Udine: telecamere private, assieme alle 340 telecamere della polizia per creare una rete di videosorveglianza

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Realizzare una mappatura degli impianti di videosorveglianza privati attivi in città per mettere in campo un capillare sistema di “occhi elettronici” e migliorare così la gestione della sicurezza urbana. Dopo aver esteso le funzionalità di “ePart” – lo strumento interattivo per la segnalazioni dei disservizi in città – alle problematiche della sicurezza stradale e del decoro urbano, l’amministrazione comunale aggiunge un nuovo tassello all’applicazione di “Udine Smart Security”, il piano di interventi dedicato al miglioramento della gestione della sicurezza in città. “In base a una recente indagine sulle “smart cities” Udine è tra le prime città italiane per qualità della vita – sottolinea il sindaco di Udine, Furio Honsell –. Con questa iniziativa ci proponiamo di migliorare ulteriormente le nostre performance a livello di smart security”.

Con il progetto “Panoptes” il Comune effettuerà un vero e proprio censimento dei sistemi di videosorveglianza privati, punti di ripresa che potranno essere utilizzati per il governo della sicurezza urbana e per le attività di polizia giudiziaria. “In un momento di limitate risorse a disposizione – sottolinea l’assessore all’Innovazione, Gabriele Giacomini – la prima preoccupazione di un amministratore deve essere quella di valorizzare al massimo il potenziale presente. Per questo motivo, dopo aver messo a disposizione delle forze dell’ordine le 340 telecamere che fanno parte del nostro patrimonio di videosorveglianza, puntiamo a valorizzare i tantissimi impianti privati dislocati su tutto il territorio comunale”.

Anche se destinate a uno scopo diverso queste telecamere sono in grado di fornire riprese di un dato contesto. Proprio per questo motivo spesso vengono utilizzate dagli organi di polizia giudiziaria, che normalmente però, di fronte a un determinato reato, devono effettuare una ricerca per appurare l’esistenza di eventuali occhi elettronici. Non va dimenticato poi che il progresso tecnologico ha portato ad avere apparecchi sempre più piccoli (e dunque meno visibili, anche per gli organi di polizia giudiziaria che a posteriori hanno bisogno di verificare la presenza impianti), ma con risoluzioni sempre più alte. Proprio il fattore tecnologico consente ormai di avere ottime immagini del contesto senza dover provvedere a zoom ottico.

“Al momento non esiste un censimento di questi impianti – spiega Giacomini –. Per questo abbiamo pensato che questo progetto, che è fra i primi a livello nazionale e che prevede la mappatura dei punti di ripresa di videosorveglianza privata con alcuni dati conoscitivi correlati agli impianti, potesse essere un utile complemento del sistema di videosorveglianza pubblico del Comune di Udine, che già viene utilizzato dagli organi di polizia. Grazie a questi dati, che raccoglieremo attraverso un censimento effettuato a cura del Comune di Udine, le forze dell’ordine avranno sempre a disposizione una mappa dettagliata di questi “occhi elettronici” e ottenere quindi nel più breve tempo possibile le immagini utili per le loro indagini. Senza contare – conclude – che la presenza di questa rete di telecamere potrebbe funzionare anche da deterrente”.

Il progetto Panoptes, sviluppato dall’assessorato all’Innovazione in collaborazione con la polizia locale del Comune di Udine, permetterà all’amministrazione e agli organi di polizia di acquisire tutta una serie di informazioni sugli impianti di videosorveglianza privati: dislocazione precisa della singola telecamera in termini di coordinate, foto del punto di ripresa, mappa del luogo in scala 1/200, riferimenti delle persone da contattare in caso di urgenza.

Nelle prossime settimane i cittadini udinesi e le aziende del territorio che possiedono sistemi di videosorveglianza privati verranno contattati dal personale della polizia locale per la raccolta, su base volontaria, dei dati relativi a ciascun impianto. Informazioni che confluiranno poi in un sistema georeferenziato per consentire alle forze di polizia di avere a disposizione una mappatura costantemente aggiornata degli impianti di videosorveglianza privati. È anche possibile richiedere direttamente un intervento di censimento delle proprie telecamere scrivendo all’indirizzo di posta elettronica [email protected].