Università degli Studi di Udine: inaugurazione anno accademico 2020-21

Autorità, Colleghe, Colleghi, Studentesse, Studenti, Rettori, Signore e Signori, benvenuti alla cerimonia di inaugurazione del 43° anno accademico dell’Università degli Studi di Udine.Le vicende che hanno coinvolto il Paese a seguito della diffusione del virus COVID-19 ci hanno indotto ad annullare la cerimonia di inaugurazione del 42° anno accademico, programmata per il 2 marzo scorso, considerando doveroso convogliare tutte le nostre energie per affrontare nel modo più efficace possibile i disagi creati dalla situazione di emergenza.

Oggi siamo ancora nell’impossibilità di celebrare questo importante momento secondo la formula consuetudinaria; cionondimeno abbiamo deciso di dar vita a una cerimonia solenne da condividere, con modalità che ormai ci appaiono familiari, con tutti coloro che hanno a cuore l’Università del Friuli e il suo futuro.

Desidero, in questa circostanza, ringraziare tutti coloro: tecnici, amministrativi e docenti che, con grande energia e generosità, si sono mobilitati, assieme agli studenti, per mantenere attiva la didattica e tutti i servizi collegati in questo periodo: una grande dimostrazione di consapevolezza del ruolo, non solo culturale, ma anche sociale che l’Università deve svolgere; una grande prova del senso di appartenenza a una comunità, quella dell’Università del Friuli, di cui sono orgoglioso di far parte, ancor prima che onorato di esserne il Rettore.

Questa è pure occasione per rivolgere un pensiero particolare a tutto il personale medico e sanitario e ai colleghi che operano in quell’area.

La Scuola di medicina di Udine ha sempre ricoperto posizioni di vertice nelle valutazioni nazionali e ha saputo declinare la propria presenza in modo innovativo, instaurando un proficuo e stretto rapporto con il Servizio Sanitario Nazionale, ruolo testimoniato dal contributo all’Azienda Sanitaria Universitaria del Friuli Centrale. Una ricchezza che, soprattutto alla luce di ciò che sta avvenendo, non va dimenticata né tantomeno dispersa.

Alla cerimonia di oggi, che si svolge nella nuova sede del Rettorato, palazzo Antonini Maseri, sono presenti il prof. Gaetano Manfredi, Ministro dell’Università e della Ricerca, già più volte ospite a Udine in qualità di Presidente della CRUI e ora collegato da Roma, il Presidente della Regione FVG Massimiliano Fedriga (anch’egli collegato a distanza), il Sindaco di Udine Pietro Fontanini e, collegato a distanza ma vicino con il cuore, il prof. Silvio Brusaferro, docente dell’Ateneo e Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.

A loro vanno i sensi della mia più profonda gratitudine per aver accolto l’invito, nonostante siano fortemente impegnati nella gestione della difficile situazione attuale.

In rappresentanza dell’intera Comunità accademica siedono davanti a me il Prorettore, le Direttrici e i Direttori di Dipartimento e il Direttore Generale.

Prima di illustrare la relazione di apertura, vorrei porgere un affettuoso saluto in friulano: O vuei dâi il benvignût a ducj i ospits presints, ai Retôrs, ai docents, al personâl tecnic aministratîf e ai students. Cumò, cul covid-disenûf o vin un’altre grande dificoltât pa la nestre societât e pa la nestre comunitât academiche. Però i furlans a son usâts a frontâ disgrazis e problems cun coragjo, cun sperance e fiducie tal futûr. Par chest, cundùt che o sin intun timp difìcil, o auguri a ducj un an di bon lavôr e o soi sigûr che cul contribût di ducj la nestre Universitât dal Friûl e larâ simpri indevànt e in miôr, dutùn cul teritôri dal Friûl.

Interverranno, dopo di me Ambra Canciani, Presidente del Consiglio degli Studenti e la dott.ssa Marta Fontana, in rappresentanza del personale tecnico amministrativo.

Il prof. Michele Morgante, genetista del nostro Ateneo e accademico dei Lincei, terrà la prolusione dal titolo “Dai geni ai genomi, dalla struttura alla funzione”. Mai come ora è evidente come la conoscenza scientifica dei processi che determinano ciò che siamo, di quelli che ci mantengono vivi e che ci fanno ammalare sia un obiettivo imprescindibile per tutta l’umanità e un compito di cui anche e soprattutto l’Università deve farsi carico.

Il rendiconto sociale

A partire dal 2017 i risultati delle attività dell’Università di Udine sono illustrati nel Bilancio (poi Rendiconto) sociale. Questo documento non è redatto per soddisfare specifici obblighi di legge, ma rappresenta un atto volontario, che mira a un’analisi trasparente e integrata del valore e dei servizi prodotti nel periodo di riferimento. L’ultima edizione, che sarà inviata a tutti gli invitati e a quanti ne faranno richiesta, ha una valenza particolare perché si riferisce all’anno di chiusura del primo Piano Strategico di Ateneo varato nel 2015.

Una valutazione accurata dell’impatto delle azioni già intraprese è indispensabile per la predisposizione del prossimo progetto pluriennale di sviluppo e per delineare nuovi percorsi strategici. Questi saranno volti a caratterizzare l’offerta formativa, innovandone le modalità di erogazione, a definire attività di ricerca distintive, focalizzate su tematiche interdisciplinari che valorizzino la complementarità delle competenze presenti in Ateneo, alla creazione e intensificazione delle reti di collaborazione regionali, nazionali e internazionali.

Tale azione avrà tanto più valore quanto più potrà essere condivisa, e quindi legittimata, non solo all’interno della comunità? accademica, ma anche con gli stakeholder territorialiin cui potrà generare fiducia per l’istituzione universitaria e volontà di sostenerla nel suo impegno.

Le infrastrutture

L’attività didattica e di ricerca di Ateneo usufruisce di infrastrutture, organizzate in poli disciplinari distribuiti in ambito cittadino a Udine e in complessi messi a disposizione dell’Università nelle altre tre sedi di Pordenone, Gorizia e Gemona.

La realizzazione di nuovi spazi della conoscenza – grazie alla costruzione di nuovi edifici o il ripristino di altri già esistenti – testimonia come il nostro Ateneo rappresenti un grande propulsore di rigenerazione urbana.

Ne sono prova i diversi cantieri aperti e i palazzi storici in cui ha sede l’Ateneo, incluso quello che ci ospita oggi, che sono espressione del suo patrimonio e il suo legame con il territorio e la sua storia, come emerge dal volume “l’Arte del Sapere”.       

Ho qui il piacere di anticipare la sottoscrizione di un importante accordo con la Fondazione Friuli per una lungimirante ristrutturazione dell’edificio confinante con Palazzo Antonini Maseri; è, inoltre, in via di definizione con il Comune di Udine un progetto per la condivisione, a beneficio della cittadinanza, del parco del Palazzo stesso.

L’Università ha recentemente sottoscritto apposite convenzioni con i Comuni di Udine, Pordenone e Gorizia, volte a porre in essere azioni mirate al rafforzamento della relazione di reciprocità Ateneo e città e al consolidamento della loro vocazione universitaria. In questo senso è importante segnalare come si stia operando, con uno sforzo comune tra Ateneo ed Enti territoriali, per assicurare la sostenibilità economica, necessaria per lo sviluppo della presenza universitaria nelle sedi di Pordenone, Gorizia e Gemona, che assumono così il ruolo di reali presidi accademici, capaci di rispondere alle esigenze di particolari aree geografiche, con la peculiarità dell’offerta formativa e la specificità dell’attività di ricerca.

La didattica

Per quanto attiene alla didattica prima di tutto è doveroso ricordare che durante il periodo di emergenza è stato possibile, con un grande sforzo di tutta la comunità accademica, erogare a distanza circa 45.000 ore di lezioni, pari al 98% di quelle previste, 32.000 esami di profitto e più di 1700 esami finali di laurea.

È stata inoltre conferita, in una cerimonia a porte chiuse, la laurea magistrale honoris causa in ingegneria meccanica a Giovanni Battista Colussi, mirabile esempio dell’intraprendenza e dell’ingegno friulani.

Per il corrente anno accademico sono state messe in atto iniziative, sia sul piano della sicurezza che su quello tecnologico, atte a consentire la didattica con modalità ibrida, in aula e in presenza; sono state, inoltre, definite importanti misure per il sostegno agli studenti.

Siamo grati al Governo e, in particolare, al nostro Ministro per il supporto finanziario che hanno prontamente fornito agli Atenei per queste azioni.

Allo stato attuale, anche considerando le scelte degli studenti, si è deciso che la didattica frontale si svolga completamente a distanza, garantendo il mantenimento in presenza di tutte quelle attività laboratoriali, di tirocinio e funzionali alla stesura delle tesi di laurea che, assieme alle attività di ricerca dipartimentali, costituiscono il carattere distintivo dell’Università.

La didattica universitaria è il più alto livello della formazione che mira a preparare persone culturalmente e professionalmente capaci di portare il loro contribuito a una società in continua evoluzione.

L’attenzione in questo senso è confermata non solo dagli alti tassi di regolarità nel percorso didattico dei nostri studenti, ma anche dall’elevato grado di occupabilità dei laureati che pone l’Università di Udine ai primi posti delle classifiche nazionali.

Tra i punti di forza dichiarati dagli studenti nell’indagine di customer satisfaction figura il rapporto con i docenti, riconosciuti capaci di aprirsi alla relazione con gli studenti e portatori di buona reputazione a livello nazionale e internazionale. L’88,8% degli studenti dichiara di essere complessivamente soddisfatto della didattica dell’Ateneo e l’84,8% dell’intera esperienza universitaria.

Accanto all’offerta formativa consolidata, in parte proposta in formula interateneo con l’Università di Trieste, va ricordata l’istituzione ex novo della laurea in Scienza e cultura del cibo, che vuole formare professionisti per i settori della promozione e della valorizzazione degli alimenti, coniugando competenze tecnico-scientifiche con quelle degli ambiti umanistico, giuridico ed economico-gestionale.

A questa laurea triennale si affianca ora la laurea magistrale in Food sciences for innovation and authenticity, interateneo con la Libera Università di Bolzano.

Nel solco dell’interdisciplinarità la nuova laurea magistrale Ingegneria industriale per la sostenibilità ambientale, incentrata sullo sviluppo di tecnologie per il controllo e la riduzione dell’impatto ambientale dei processi industriali.

Al passo con l’evoluzione dell’area informatica, vi è la riconfigurazione della laurea magistralein Artificial intelligence and cybersecurity, interateneo con l’Università di Klagenfurt.

L’attività dell’area “alta formazione” è proseguita con un forte impulso alla realizzazione di nuovi prodotti formativi, in particolare di Master, tanto che l’attuale offerta ne prevede ben 21, molti dei quali in collaborazione con imprese e istituzioni del territorio. In questo contesto va citato il ruolo di FARE srl,società in house dell’Università di Udine costituita con l’intento di ampliare e migliorare l’offerta dei servizi rivolti all’alta formazione, alla ricerca e alla divulgazione scientifica, contribuendo nel contempo allo sviluppo di una sempre più proficua interazione con il territorio.

Per infondere una cultura della didattica fortemente inclusiva, favorendo un approccio cooperativo ai problemi, l’Ateneo ha continuato a porre specifica attenzione alla didattica laboratoriale, ormai divenuta parte caratterizzante dei corsi di studio in tutti gli ambiti disciplinari.

Rimane un esempio mirabile di integrazione fra docenti e studenti la nostra Scuola Superiore.

Questa, fra l’altro, coordinerà le attività del Polo didattico di Udine nell’ambito del progetto “I Lincei per una nuova didattica nella scuola: una rete nazionale”. Questa struttura sarà dedicata alla formazione degli insegnanti delle scuole secondarie superiori, leva strategica per promuovere la qualificazione del servizio scolastico e un tema da sempre caro all’Ateneo. 

L’Università di Udine è impegnata nell’organizzazione, per gli studenti iscritti, di attività formative trasversali e complementari agli insegnamenti dei corsi di laurea. Tra queste va citata l’iniziativa Uniud XL, nata con un programma del Fondo sociale europeo. A partire da quest’anno accademico, sono attivi due corsi trasversali: Corso di base sullo sviluppo sostenibile e Pari opportunità e inclusione (che ha visto oltre 1000 studenti iscritti online).

L’ internazionalizzazione

L’Università di Udine ha una dimensione internazionale della didattica in fase di crescita, in linea con la propensione internazionale dell’attività di ricerca. 

Questa attività risente inevitabilmente della situazione determinata dalla pandemia, che ha già determinato una riduzione delle richieste di mobilità in uscita e in ingresso. Tuttavia, l’Ateneo si è impegnato a sostenere i doppi titoli favorendo anche mobilità parzialmente o totalmente online, grazie anche ad accordi specifici con i partner europei ed extra-europei.

Nel corso dell’A.A. 2019/20, l’Università di Udine ha partecipato al bando “Mobilità internazionale per crediti – KA107” del programma Erasmus+, che permette la realizzazione di progetti di mobilità verso Paesi extra-EU. L’Ateneo ha presentato progetti con partner di sei diverse aree geografiche (Argentina, Australia, Canada, Israele, Federazione Russa, Stati Uniti). 

L’Ateneo ha anche partecipato al bando European Universities dell’Unione Europea con una domanda che vedeva come coordinatore l’Università di Paris-Est Créteil Val de Marne (Francia) e come partner oltre a Udine, l’Università di Patrasso (Grecia), l’Università di Cordoba (Spagna), l’Università di Evora (Portogallo), l’Università Lucia Blaga den Sibiu (Romania).

In entrambi i casi, i punteggi assegnati dai valutatori sono stati ben al di sopra delle soglie di eleggibilità, ma i progetti non hanno potuto essere finanziati a causa dell’esaurimento dei fondi a disposizione. Questi risultati costituiscono il presupposto per un rafforzamento delle collaborazioni internazionali con l’ingresso dell’Ateneo in consorzi europei ed extra-europei di elevato valore didattico e di ricerca.

Nel progetto di internazionalizzazione dell’Università di Udine rientra la collaborazione con il CISM, Centro Internazionale di Scienze Meccaniche di Udine, che ha come futuro obiettivo di incrementare le attività congiunte aperte a studiosi e docenti locali, nazionali e internazionali.

Nell’ambito internazionale va ricordata la visita dell’Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania, Viktor Elbling, volta a promuovere l’intensificazione degli scambi a livello accademico tra il nostro Ateneo e le Università tedesche.

La ricerca

La definizione di una politica della ricerca risiede in larga misura nella valorizzazione delle aree di competenza presenti nei Dipartimenti, con particolare riguardo a quelle che meglio ne caratterizzano la peculiarità del profilo scientifico.

Un piano di investimenti per la ricerca deve contemplare l’esigenza di garantire a ciascun ricercatore la possibilità di svolgere una ricerca indipendente e di qualità e di favorire la capacità di acquisizione di fondi dall’esterno.

I professori e ricercatori dell’Ateneo hanno attivamente partecipato ai bandi competitivi di ricerca, presentando negli ultimi due anni e mezzo complessivamente circa 500 proposte progettuali a livello europeo, internazionale, nazionale, regionale e di cooperazione interregionale.

È da sottolineare come il numero di proposte progettuali durante il lockdown sia ulteriormente cresciuto, con ben 32 di queste presentate nell’ambito del bando MUR FISR – COVID-19.

A queste si sono aggiunti i progetti di ricerca dipartimentali (PRID), sostenuti dal Piano Strategico di Ateneo 2015-19. In attuazione di quanto proposto dalla Commissione ricerca attraverso il Piano di azioni per il miglioramento della qualità della ricerca, l’Ateneo ha destinato ai Dipartimenti risorse pari a 1 milione e 750 mila euro: queste sono state utilizzate per il finanziamento di progetti di ricerca su base competitiva (PRID); il finanziamento di assegni di ricerca; il sostegno economico a gruppi di ricerca; il contributo a pubblicazioni in accesso aperto e di monografie. I progetti PRID presentati sono stati 79, di cui 57 finanziati per un totale di 826.400 euro.

Al di là dei classici prodotti bibliografici, l’attività di ricerca ha portato all’Ateneo importanti riconoscimenti internazionali.

La scoperta archeologica di dieci imponenti bassorilievi rupestri dell’VIII sec. a.C. nell’ambito del Kurdish-Italian Faida Archaeological Project, condotto dall’Università di Udine e dalla Direzione delle Antichità di Duhok, ha ricevuto l’International Archaeological Discovery Award intitolato a Khaled al-Asaad. La giuria internazionale del premio ha giudicato la scoperta il più importante ritrovamento archeologico compiuto nel mondo nel 2019.

È stato premiato, in occasione dei Mimics Innovation Awards 2020, il progetto in 3D per la chirurgia ricostruttiva post-traumatica dell’orbita condotto dal team di Ricerca “Facial Care Project”, nato in seno alla Clinica Maxillo Facciale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Friuli Centrale – ASUFC e che opera utilizzando le strutture del Centro di Simulazione e Alta Formazione – CSAF. Questo è un altro esempio mirabile di integrazione tra competenze accademiche e ospedaliere che rendono unica la realtà udinese.

L’attività di formazione alla ricerca ha previsto, in particolare, l’attivazione del 36° ciclo del Dottorato di ricerca. I nove dottorati di ricerca con sede amministrativa a Udine sono stati valutati positivamente dall’ANVUR ai fini del mantenimento dell’accreditamento ministeriale; di questi, sette hanno ottenuto la qualifica di “dottorati innovativi” (in quanto “interdisciplinari”, “intersettoriali” o “internazionali”). Gli iscritti ai concorsi di ammissione per il 36° ciclo sono stati 565 (rispetto ai 412 del 35°), di cui il 21% con titolo di studio conseguito all’estero e il 63% con titolo conseguito presso altro ateneo italiano, a testimonianza dell’attrattività dei nostri corsi.

Cinque corsi hanno aderito al bando “dottorato industriale”, emanato al fine di favorire l’interazione e l’integrazione fra la ricerca universitaria, le imprese e gli enti esterni, comprese le pubbliche amministrazioni.

La Terza missione

La terza missione dell’Università di Udine considera la promozione del trasferimento dei risultati della ricerca, la divulgazione scientifica e il public engagement.

L’alto tasso di trasferimento della proprietà industriale generata dall’Ateneo è la conferma che la ricerca svolta a Udine, spesso in collaborazione o su commessa di aziende, risulta di interesse e di impatto per il sistema produttivo. In questo ambito va citato anche l’inizio di una collaborazione fra l’Università di Udine e Azienda Ospedaliero Universitaria Friuli Centrale per la brevettazione di ritrovati in ambito medicale.

La quinta edizione dei Magnifici Incontri, appuntamento del sistema universitario promosso dal nostro Ateneo in partnership con la CRUI, ha portato alla redazione di un manifesto condiviso, in cui si intendono proporre “percorsi di potenziamento della sostenibilità e azioni nei contesti locali e nazionali sulla base degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ONU 2030”. In linea con questi obiettivi, Udine aderisce alla “Rete delle Università Sostenibili” (RUS) ed è da tempo impegnata in attività didattiche, divulgative e di ricerca inerenti allo sviluppo sostenibile.

È proseguita l’attività di Cantiere Friuli, iniziativa con cui l’Università si propone come soggetto catalizzatore di cambiamento e rinascita del Friuli. Alle nove “officine” già attive se ne è aggiunta una dedicata al tema della Montagna, che intende esplorare non solo le opportunità offerte dai settori produttivi tradizionali, ma pure quelli relativi al turismo, alla piccola industria, ai servizi e alla valorizzazione del territorio e del paesaggio.

Per raccogliere le proposte e le analisi elaborate dalle diverse officine è stata inaugurata la collana editoriale “Quaderni di Cantiere”. Sono già stati pubblicati i primi due quadernie si contano ulteriori sette volumi in fase di pubblicazione.

Per coinvolgere direttamente gli studenti dell’Ateneo su tematiche legate al territorio regionale è stato istituito il premio per tesi di laurea “Cantiere Friuli”.

I quaderni sono pubblicati da Forum, la casa editrice universitaria nata per costituire uno strumento di promozione editoriale delle attività presenti nell’Università di Udine e ora anche promotrice di eventi e di iniziative culturali dal marcato accento multidisciplinare e di rilievo nazionale. Forum, tra l’altro, ha pubblicato, tra i primi in Italia nel 2006, il libro “Che Guevara e altri racconti” di Olga Tokarczuk, insignita del Premio Nobel per la letteratura 2018.

Dell’attività di Forum è espressione la rivista Multiverso, che ha fatto dell’incrocio dei saperi il suo filo conduttore e che, oggi, si dota di un suo laboratorio (Multiverso Lab) in cui trova spazio un Osservatorio sulla multidisciplinarità.

Particolarmente intensa e distintiva è stata l’attività del CUG “Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni” dell’Ateneo che ha promosso, nell’ambito del Piano delle Azioni positive per il triennio 2020-22, corsi di formazione per il personale e attività formativa per gli studenti e i dottorandi sui temi dell’inclusività.

Tra le attività divulgative merita ricordare il progetto “Play Uniud”, nuovo canale Youtube libero e aperto per la diffusione della conoscenza multidisciplinare, nato durante il periodo di lockdown. Ad oggi conta ben 154 video con un totale di circa 20.000 visualizzazioni.

In questo contesto si colloca anche il progetto Memo – appunti per il cambiamento, che ha l’obiettivo di raccogliere dalla viva voce di autorevoli rappresentanti dei diversi campi del sapere una serie di “contributi alla conoscenza”, da organizzare in una sorta di Enciclopedia Multimediale dell’era post-Covid-19.

Placement e rapporto con le imprese

Per facilitare il contatto tra il mondo accademico e le imprese l’Ateneo ha costituito nel 2018 “Punto Impresa”. La struttura, che è parte del progetto Cantiere Friuli ed è sostenuta dalla Fondazione Friuli, mira a diventare un punto di contatto preferenziale per le imprese che vogliono collaborare con l’Ateneo.

Nel 2019 l’Ateneo e la Fondazione Friuli hanno dato vita al “Progetto Condiviso”, che intende promuovere eventi e attività che rientrano nel percorso di collaborazione del sistema ateneo-territorio.

L’Università di Udine ha continuato il proficuo rapporto con SMACT, il Competence Center del Triveneto, ora in procinto di lanciare un secondo bando per le imprese e di dar vita ai live demo territoriali.

Nell’ambito del progetto “Industry Platform for Friuli Venezia Giulia – IP4FVG”, l’Ateneo è stato coinvolto nella compagine del costituendo European Digital Innovation Hub regionale, coordinato da Area Science Park.

Con quest’ultima l’Ateneo ha stipulato una convenzione quadro che faciliterà i rapporti di collaborazione sui diversi piani della formazione, ricerca, e trasferimento tecnologico ed è in fase di costituzione una fondazione sul tema dell’epigenomica.

Sul piano del rapporto con il tessuto produttivo regionale va segnalata la crescente e sempre più proficua collaborazione con Confindustria Udine. Questa si è concretizzata nella partnership per attività formative, fra cui spicca l’Executive Master in Business Administration e nella stipula di un accordo per sostenere lo sviluppo di Uniud Lab Village, il polo della ricerca avanzata che vedrà riuniti nello stesso luogo i laboratori universitari e delle imprese.

Questo è un progetto dell’Ateneo, supportato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Fondazione Friuli, nato con l’obiettivo di integrare il mondo accademico e il mondo produttivo, per definire progettualità congiunte, formative e di ricerca e dare, così, risposte più puntuali alla necessità di innovazione del comparto economico-produttivo territoriale.

Il primo insediamento aziendale è avvenuto lo scorso febbraio c on il laboratorio Danieli Automation Digi&Met, a cui ne seguiranno presto altri già programmati.

Uniud Lab Village costituisce un unicum a livello nazionale ed è stato di recente proposto per il finanziamento come Infrastruttura di ricerca di interesse territoriale dalla Regione al Ministero dell’Università e della Ricerca.

I rapporti con gli enti territoriali e di ricerca stanno alla base della riconfigurazione del parco scientifico e tecnologico “Danieli – Friuli Innovazione”, parte del piano regionale di riorganizzazione e specializzazione territoriale dei Parchi. L’Università di Udine, pur riducendo le sue quote di partecipazione societaria, nominerà il presidente del Comitato scientifico della nuova struttura e nei locali di propria competenza ospiterà l’Istituto di Genomica Applicata (IGA), già insediato presso il parco.

L’ organizzazione

Sul piano dell’organizzazione va ricordato il grande sforzo di dematerializzazione dei processi legati alla gestione delle carriere e dei servizi agli studenti.

Per quanto riguarda il personale va menzionata l’introduzione di un nuovo modello organizzativo della struttura dei Dipartimenti, volta a valorizzare il ruolo del personale tecnico.

Un tratto distintivo del rapporto con il personale tecnico-amministrativo è l’attenzione alle iniziative di sostegno economico, attraverso l’erogazione di benefit; queste azioni rientrano nel novero di quelle finalizzate al miglioramento del clima lavorativo e organizzativo e rappresentano uno strumento attraverso il quale si intende sviluppare la cultura dell’appartenenza all’organizzazione e accrescere la solidarietà nell’ambiente di lavoro.

Oltre a continuare l’impegno sul piano della formazione del personale, è stata data attuazione al piano programmato delle stabilizzazioni.

Di particolare rilevanza è il clima di collaborazione instaurato con le rappresentanze sindacali che, specialmente in questo periodo, hanno dimostrato grande senso di responsabilità, comprensione e capacità di aggregazione attorno al tema della gestione dell’emergenza.

Le criticità del sistema: la sostenibilità e la fiducia

In tempi recenti l’Università italiana si è trovata spesso a soffrire dell’indifferenza della pubblica opinione, fino alla negazione del suo ruolo quale partner e asse indispensabile per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese. Ne sono prova la contrazione dei finanziamenti alla ricerca, la limitazione del turn over del personale e il mantenimento del fondo di funzionamento ordinario a livelli che a mala pena consentono agli Atenei di sostenere l’offerta formativa e i servizi agli studenti. A fronte di questa allarmante situazione, gli strumenti premiali messi in atto negli ultimi anni, seppur condivisibili nel principio, sono apparsi scarsi e inefficaci.

L’Università di Udine, giovane Ateneo ancora in fase di crescita, ha subito da questa situazione un forte rallentamento nelle sue aspettative di sviluppo, dovendo peraltro negli anni passati affrontare una drastica e dolorosa azione di risanamento del bilancio.

Solo recentemente, con il varo del Piano Strategico 2015-19, è stato possibile destinare specifici investimenti, derivanti da risorse auto generate, allo sviluppo dell’Ateneo. In particolare, è stata avviata una serie di interventi volti a rilanciare l’attività di ricerca, ammodernare l’offerta didattica, ampliare i servizi agli studenti e aumentare le azioni di trasferimento della conoscenza al territorio.

Queste azioni, seppur incisive e foriere di importanti ricadute, non sono tuttavia sufficienti a garantire continuità nello sviluppo.

Giova ricordare che, per intervento del Ministro, che ringrazio, si stanno delineando nuove prospettive per il finanziamento alla ricerca, piani per il reclutamento dei giovani e il turn over del personale docente e tecnico amministrativo oltre a una decisa spinta al rinnovamento della operatività del sistema universitario.

Tuttavia, in un quadro di incertezza sulle politiche di finanziamento delle Università a medio e lungo termine e a fronte di sfide sociali, economiche e culturali sempre più pressanti, appare ineludibile una ridefinizione chiara e condivisa degli obiettivi, una programmazione strategica delle attività e una pianificazione dell’utilizzo delle risorse idonea a rispondere alle esigenze di un territorio che non può prescindere dal contributo che l’Università può e deve offrire. Per mantenere fede al suo ruolo e alle sue missioni, l’Ateneo friulano dovrà essere aperto al confronto in ambito didattico e scientifico sul piano nazionale e internazionale e promuovere la partecipazione a reti finalizzate alla condivisione di progetti formativi e di ricerca.

Il nuovo piano strategico

La durata del mandato rettorale, sei anni, da un lato consente un approccio progettuale di medio periodo, dall’altro presuppone che la strategia di sviluppo sia condivisa con la comunità accademica e le componenti che la rappresentano, creando consapevolezza del contesto in cui opera l’Ateneo, della propria valenza didattica e scientifica e delle potenzialità di sviluppo in coerenza con le mission universitarie. In particolare, per l’Università di Udine, il legame con il territorio che l’ha fortemente voluta deve essere un ulteriore motivo di stimolo alla definizione di una strategia volta al posizionamento in ambito nazionale e internazionale capace di rispondere sia alla necessità di formazione di giovani preparati alle sfide di un mondo lavorativo in continua e rapida evoluzione sia alle esigenze di sviluppo dei comparti culturali e produttivi regionali.

Il sistema universitario si trova, già da tempo, di fronte a sfide generali che riguardano ambiti quali la globalizzazione (anche della conoscenza), la rivoluzione digitale, la mobilità globale, l’attrattività per gli studenti e i docenti e l’interazione con il sistema produttivo. Inoltre, i nuovi scenari post-COVID che si vanno delineando, impongono agli atenei il rinnovamento delle proprie strategie.

In quest’ottica l’Università di Udine dovrà porsi le proprie sfide, quali la revisione dell’offerta didattica interna e di quella in collaborazione con le altri componenti della filiera dell’education, il potenziamento della ricerca, il rafforzamento dei partenariati strategici europei, il consolidamento della progettualità sul territorio e dell’interazione con il sistema produttivo, l’intensificazione dei rapporti con le altre due università locali, l’Università di Trieste e Sissa, e il sistema della ricerca regionale.

L’idea di un nuovo Piano Strategico nasce, quindi, dall’esigenza di caratterizzazione del profilo didattico e scientifico dell’Ateneo, in relazione alle competenze maturate nel suo interno e alle sollecitazioni che provengono dalla Società.

Il nuovo Piano Strategico, di durata quinquennale, dovrà esprimere la capacità di interazione dell’Ateneo con le città in cui ha sede e l’intera area regionale. Per questo, il coinvolgimento, in fase consultiva, dei principali attori amministrativi e socio-economici del territorio sarà una caratteristica distintiva del progetto.

Il processo dovrà prevedere la definizione di linee guida, in ambito della didattica, della ricerca e della terza missione, da condividere con i Dipartimenti per la formulazione dei Piani Strategici Dipartimentali.

Il percorso è già iniziato: con la definizione di un indice dei temi da considerare; la costituzione di corrispondenti gruppi di lavoro; l’analisi degli scenari futuri delle università, anche in ottica post-Covid; l’analisi di contesto e del posizionamento dell’Ateneo in relazione alle proprie mission, ai fini dell’individuazione di termini di criticità e di successo; la discussione con i rappresentanti territoriali.

Punto fondante del nuovo Piano Strategico sarà la focalizzazione su tematiche interdisciplinari caratterizzanti, legate alle esigenze della Società, alla evoluzione dei mestieri e a richieste di professionalità emergenti.

Le aree trasversali di potenziale sviluppo ad ora individuate sono:

  • Active aging
  • Intelligenza artificiale
  • Digital humanities
  • Sostenibilità ed economia circolare
  • Interculturalità
  • Governance, welfare e pubblica amministrazione (enti sovranazionali; social innovation).

Queste saranno declinate con attività che si svolgeranno nell’ambito di tutte e tre le mission: didattica, ricerca e trasferimento della conoscenza (terza missione). Un filo comune le legherà: la coerenza con i 17 obiettivi dell’agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile.

Le azioni del nuovo Piano Strategico saranno accompagnate da risorse auto generate, ma dovranno essere improntate alla sostenibilità finanziaria che assicuri il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Azioni in linea con questo orientamento sono già state avviate e riguardano la predisposizione di corsi di studio e master, la collaborazione con le imprese in ambito formativo e di valorizzazione dell’attività ricerca, l’attuazione di programmi di orientamento e placement, l’ampliamento della progettualità sul territorio e l’introduzione di nuove soluzioni organizzative.

I prossimi anni dovranno prevedere una chiara programmazione del reclutamento che consenta, da una parte di soddisfare le esigenze di turn-over e dall’altra di sostenere l’avvio di nuovi percorsi didattici e scientifici considerati strategici.

Conclusioni

La definizione degli obiettivi per il futuro dell’Ateneo non può che partire da quel nucleo di valori fondanti della nostra Università, sanciti nel suo stesso Statuto: orgoglio e senso di appartenenza, fiducia nelle persone e nei propri mezzi, coraggio e determinazione.

Dobbiamo essere in grado di vincere le resistenze al cambiamento ed essere capaci di osare.

Per questo è necessario che ciascuno componente della comunità possa trovare i giusti stimoli per contribuire agli obiettivi generali che l’Ateneo si pone. Bisogna valorizzare le competenze, incoraggiare le vocazioni, promuovere la motivazione per mantenere viva la passione e creare le condizioni perché, specie per i giovani, valga la pena di “studiare, crescere e lavorare a Udine”. È sulle persone che si costruisce un buon Ateneo.

È, d’altro canto, indispensabile che al di là del sostegno economico e della determinazione della comunità accademica, si consolidi il senso di fiducia in una istituzione che ha il compito primario di generare e divulgare conoscenza. Una istituzione il cui ruolo, autonomo e disinteressato, sia riconosciuto come riferimento per la Società, un interlocutore della Politica e una bussola per il cammino di crescita dei nostri giovani.

Non dimentichiamo, poi, che la scienza e i suoi benefici sono un diritto inalienabile di tutti i cittadini del mondo, come è scritto nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo firmata poco più di 70 anni fa a Parigi.

All’inizio di un nuovo anno accademico e con un lungo percorso di governo dell’Ateneo davanti, desidero ringraziare quanti condividono con me questa grande sfida:

Prorettore vicario, Delegate e Delegati di area, di settore e Referenti, Direttrici e Direttori dei dipartimenti, Direttore della Scuola Superiore, Presidente del nucleo di valutazione, Senatori e Consiglieri,

Direttore generale e Vicedirettrice generale, Responsabili delle Direzioni e Capi area, Responsabili dei servizi dipartimentali.

Tutto il personale docente, tecnico e amministrativo, studentesse e studenti e le loro rappresentanze.

Un grazie sincero a quanti nel territorio cooperano con noi e ci sostengono.

Un pensiero speciale ai precedenti Rettori, perché a loro mi ispiro.

Da ultimo, con un grande sentimento di riconoscenza, va il ricordo di tutta la comunità accademica a quattro illustri friulani che ci hanno recentemente lasciato: Gianfranco D’Aronco, Domenico Lenarduzzi, Marino Tremonti e Pietro Brollo. È a loro che dedichiamo questa inaugurazione.