Vincenzo Martines: le dichiarazioni dopo il voto del 29 aprile

Siamo contenti del risultato perché, nonostante le vicende nazionali e il voto regionale, gli udinesi dimostrano di ragionare autonomamente rispetto alla loro città.

La prova arriva dalla differenza numerica sostanziale tra chi, nello stesso giorno, ha votato Fedriga in Regione ma non Fontanini alle Comunali.

Anche rispetto al 13 maggio ci aspettiamo che gli udinesi ragionino sulle persone e sul progetto dettagliato di città che abbiamo, piuttosto che su slogan che valgono su tutto ma non hanno contenuti reali per Udine.

Io sono udinese e qui risiedo da sempre e anche per questo ho deciso la mia candidatura. Dall’altra parte, invece, è la prima volta che si presenta un candidato sindaco che a Udine nemmeno risiede: è quindi curioso che Fontanini non potrà nemmeno votare per scegliere il sindaco della città che vuole amministrare e nella quale non vive.

Sono contento perché la nostra coalizione si è data da fare fin dall’inizio per costruire un gruppo di lavoro, con gli udinesi e per gli udinesi, che dal giorno dopo le elezioni sarà in grado di occuparsi della città, mentre Fontanini, nel caso, avrà bisogno di qualche settimana per capire dov’è e cosa deve fare.

Il nostro lavoro si è concretizzato nel risultato delle preferenze di un gruppo di lavoro ampio, che ha dimostrato di avere un collegamento con la città. Tutte le liste hanno raccolto preferenze molto alte: dall’altra parte, invece, c’è stato un rispettabilissimo voto ideologico sulla Lega che non è assolutamente connesso con le vicende della nostra città.

Una delle differenze sostanziali sta in questo: noi siamo consapevoli di tutti i temi della città, da quelli legati alla sicurezza alle cose pratiche come le asfaltature, ma conosciamo anche le tematiche di ampio respiro e per questo siamo in grado di offrire ai cittadini una visione, un progetto che guarda al futuro e non che arranca seguendo logiche comandate a tavolino e rivolte a un passato non sovrapponibile all’attualità.

Riscontriamo un grande entusiasmo tra le persone proprio per l’autonomia della città rispetto ai temi regionali e nazionali, una città che vuole avere un sindaco indipendente e non legato mani e piedi a quello che si dice a Trieste o a Roma.

Io, personalmente, da quando ho scelto di candidarmi mi sono dedicato esclusivamente a Udine. Quella di Fontanini, invece, è stata una scelta forzata: per una questione tecnica si è trovato come unica opzione quella di fare il candidato sindaco benché non fosse assolutamente la sua prima scelta. Questo dovrebbe far riflettere molto gli udinesi che devono decidere da chi essere amministrati.

È per questo che c’è un grande entusiasmo e un gran movimento di persone impegnate a riportare a votare il 13 maggio gli udinesi, per garantire l’elezione di un sindaco udinese che ama Udine e la conosce bene.