ZOOTECNIA: SHAURLI,INCREMENTARE PRODOTTI TRASFORMATI

Gemona del Friuli, 12 nov – “Valorizzare e incrementare la
percentuale di prodotti trasformati perché in questo modo
possiamo aumentare la redditività e dare valore aggiunto alle
nostre imprese”.

Lo ha affermato l’assessore regionale alle Risorse agricole e
forestali Cristiano Shaurli in occasione del convegno “La
produzione di formaggio latteria a latte crudo: risultati del
monitoraggio nei caseifici del Friuli Venezia Giulia”,
organizzato nell’ambito della manifestazione “Gemona … formaggio
e dintorni” dall’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale (Ersa)
in collaborazione con l’associazione Allevatori del FVG, la
direzione centrale risorse rurali, agroalimentari e forestali e
la Città di Gemona del Friuli.

La necessità di incrementare le percentuali di prodotti
trasformati, da quelli a latte crudo al Montasio, secondo
l’assessore, nasce anche dalla sempre maggiore richiesta del
cittadino consumatore di poter scegliere prodotti caratterizzati
e peculiari.

“Percorsi come quelli di oggi, di valorizzazione dei nostri
prodotti tipici e della nostra Dop (denominazione di origine
protetta) – ha ribadito – che sono fortemente identificativi del
nostro territorio, rappresentano degli strumenti importanti a
supporto dei produttori”.

Shaurli ha messo in luce anche gli aspetti legati alla promozione
del prodotto. “Bisogna lavorare molto con le scuole, con le
università e con gli istituti alberghieri per far conoscere i
nostri prodotti. Non basta produrre un formaggio eccellente – ha
rimarcato -, bisogna far percepire questa bontà, far capire il
lavoro che c’è dietro. Queste sono alcune delle sfide che abbiamo
davanti”.

Nel corso dell’incontro sono stati forniti alcuni dati quali la
produzione di latte in FVG, che nel 2015 si è attestata a
2milioni e 600 mila quintali di cui il 14 per cento per la
produzione di Montasio, unica Dop in regione, e il 10 per cento
alla produzione di formaggio stagionato Latteria, prodotto a
latte crudo, ovvero quello non pastorizzato che non ha subito
trattamenti termici sopra i 40° e mantiene caratteristiche
naturali. Quest’ultimo è stato oggetto del monitoraggio che ha
visto coinvolti l’Università degli Studi di Udine, l’Ersa,
l’istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (Izsve) e
l’associazione allevatori.

“Alla base dell’indagine c’erano le richieste dei produttori – ha
spiegato Domenico Davanzo dell’Ersa -: caratterizzare le proprie
produzioni, ampliare la gamma dei prodotti riducendo i tempi di
stagionatura e garantire la sicurezza dei consumatori”.

E’ stato studiato il processo produttivo di 13 caseifici
rappresentativi della regione che hanno aderito all’indagine e
sono state effettuate delle prove sperimentali in laboratorio; ne
è nato un modello di valutazione del rischio finale a cui è
seguito un piano di monitoraggio. E’ stato evidenziato come la
produzione di latte crudo sia sicura e le criticità minime
possono essere risolte con una standardizzazione del processo.

Shaurli ha sottolineato l’importanza della presenza delle
istituzioni “che accompagnano e supportano il sistema”, in questa
ricerca, in cui “è emerso un lavoro di condivisione significativo
per trovare soluzioni e opportunità per chi produce latte
guardando con attenzione la salute e la sicurezza del cittadino
consumatore”.

Il monitoraggio nasce, infatti, dalla volontà di mettere a
disposizione degli operatori del settore le conoscenze ottenute
con l’ausilio delle moderne tecniche sperimentali, necessarie ad
ottenere un prodotto in grado di soddisfare le esigenze di
sicurezza alimentare, e per evitare il rischio della estinzione
di un prodotto caseario così significativo per il settore
produttivo, in grado di promuovere, assieme al Montasio Dop, le
caratteristiche distintive del territorio.

Sono intervenuti Paolo Tonello, direttore servizio fitosanitario
e chimico, ricerca, sperimentazione e assistenza tecnica
dell’Ersa, Renzo Livoni presidente associazione Allevatori del
Friuli Venezia Giulia, Giovanni Venturini, assessore ambiente e
commercio del comune di Gemona del Friuli, Domenico Davanzo
dell’Ersa, Anna Roccato e Ilaria Patuzzi dell’Istituto
zooprofilattico sperimentale delle Venezie (Izsve). Ha moderato
l’incontro Sonia Venerus dell’Ersa.
ARC/LP/ppd

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