Udine: scena1984 al teatro Contatto – 16/17 novembre 2018

Dal capolavoro cruciale e senza tempo di George Orwell, il pluripremiato regista scozzese Matthew Lenton mette in scena1984 e riflette sulle forme di controllo che dominano nel nostro tempo e nelle nostre vite, a partire da un’indagine sulla verità e sugli attuali mezzi di comunicazione di massa.
Lo spettacolo, nuova co-produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e Emilia Romagna Teatro Fondazione debutta, per la Stagione Teatro Contatto 37, venerdì 16 e sabato 17 novembre ore 21 al Palamostre di Udine.
Per approfondire le tematiche di 1984 sono in programma due incontri: venerdì 15 novembre alle ore 11.30, al Teatro Palamostre, Matthew Lenton incontra gli studenti delle scuole superiori e dell’Università di Udine e sabato 16 novembre, al termine dello spettacolo, il regista e la compagnia incontrano il pubblico.
Matthew Lenton, direttore artistico e fondatore della compagnia Vanishing Point con sede a Glasgow, già insegnante alla Royal Conservatoire of Scotland e primo regista britannico ad aver lavorato all’Ecole des Maitres dello stesso CSS di Udine, dirige un cast di attori italiani Luca Carboni, Eleonora Giovanardi, Nicole Guerzoni, Stefano Moretti, Aurora Peres, Mariano Pirrello, Andrea Volpetti e si confronta ora con il celebre e profetico romanzo di fantascienza dispotica.
Lenton ha potuto contare sul contributo di un’equipe formata dalla scenografa Guia Buzzi, da Orlando Borghesi ideatore del disegno luci mentre la composizione musicale e il disegno sonoro è di Mark Melville, i video sono di Riccardo Frati, i costumi di Gianluca Sbicca.
Scritto quasi di getto nel 1948, al centro di 1984 di George Orwell vi è la vicenda di un comune funzionario di partito, Winston Smith, impiegato al Ministero della Verità dello stato-continente Oceania; il pianeta, dopo un lungo conflitto, è infatti diviso in tre grandi stati totalitari, Oceania, Eurasia ed Estasia. Winston per lavoro ogni giorno rettifica libri e quotidiani già pubblicati, modificando la storia e inverando così l’infallibilità del leader del paese, il Grande Fratello.
Nel suo 1984, adattato e tradotto dallo stesso Lenton insieme a Martina Folena, il regista mette in luce quanto Orwell sia attuale oggi più che mai: in un mondo costantemente sorvegliato, quanto è improbabile che le autorità arrivino a controllarci del tutto?
“Non andare su Facebook, non andare su Twitter, non usare gli smartphone. –afferma Matthew Lenton – Essere presente, camminare nelle strade e parlare con le persone che si incontrano. Uscire da tutto questo sistema virtuale e vivere. I social-media costringono a un pensiero binario: bianco o nero. Un pensiero che ha mandato in crisi tutta la società liberale e le sue abitudini di correttezza politica. Un pensiero che influenza i nostri sentimenti, per indirizzare così le nostre opinioni sulla realtà. La grande forza dei social-media sta negli algoritmi, – continua il regista- sono un fac-simile di un sistema neurale, ma capace di processare un’enorme quantità di dati con lo scopo di incrociarli e carpire ciò che, in modo apparentemente naturale, ogni persona preferisce. Quest’abilità rende i social-media il più sofisticato ed efficace mezzo di persuasione e manipolazione del pensiero che oggi esista. A vantaggio di chi?”
Questi i dubbi da cui è partito Matthew Lenton e dai quali diventa cruciale saper guardare ai fatti e saper costruire un dibattito intorno a essi. Ecco perché “1984 contiene – sempre secondo Lenton – ancora degli elementi di contatto con il nostro presente, con questi “tempi interessanti”, come li chiama Slavoj Žižek, tempi in cui Donald Trump non è più uno scherzo ma una realtà, capace di polarizzare le persone dividendole radicalmente tra suoi sostenitori e “nemici”, senza lasciare spazio ad altre e più complesse articolazioni di pensiero. Tempi in cui ogni critica più profonda è stata spazzata via da forme brutali e semplificate di opposizioni binarie, ancora una volta bianco contro nero. Tutto questo non modifica solo il modo di dibattere, ma quello di ragionare. E – si chiede Lenton – se il nostro modo di ragionare sta cambiando, chi o cosa guida questo cambiamento?” conclude il regista scozzese.