Udine: “Utoya” e Breivik sul palco con Edoardo Erba- 20 mar 2018

Utoya_Mattia-Fabris_Arianna-Scommegna_FotoSerenaSerrani-Utoya è un’isola norvegese. A Utoya nel 2011 durante un campus organizzato dalla sezione giovanile del Partito Laburista, l’allora trentaduenne simpatizzante dell’estrema destra, Anders Breivik, uccise a colpi d’arma da fuoco 69 persone, ferendone altre 110, oltre agli 8 morti dell’autobomba piazzata a Oslo prima del blitz sull’isola a scopo di distrarre le forze dell’ordine dall’obiettivo principale. La penna di Edoardo Erba e la regia di Serena Sinigaglia portano sul palcoscenico una riflessione su quello che è stato l’atto più violento accaduto in Norvegia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Utoya arriva nel circuito ERT per una sola data, martedì 20 marzo, alle 20.45 al Teatro Luigi Bon di Colugna, ultimo appuntamento di prosa di Smartheater, la rassegna teatrale della Fondazione Bon. Sul palco saliranno Arianna Scommegna e Mattia Fabris, le scene sono di Maria Spazzi.

Edoardo Erba nell’affrontare quanto avvenuto a Utoya si è avvalso della consulenza di Luca Mariani, autore de Il silenzio sugli innocenti, libro nel quale il giornalista ha provato a rispondere ad alcune domande su gli appoggi di Breivik nel preparare la strage ma anche e soprattutto sull’esistenza in Europa di un’estrema destra nazionalista, violenta e xenofoba, su come agisca, chi la finanzi, chi la sostenga. La scrittura di Erba si infila in questo labirinto, percorrendolo e filtrandolo attraverso dei personaggi, con le loro individualità e i loro rapporti. La pièce si svolge in Norvegia proprio in quel 22 luglio del 2011, e osserva tre coppie coinvolte in modo diverso in ciò che stava accadendo: due poliziotti, i genitori di una ragazza andata al raduno laburista sull’isola e due contadini nelle vicinanze di Oslo.
“Attraverso di loro – spiega l’autore – ho spalancato una finestra di riflessione che, se non ci dà tutto il filo per uscire da quel labirinto, per lo meno a sprazzi, ne illumina alcune zone oscure con la luce della poesia”.