determinato a portare a termine il piano perché il 21 settembre avrebbe dovuto andare al matrimonio di una cugina, e avrebbe voluto dimostrare a tutti di essere in grado di cambiare vita. Voleva attuare un sequestro lampo e ottenere 50 mila euro per affrancarsi dalla famiglia, andando a vivere a Padova.