Udine: ripristino dell’ex cava “Di Là de Tor”

Udine_Palazzo_D'Aronco remodPer la prima volta viene dato il via al ripristino ambientale di una ex cava nel territorio comunale di Udine. Un ripristino che riveste una notevole valenza dal punto di vista paesaggistico e frutto degli accordi tra le amministrazioni di Udine, Povoletto e Remanzacco, ovvero i Comuni che si affacciano sull’area denominata “Di là de Tor”.

Nel corso di una giunta tenutasi stamani, 13 novembre, a palazzo D’Aronco, è stata approvata infatti la delibera che da il via libera all’intervento di ripristino ambientale in località “Di là de Tor”, grazie anche a un protocollo d’intesa firmato con la ditta Ifim srl che in quell’area realizzerà una discarica di materiali inerti, ovvero calcinacci, mattoni, piastrelle e vetri derivati da opere edili.

L’approvazione in giunta è arrivata dopo il parere positivo sia delle amministrazioni comunali di Povoletto e di Remanzacco, della Provincia e della Regione, ma anche con il placet del Comitato spontaneo del Torre che da anni si batteva perché in quell’area non venisse realizzata una discarica di rifiuti, ancorché non pericolosi, che, secondo il comitato, avrebbero potuto causare comunque l’inquinamento delle falde acquifere.

“Quella che era la vecchia cava – spiega il sindaco di Udine, Furio Honsell – diventerà dunque una discarica di inerti, ma con delle precise e vincolanti prescrizioni. In buona sostanza, con l’accordo raggiunto, quella parte che la volumetria non prevede di utilizzare come discarica di inerti verrà ripristinata con terre rocce da scavo e, sopra quelle, verranno posizionati due metri di terreno vegetale, innescando così una virtuosa operazione di ripristino ambientale. È la prima volta – prosegue Honsell – che viene operato un ripristino ambientale delle cave. Un’iniziativa, dunque, che ha una valenza non indifferente, visto che sono state apposte tutte le prescrizioni per fare in modo che questo progetto non possa subire nessuna variazione in corso d’opera, proprio perché il piano regolatore approvato tre anni fa aveva abbondantemente blindato quest’area. A questa delibera – conclude il primo cittadino – siamo giunti dopo aver approfondito tutti gli aspetti con i sindaci dei comuni vicini e anche dopo aver recepito il parere favorevole del comitato spontaneo del torre”.

Soddisfatto anche l’assessore comunale all’Ambiente, Enrico Pizza che ha firmato la delibera. “Poniamo fine a una questione aperta da decenni – spiega – con una soluzione davvero innovativa. Chiudere quella cava, profonda circa dieci metri e attualmente recintata per evitare pericoli di caduta nel parco, con materiali inerti e terra è un modo per recuperare un’area importante del Parco del Torre. Le prescrizioni che abbiamo inserito come ufficio Ambiente, che ringrazio per il lavoro svolto, sono chiare. Finito il riempimento dovrà essere steso uno strato di terra vegetale e la ditta dovrà procedere alla semina di essenze tipiche del prato stabile friulano, cosa che contraddistingue l’area del parco. A garanzia di un intervento completo di riempimento e chiusura è stata richiesta ai proponenti una polizza fidejussoria”.

Il protocollo siglato tra il Comune di Udine e la Ifim prevede “il completo riempimento dell’invaso dell’ ex cava, previa preventiva autorizzazione da parte degli enti competenti mediante realizzazione di una discarica di rifiuti inerti di II categoria tipo A”. Secondo questa norma, che è vincolante, il ripristino dovrà assumere “come quota del piano finito la quota del piano campagna originario, prevedere la ricostituzione del profilo pedologico e dell’ambiente dei “Prati di golena” con le caratteristiche del prato stabile. Inoltre deve riguardare, oltre che l’intero ambito interessato dall’escavazione, le aree contermini degradate a causa dell’attività, secondo un progetto unitario e coordinato”.

Il progetto della discarica, che si chiamerà “Buse dai claps” (in friulano “buco dei sassi”), interessa tuttavia solamente una parte dell’invaso della cava esaurita situata a nord-est del territorio comunale, al confine con il Comune di Povoletto, mentre l’angolo nord-occidentale del vano escavato non potrà essere interessato dall’attività di discarica, ma solamente da un intervento di ripristino ambientale in quanto collocato a meno di 150 metri dall’argine maestro di sinistra idrografica del torrente Torre e, come tale, assoggettato al vincolo dal Piano Regolatore Generale Comune, oltre che dal vicolo paesaggistico.

“Come amministrazione di Povoletto – dichiara il sindaco del comune friulano, Andrea Romito – siamo contenti di questo passaggio. Arriviamo, infatti, da progetti a cui, nel passato, abbiamo detto no. Si trattava di disegni di altro tipo perché si parlava di discariche di rifiuti benché non pericolosi. Questa volta, invece, si parla di inerti. Quello del Torre è, dunque, un ripristino ambientale a cui siamo favorevoli e la volontà dell’amministrazione è quella comunque di vigilare affinché quello che è previsto nel progetto venga effettuato e affinché, durante il corso d’opera, non si cambino le regole in corso. Sono felice – prosegue – che il Comune di Udine abbia fatto questo passaggio. Sempre con Udine – aggiunge – stiamo collaborando anche al piano paesaggistico regionale proprio sulla tematica del Torre così come, sempre vicino a questa cava stiamo ragionando insieme su progettualità di collegamento delle piste ciclabili tra Udine e Povoletto”.
Parere positivo, infine, anche dal Comitato spontaneo del Torre, che per bocca del suo presidente, Alesssandro Fornasier ricorda come “fin dal 2001 siamo sempre stati contro progetti di discariche di rifiuti dichiarati non pericolosi, ma che per noi, invece, potevano inquinare le falde acquifere e creare problemi ambientali. Con questo nuovo progetto per inerti – commenta soddisfatto – siamo disponibili ad accettare la proposta, anche se anche noi abbiamo chiesto, e ottenuto, garanzie che effettivamente questa iniziativa venga rispettata al 100%. Per questo motivo siamo abbiamo dato il nostro parere favorevole”.