Udine: Villa Manin, Man Ray Marathon – 25 gen

man rayUltimi giorni per visitare l’esposizione dedicata al grande artista francese e, domenica 25 gennaio, nel quadro delle iniziative collaterali alla mostra, a partire dalle 17.00 la sala convegni ospiterà la riproposta di un appuntamento molto gradito dal pubblico della mostra ospitata nelle sale della villa: la “Maratona Man Ray: directeur du mauvais movies”, che sarà presentata dal curatore della rassegna cinematografica collaterale all’esposizione, Carlo Montanaro, storico e studioso di cinema, già direttore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia.

Saranno infatti presentati, senza soluzione di continuità, tutti i film firmati da questo eclettico e innovatore personaggio dell’arte moderna, che ha intuito da subito le possibilità espressive che il nuovo mezzo del cinematografo poteva offrire agli artisti che intendevano sperimentare nuove forme di linguaggio al passo coi tempi e con le prime invenzioni tecnologiche.

Il pubblico potrà così apprezzare non soltanto titoli ormai entrati nella storia del cinema come Le retour à la raison (1923), Emak Bakia (1926), L’étoile de mer (1928) o Les mystères du chateau du dé (1929), ma anche tutti i cosiddetti « home movies », per la prima volta presentati al pubblico in Italia proprio a Villa Manin, dopo il restauro realizzato a cura del Centre Pompidou di Parigi.

I dieci film “corti”, la cui durata varia da meno di un minuto ai 10 minuti, sono girati spesso soltanto per gioco da Man Ray come Autoportrait ou ce qui manque à nous tous (1930 circa) con Lee Miller, Poison (1933-1935 circa) assieme a Meret Oppenheim, La garoupe (1937 circa), quasi un classico “filmino delle vacanze” in Costa Azzurra, con personaggi però del calibro di Pablo Picasso, Paul Eluard e Roland Penrose, o Juliet (1940 circa) girato nella sua casa di Hollywood assieme all’ultima compagna, la bellissima Juliet. Da ultimo l’episodio Ruth, Roses and Revolvers, pensato da Man Ray e realizzato materialmente da Hans Richter per il film surrealista Dreams that money can buy (1947), che vide la collaborazione, tra gli altri, di Max Ernst, Paul Bowles, John Cage, Fernand Léger e Marcel Duchamp.