Electrolux: sindacati, ok lettera azienda, ma ora confronto

ELECTROLUX_2
“Un segnale nella giusta direzione per uscire dal pantano nel quale la multinazionale si era infilata con l’ipotesi inaccettabile dei salari e condizione ‘polacche’ per i lavoratori italiani del gruppo, oltre la chiusura dello stabilimento di Porcia”. Ma la lettera dell’Electrolux ai sindacati e alle istituzioni che, “pur con molti sofismi, svela la possibilità di un nuovo piano”, non è “sufficiente per far sospendere le iniziative di protesta scattate in tutti gli stabilimenti del gruppo, con presidi e ‘blocchi'”. Così in una nota comune Fiom, Fim e Uilm. “Serve ora – dicono i sindacati – avviare rapidamente una sede di confronto con tutte le parti sociali e le istituzioni coinvolte, al fine di dare una soluzione industriale innovativa e di prospettiva, rispettosa dei redditi, dei diritti e delle condizioni generali dei lavoratori, elementi necessari per far cessare la protesta”

“Si tratta certamente di un passo avanti. E’ la conferma che in questi mesi la Regione Friuli Venezia Giulia ha lavorato bene, mettendo in campo iniziative concrete per convincere l’Azienda a rimanere in Italia. Naturalmente aspettiamo di vedere i contenuti del piano e nel frattempo continueremo nel confronto costante con i vertici aziendali”. Lo ha detto il vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, a seguito dell’annuncio di Electrolux di un nuovo piano industriale, con investimenti per lo stabilimento di Porcia (Pordenone), oltre che miglioramenti a quanto già previsto per Susegana (Treviso)”. “Dopo tanti segnali negativi sul futuro di Porcia, la lettera inviata ieri a sindacati e Governo rappresenta finalmente una buona notizia, anche se il nostro atteggiamento deve rimanere di assoluta cautela, in attesa di conoscere nei dettagli le intenzioni di Electrolux”, precisa Bolzonello, assicurando che “da qui alla illustrazione del piano industriale continueremo a lavorare per fare in modo che Electrolux ricominci a credere che sia possibile continuare a fare impresa in Italia”. “E’ una scommessa che noi vogliamo vincere. Una partita il cui unico risultato possibile è la permanenza di Electrolux in Italia. Continueremo a fare la nostra parte – conclude – come dovranno farla anche il Governo e le altre Regioni coinvolte”.

“Appena ho letto i giornali sono stato molto contento. Credo che stiamo già vedendo un po’ di sole e speranza in questa situazione”. Così il vescovo di Pordenone, mons. Giuseppe Pellegrini, commenta alla Radio Vaticana la marcia indietro della Electrolux salva lo stabilimento di Porcia in provincia di Pordenone e apre a un nuovo dialogo con sindacati e istituzioni. “Adesso spero che si aprano seriamente le trattative – prosegue il vescovo – e che non sia solo una notizia tanto per mettere un po’ di serenità, ma che ci sia veramente questo impegno da parte di tutti – sia dei proprietari che del mondo operaio – di andare ad un tavolo e ascoltarsi reciprocamente e fare anche scelte che siano coraggiose e nello stesso tempo che offrano opportunità lavorative ai tantissimi operai e dipendenti”. A proposito della richiesta di Electrolux di togliere i blocchi agli impianti, mons. Pellegrini sottolinea che “da parte degli operai la scelta è stata impegnativa. Anche per loro, infatti, è stato impegnativo bloccare la produzione. Adesso spero che con questo spiraglio – aggiunge – loro scendano in trattativa e insieme facciano delle scelte operative, che siano positive per tutti”.

“Per me non c’è problema a spostare il vertice ma ad oggi per me si tiene il 17 di febbraio”. Così al Tg3 Rai del Veneto il ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato sul tavolo per il futuro di Electrolux. Sullo stop, via lettera, dell’azienda al piano presentato e contestato dai lavoratori, Zanonato ha detto “non ho mai enfatizzato l’atteggiamento che prima aveva l’Electrolux dicendo che voleva chiudere lo stabilimento di Porcia e adesso non enfatizzo la lettera dicendo che abbiamo risolto tutti i problemi”. “I problemi c’erano prima, ci sono adesso – ha aggiunto – vogliamo vedere il piano industriale perché il punto fondamentale è che alla fine di questa vicenda è che i prodotti devono essere venduti sui mercati mondiali, è una battaglia da farsi fino in fondo con l’obbiettivo di salvare tutti gli stabilimenti, una produzione importante nel campo dell’elettrodomestico”.