Si è svolta questa mattina l’udienza di convalida per Nicola Garbino. L’accusato si sarebbe limitato a dire che confermava il contenuto dell’interrogatorio reso nei giorni scorsi. Intanto, è ripresa oggi l’autopsia sul corpo di Silvia Gobbato. Gli esami autoptici erano cominciati due giorni fa ma erano stati poi interrotti dopo la confessione di Garbino.
“Certamente ragionevole è la descrizione dell’obiettivo principale”, ovvero il movente del sequestro di persona raccontato da Nicola Garbino. Ne è convinto il Gip del Tribunale di Udine, Paolo Lauteri che lo scrive nelle sette pagine di ordinanza di convalida con cui ha disposto la custodia cautelare in carcere dell’uomo. I reati contestati sono tentativo di sequestro di persona per ottenere un riscatto e omicidio volontario, aggravato dal fine di procurarsi l’impunità dal primo reato. Garbino è accusato anche di porto di coltello. Secondo il Gip, “la determinazione omicida è intervenuta in un secondo momento”, quando la ragazza ha urlato. Lauteri riporta che Garbino, nel tentativo di zittire Silvia Gobbato, le mette una mano sulla bocca, ma inutilmente. “Ho pensato che con tutto quel rumore potesse sopraggiungere qualcuno, ho pensato di scappare – ha confessato durante l’interrogatorio, come riportato nell’ordinanza – ma all’improvviso l’ho colpita con una coltellata, credo alla pancia. L’ho quindi colpita con altre coltellate, non ricordo né il numero delle coltellate inferte, penso comunque una decina, né l’esatta ubicazione dei colpi”. Per il Gip il racconto dunque “è denso di particolari”, tranne “quando si tratta di descrivere i colpi inferti col coltello, relativamente ai quali sembra quasi colpito da una mezza amnesia, quasi a voler eliminare la fase cruciale dell’azione”. Per il Gip, è fondato anche il movente economico: “Il soggetto è attualmente disoccupato, riferisce di non aver praticamente mai lavorato e di non aver completato gli studi universitari nonostante l’età non più giovanissima. Questo può aver verosimilmente stimolato il desiderio di compiere un gesto che gli avrebbe consentito di lucrare qualcosa”. (ANSA)