Grande Guerra: Torrenti, investire per memoria, patrimonio, formazione

Gorizia, 13 gen – Migliorare gli interventi dedicati alle
celebrazioni del centenario della Prima guerra mondiale è
possibile e richiede una maggior sinergia e un minor
frazionamento delle iniziative sul tema portate avanti dalle
numerose associazioni presenti sul territorio. Accanto a questo
serve anche una promozione concentrata su poli di attrazione
economici forti e una capacità di lavorare assieme per sviluppare
progettualità con l’obiettivo di divulgare la conoscenza di quei
fatti tragici sull’intero Paese.

Sono alcune delle considerazioni espresse dall’assessore alla
Cultura del Friuli Venezia Giulia, Gianni Torrenti, intervenuto
alla presentazione del volume “Il centenario mancato della Grande
Guerra”, di Marco Cimmino, Paolo Gaspari, Mitja Juren, Marco
Pascoli, edito da Gaspari Editore.

“Dobbiamo separare la parte di formazione culturale da quella
turistica perché non siamo in tempo per trasformare, in interesse
turistico, la cultura storica sulla Prima guerra nel nostro Paese
– ha spiegato Torrenti rispondendo ai quattro autori che si sono
intervallati a spiegare il libro evidenziando ciò che è mancato
per celebrare il centenario -. Per puntare sul turismo – ha
aggiunto – è necessario investire concentrando l’attenzione sui
luoghi più significativi della Grande Guerra”.

Torrenti ha anche evidenziato l’importanza della formazione
scolastica rimarcando come “per incrementare la conoscenza della
cultura storica andrebbero modificati i programmi scolastici,
dedicando un tempo maggiore allo studio della storia del
Novecento”, ha osservato l’assessore.

L’azione regionale come ha ricordato l’assessore si sviluppa in
base alla legge regionale 11/2013, provvedimento che non aveva
trovato approvazione nella precedente legislatura, su due fronti:
la valorizzazione del patrimonio immateriale nel senso della
divulgazione della conoscenza e della memoria storica e di quello
materiale con i parchi tematici, gli itinerari dedicati.
L’incontro, moderato dal giornalista Paolo Medeossi e introdotto
da Paolo Polli dell’associazione culturale Apertamente che ne ha
curato la presentazione, ha visto la partecipazione anche di
Marco Pizzo direttore del museo Centrale del Risorgimento di Roma.

Paolo Gaspari ha evidenziato, invece, come in Italia si avverte
una mancanza del senso di identità: “manca la percezione di
quelle che per noi sono le zone sacre, i luoghi cioè della Prima
guerra mondiale”. In questi luoghi, secondo Gaspari, possiamo
convogliare, nei due anni che mancano alla conclusione del
centenario che si concluderà il 4 novembre 2018, le scuole in
modo che gli studenti acquisiscano la percezione di ciò che è
accaduto.

Gli autori hanno sottolineato l’importanza del centenario come
occasione per migliorare la divulgazione dei contenuti e i
servizi legati a quello che è stato definito patrimonio
permanente della Grande Guerra rilevando l’attenzione della
Regione che ha preparato accompagnatori specializzati per
illustrarne i contenuti pur evidenziando una partenza in ritardo
e la necessità di creare una migliore programmazione.
ARC/LP/EP

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