Uffici nuovamente operativi a Ronchis nel cantiere della terza corsia


Ripristinare la dorsale in fibra ottica (l’attestazione dei cavi era proprio sotto il container andato a fuoco); predisporre gli allacciamenti nei nuovi locali e avviare lo switch per la connessione alla rete dati; installare e configurare le postazioni tecnologiche di ogni utente (personal computer, telefoni, stampanti, terminali presenze). Ma anche: rifornire il magazzino di tutti i dispositivi di sicurezza (scarpe, caschi di protezione, giubbetti), riallacciare le utenze telefoniche, recuperare i principali file indispensabili per l’operatività dell’ufficio di cantiere dall’impianto di backup aziendale. Sono i princiapli step che scandiscono il lavoro dei tecnici di Autovie Venete al lavoro nell’area di cantiere di Ronchis dove ieri pomeriggio un incendio ha distrutto il container che ospitava gli uffici del team della direzione lavori. Obiettivo della Concessionaria: ripristinare i servizi essenziali per riprendere l’attività già da lunedì 27 agosto. Questa mattina i Vigili del Fuoco hanno effettuato il sopralluogo per stabilire le cause dell’incendio che presumibilmente parrebbe essere stato provocato da un surriscaldamento del quadro elettrico. Se non emergeranno problemi particolari quindi, da lunedì le 30 persone che lavorano negli uffici di cantiere avranno a disposizione le loro postazioni di lavoro. Molteplici sono le attività alle quali sovraintende il team di tecnici che segue i lavori di realizzazione della terza corsia nel terzo lotto, riguardante il tratto Alvisopoli – Gonars: dalle verifiche costanti sulle attività dell’impresa costruttrice ai controlli riguardanti la sicurezza e la prevenzione degli incidenti sul lavoro, dalla gestione – in collaborazione con l’impresa – della movimentazione dei materiali alla pianificazione degli interventi più impegnativi, fino alle prove di carico. Tutto il materiale utilizzato, prima di essere messo in opera, viene sottoposto a rigorosi test, per verificare che corrisponda esattamente a quanto previsto nel progetto. I pali che costituiscono le pile del nuovo ponte sul fiume Tagliamento, ad esempio, sono soggetti a specifiche prove di carico, suddivise in due fasi, che durano 48 ore, effettuate in un’area del cantiere, appositamente allestita. La prima fase prevede che la porzione di palo venga sottoposta progressivamente a un carico crescente che raggiunge i 3 mila 200 KiloNewton (320 tonnellate). Nella seconda fase il carico aumenta ulteriormente fino a raggiungere il cosiddetto punto di rottura che, in questo caso è di 8 mila KiloNewton (800 tonnellate). Si tratta di parametri che simulano un carico – molto superiore a quello previsto per ogni sezione del manufatto – nel momento in cui il ponte entrerà in esercizio.