Venerdì 17. Siete superstiziosi ?

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Come vi state comportando in questa giornata? Avete adottato qualche rimedio antisfiga, o non ci credete? Siete superstizioni o per voi è un giorno come un altro che anticipa il week end?.. Aspettiamo le vostre opinioni nei commenti

L’accoppiata venerdì unito al 17 “non porta bene“. Peggiore del venerdì 13, che è roba degli anglosassoni (mentre ai sudamericani e ai greci dà fastidio il martedì 13. In Giappone scappano a gambe levate dal 4 perchè si pronuncia come la parola Morte). Ma come si spiega questo timore per questa data? In primis per via del “Venerdì Santo“, giorno in cui fu crocifisso Gesù Cristo. Sempre di venerdì avvenne anche la tentazione di Eva, il Diluvio Universale, la distruzione del Tempio di Salomone. Nell’Antica Roma e in Inghilterra, il venerdì era ilgiorno della settimana dedicato alle esecuzioni capitali.

Il “17“ invece secondo la smorfia napoletana equivale alla “disgrazia”. Si tratta di un numero che era odiato anche dai seguaci di Pitagora, in quanto si trova tra il 16 ed il 18, ovvero perfetti nella loro rappresentazione di quadrilateri 4×4 e 3×6. Anche per gli antichi romani XVII è l’anagramma di VIXI, passato remoto di VIVO, ovvero “io vissi”.

La superstizione è alimentata anche dalle coincidenze storiche. Il 17 agosto del 1896 Brigett Driscoll fu investita a Londra da un’auto guidata con imprudenza alla velocità di 12 chilometri all’ora. Fu la prima vittima di un incidente stradale.

Ci sono persone capaci di rovesciarsi barattoli di sale dietro la schiena per un granello versato fuori dall’insalata. Persone che si metono ad urlare davanti a ombrelli aperti in casa, richiami con manico del malocchio, per non parlare dei gatti neri o di evitare di passare sotto le scale aperte. Ma non dimentichiamo altri 3 “segni porta sfiga” la pagnotta di pane capovolta, le suore alla guida e il cappello poggiato sul letto. Presagi di morte, iella e catastrofe, questi eventi attirano il male come le calamite gli spilli.

Antidoti alla sfiga
Le superstizioni riempiono la valigia del nostro folklore di tradizioni, retaggi religiosi e paure irrazionali arrivate direttamente dai tempi in cui bruciavano le streghe. Per passare incolumi la giornata del venerdì 17 questi sono i rimedi… coccinelle, gufi, ferri di cavallo, zampe di coniglio, quadrifoglio, appendere forbici in balcone, una scopa nascosta dietro la porta, mettere del sale nell’ingresso di casa, un corno anti-iella rigorosamente rosso!

Detto ciò, non ci resta che augurarvi buona giornata…

Giornata anti-superstizione
«Non è vero… e non ci credo!». Potrebbe essere questo il motto della “Giornata anti-superstizione” che il CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale – www.cicap.org) organizza per venerdì 17 settembre. Dopo il successo della precedente edizione, era inevitabile riproporre anche quest’anno l’iniziativa che, per l’occasione, si arricchisce di un manuale ad-hoc prodotto dal CICAP: ‘”Superstizione: istruzioni per l’uso”‘ curato da Silvano Fuso.

«Il fatto è che la superstizione non è un gioco e non è affatto divertente» spiega Massimo Polidoro, Segretario Nazionale del CICAP, già docente di Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. «E’ alla base del pregiudizio e della discriminazione, oltre a rendere la vita estremamente difficile a tutti coloro che credono alla jella o alla sfortuna. Credere che un oggetto, una persona o una frase abbiano il potere di procurare disastri, infatti, altro non è che una profezia che si auto avvera. Chi si crede sfortunato o jellato altera il suo comportamento e finisce così per causare proprio gli eventi che così tanto teme».

La Giornata anti-superstizione, dunque, vuole smitizzare, anche attraverso momenti di puro divertimento, certi comportamenti e certe abitudini che non hanno alcun fondamento. Per questo, in alcune città, tra cui Milano, Torino, Roma, Bari, Modena, Siracusa e Trieste, ma anche Lugano con il nuovo gruppo CICAP del Canton Ticino (qui sotto l’elenco completo), i gruppi locali del Comitato organizzeranno eventi di vario tipo: incontri, conferenze, dibattiti ma anche dimostrazioni all’aperto, happy hour e cene.

Caratteristica di molti appuntamenti è che comprenderanno sia una parte di riflessione sulle origini delle superstizioni, sia la possibilità di mettersi alla prova e sfidare i pregiudizi» spiega Marta Annunziata, biotecnologa all’Università di Torino e Coordinatrice dei Gruppi Locali del CICAP. «Si potrà passare, per esempio, sotto una scala aperta, si verserà a terra del sale, si farà in mille pezzi una lettera con la classica catena di sant’Antonio, si aprirà un ombrello al chiuso e così via. In alcuni casi i partecipanti potranno compiere un vero e proprio “Percorso a ostacoli per superstiziosi” e ricevere un attestato».

«Insomma, un modo allegro e simpatico per svelare la pochezza di certi rituali che, se presi troppo sul serio, finiscono per condizionare negativamente la vita delle persone» commenta ancora Massimo Polidoro. «Il CICAP da ormai 20 anni è impegnato a combattere l’irrazionalità, la superstizione e il pregiudizio con le armi della scienza e della ragione. Lo facciamo attraverso libri, articoli, interventi radiotelevisivi, esperimenti, indagini, conferenze, convegni e anche con esperienze insolite e divertenti come la Giornata anti-superstizione».

E a complemento di questa giornata, va segnalata anche la pubblicazione, tra i Quaderni del CICAP, di una monografia dedicata alle superstizioni: ‘”Superstizione: istruzioni per l’uso”‘, di Silvano Fuso. Oltre a rintracciare le reali origini storiche delle più note superstizioni, con un approfondita catalogazione suddivisa per argomenti, si approfondiranno anche i motivi per cui siamo portati a credere alla jella, alla sfortuna o al malocchio e come ci si possa liberare di questi comportamenti irrazionali.

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