Ultrasuoni ed endoscopio al pennone alzabandiera di Cividale

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Il pennone alzabandiera di Cividale del Friuli ha bisogno di alcuni interventi di manutenzione straordinaria. Il basamento lapideo del pennone, di cui si hanno notizie dalla prima metà del XVIII° secolo, è costituito da elementi in pietra “piasentina” a grana media, mentre l’asta, alta circa 22,00 metri, è composta da elementi tubolari in ferro costituiti da conci flangiati e tra loro avvitati.
Visto che il pennone risulta non perfettamente verticale, e che il suo basamento ha alcuni segni di degrado ed alterazione del materiale derivante da precedenti interventi di “restauro”, “l’Amministrazione Comunale ha rilevato la necessità di approfondirne lo stato di salute; – spiega l’assessore alle manutenzioni Giuseppe Ruolo – è opportuno verificare la consistenza strutturale e statica del pennone, i punti di degrado del basamento ed adottare tutte le azioni per un adeguato risanamento”.
Il Comune ha già provveduto ad un primo esame della situazione dal quale “si evince che sul basamento in pietra piasentina sono evidenti fenomeni di alterazione cromatica, presenza di micro e/o macro organismi come funghi, licheni, muschi, distacco localizzato nelle malte impiegate per stuccature ed integrazioni delle mancanze, fatturazioni e fessurazioni, un graffito vandalico con vernici” continua Ruolo.
Relativamente all’asta, “le analisi visive e strumentali, condotte fino ad un’altezza di circa 9,50 metri dalla sommità del basamento in pietra, hanno permesso di rilevare che il pennone, in corrispondenza del suo innesto nel basamento, risulta corroso superficialmente per tutta la sua circonferenza”. L’ulteriore controllo con ultrasuoni (effettuato per misurare lo spessore dei tubi che compongono i conci del pennone e fino ad un’altezza di circa 12,00 m da terra, verificare lo spessore reale resistente del tubo alla sommità del basamento in pietra, ove corroso), “ha evidenziato che il pennone è degradato alla base e che pertanto deve essere consolidato”. Infine il rapporto di controllo interno con endoscopio, ha dato il risultato che “l’interno dell’asta non risulta particolarmente degradato, ma che è necessario procedere ad ulteriori approfondimenti”.
I tecnici hanno pertanto rilevato che per poter verificare e confermare la resistenza meccanica degli elementi strutturali del pennone alle condizioni atmosferiche presenti in sito nell’ambiente esterno, nei limiti di carico sismico e di vento previsti dall’attuale normativa, sono necessarie ed auspicabili ulteriori indagini diagnostico, strumentali e conoscitive, in corso d’opera, finalizzate al riconoscimento ed alla valutazione dei materiali costitutivi, alla fenomenologia dei punti di degrado ed alle sue cause, alla puntuale definizione operativa dell’intervento che comprende saggi esplorativi mirati nel basamento, avendo cura di rimuovere gli elementi senza danneggiarli, per meglio definire e puntualizzare il criterio di incastro del pennone, lo stato conservativo dei materiali impiegati e la statica stessa del manufatto.
Il restauro del basamento avrà il duplice scopo di arginare le forme di degrado attivo riscontrato (eliminando o riducendo per quanto possibile le cause) e, nello stesso tempo, ridurre le interferenze visive esteticamente deturpanti, intervenendo con i necessari mezzi e metodi operativi idonei e consentiti, ispirandosi al concetto di “minimo intervento” entro gli ambiti del restauro conservativo. In merito al pennone, invece, Ruolo spiega che “ i tecnici ritengono indispensabile eseguire in primis la rimozione laterale di alcuni elementi lapidei del basamento; in tal modo, una volta liberata parzialmente l’asta e fatti i dovuti controlli visivi e strumentali, sarà possibile verificare con precisione la natura del fuori-piombo e procedere comunque al suo consolidamento”. Costo dell’operazione 50.000 euro.